Ginocchia Calde dopo l’Allenamento: Cause e Rimedi

Introduzione
L'attività fisica non dovrebbe mai costituire uno stress eccessivo per l'organismo. Dopo essersi allenati ci si può sentire stanchi, indolenziti, un po' affaticati. Ma non si dovrebbero mai avvertire dolori, specie alle articolazioni. Se dopo l'esercizio, le ginocchia sono calde non è un buon segnale. Spesso, infatti, l'aumento della temperatura è un segno di infiammazione, la risposta del corpo a lesioni o infezioni tissutali. Ecco da che cosa possono dipendere le ginocchia calde dopo l'allenamento.
Alla base possono esserci tante problematiche
Se le ginocchia sono calde dopo l'allenamento è bene indagare meglio la situazione. Infatti, si potrebbe essere in presenza di problematiche che richiedono interventi specifici. Tutti i disturbi che causano infiammazione, come l'artrosi, l'artrite reumatoide e la gotta, possono portare ad avere ginocchia calde dopo l'allenamento. Ma non solo. Altre potenziali cause includono lesioni da uso eccessivo e danni a legamenti, tendini e cartilagine del ginocchio. Ovviamente i trattamenti variano a seconda della causa. Per questo, è importante rivolgersi al medico per indagare la situazione e capire com'è meglio intervenire. Spesso, è necessario anche tenere a riposo la parte per qualche tempo.
Se si sente dolore alle ginocchia quando si scendono le scale i motivi potrebbero essere questi.
Perché il male al ginocchio aumenta con l'età.
Uso eccessivo e/o scorretto
Ginocchia calde dopo l'allenamento possono comparire innanzitutto nelle persone che usano troppo e/o male le ginocchia, per esempio che quando si piegano nello squat superano con le ginocchia le punte dei piedi. Una lesione da uso eccessivo è la borsite, ossia l'infiammazione della borsa, che è una sacca piena di liquido che attutisce i punti in cui muscoli, tendini e legamenti sfregano sulle ossa. Anche la sindrome femoro rotulea è un'altra lesione da uso eccessivo che può causare un ginocchio caldo.
Come rimediare
In questi casi, in genere, gli esperti consigliano di mantenere la parte a riposo. Può essere utile anche applicare del ghiaccio. L'ortopedico può consigliare di ricorrere ad alcune terapie fisiche come ultrasuoni, massaggi, crioterapia; prescrivere farmaci; effettuare infiltrazioni di corticosteroidi; aspirare eventuale liquido in eccesso; consigliare l'uso di tutori e/o fasce elastiche; decidere di intervenire chirurgicamente.
Lesioni sottostanti
Il ginocchio può diventare caldo dopo l'esercizio anche a causa di lesioni sottostanti, per esempio a tendini, legamenti e/o menischi, i "cuscinetti" che agiscono come ammortizzatori all'interno del ginocchio. In questi casi, infatti, l'articolazione diventa meno stabile, per cui si verifica uno stress anomalo, che porta a danni e gonfiore.
Come intervenire
I medici, dopo gli opportuni accertamenti, possono prescrivere diverse soluzioni, come uso di tutori, ginnastica riabilitativa, farmaci, terapie fisiche, interventi chirurgici.
L’artrite
Sono molte le malattie che possono rendere le ginocchia calde dopo l'allenamento. Una delle più comuni è l'artrite, una malattia caratterizzata da un'infiammazione articolare che danneggia la cartilagine, la superficie liscia tra le ossa che consente al ginocchio di muoversi facilmente. Una forma particolare di artrite è l'artrite reumatoide, che è causata da un'anomalia del sistema immunitario (naturale sistema di difesa) che improvvisamente innesca un meccanismo di autodistruzione. Si manifesta con rigidità mattutina delle articolazioni, tumefazione e gonfiore, dolore alle articolazioni. Inoltre, possono comparire anche sintomi più generici come debolezza, affaticamento, malessere, febbricola, perdita di peso e depressione.
Come intervenire
In caso di artrite reumatoide occorre impostare una cura corretta il prima possibile: così le probabilità di rallentare l'evoluzione dell'artrite e di ridurre i sintomi sono molto maggiori. Oggi, i medici hanno a disposizione diverse opzioni terapeutiche fra cui scegliere.
La gotta
Le ginocchia calde dopo l'allenamento possono essere anche il sintomo della gotta, la più comune forma di artrite infiammatoria. Si caratterizza per la presenza di iperuricemia, ossia livelli elevati nel sangue di acido urico, il prodotto finale del metabolismo di parti di proteine, dette purine. Quando l'acido urico si accumula nelle articolazioni innesca la liberazione di mediatori chimici che risultano aggressivi nei confronti nell'ambiente circostante. Ecco perché si scatena un processo infiammatorio che, se non si interviene, evolve rapidamente. I sintomi più comuni sono il dolore, il gonfiore e il calore.
Come intervenire
Per curare la malattia, il medico prescriverà una cura farmacologica. È importante anche curare l'alimentazione e in particolare:
- evitare gli eccessi: il sovrappeso è uno dei fattori di rischio per questa malattia;
- limitare i cibi ricchi di purine, in particolare gli insaccati, la carne, specialmente quella proveniente da organi (fegato, cervella, reni), e il pesce, soprattutto acciughe, aringhe, sgombro e frutti di mare;
- ridurre il consumo dei grassi animali (burro, lardo e salse), perché favoriscono l'aumento di peso e dell'acido urico;
- eliminare gli alcolici, in particolare la birra, perché riducono l'eliminazione renale di acido urico;
- aumentare il consumo di acqua, che facilita l'eliminazione dell'acido urico;
- assumere vitamina C, che promuove una riduzione del livello di acido urico.
L’artrosi
L'artrosi è una malattia degenerativa, spesso associata all'invecchiamento. Anch'essa colpisce le articolazioni, provocando un consumo della cartilagine articolare (la pellicola protettiva che riveste le estremità delle due ossa che compongono l'articolazione stessa) e un'alterazione e diminuzione del liquido sinoviale (che lubrifica la struttura). Quando si manifesta, lo fa soprattutto con il dolore, che in genere si accentua durante il movimento e tende a scomparire a riposo.
Come intervenire
È importante educare la persona a un uso corretto delle ginocchia, spiegandole quali sono gli sforzi da evitare per peggiorare la situazione. È utile, poi, impostare un programma fisioterapico, che comprenda esercizi riabilitativi specifici e applicazioni locali di calore (per esempio, tramite uso di lampade a infrarossi o di ultrasuoni). In alcuni casi sono indicati anche tutori e farmaci come antidolorifici e antinfiammatori.
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