A cura del Dott. Giovanni Chetta
Rieducazione motoria
La rieducazione motoria, quale terapia del movimento (chinesiterapia), mira a ristabilire la normale funzionalità muscolare, miofasciale, articolare e di coordinazione del movimento di uno o più arti e, di conseguenza, di tutto il corpo. Viene effettuata, in genere, inizialmente in maniera passiva e poi attiva. E' indispensabile in caso di interventi chirurgici a carattere ortopedico, sia come preparazione ad esso che, in seguito, come riabilitazione. Essa risulta inoltre determinante nel trattamento delle patologie a carattere neuro-motorio. Oltre che per scopi terapeutici, la rieducazione motoria sta giustamente assumendo un ruolo sempre più importante in campo preventivo e sportivo. Ricordiamo che lo stile di vita attuale (sedentarietà, stress, habitat e superfici artificiali) porta a una perdita di conscienza del proprio corpo (dispercezione corporea) con conseguente perdita di abilità motorie, alterazioni posturali, quindi, in ultima analisi, in base alla psiconeuroendocrinoimmunologia, di salute fisico-psichica.
La rieducazione propriocettiva è una riprogrammazione neuromotoria attuata tramite specifiche stimolazioni dell'intero sistema neuro-motorio.
Occorre considerare che, quando siamo in presenza di un trauma, le lesioni anatomiche interessano anche i recettori sensoriali con conseguente alterazione dei meccanismi propriocettivi ossia della "lettura" dello spazio circostante, da parte dei recettori, e della trasmissione delle informazioni alle strutture nervose centrali; le conseguenze pratiche saranno carenza/distorsione della coscienza della posizione nello spazio delle varie parti del corpo e della loro coordinazione nel movimento.
D'altra parte anche per ottenere la massima efficienza nelle prestazioni sportive e nei gesti quotidiani, è indispensabile un ottimale "controllo" neuro-muscolare-articolare. Rieducare i riflessi propriocettivi risulta fondamentale, oltre che per fini riabilitativi, anche per le performance sportive e come prevenzione in generale.
La tecnica della ginnastica propriocettiva consiste in una continua stimolazione dei recettori periferici, attraverso i quali vengono attivati i circuiti nervosi propriocettivi, tramite specifiche sollecitazioni articolari destabilizzanti (con diversi gradi di carico e difficoltà), che consente di ottimizzare le risposte muscolari, sia in termini di velocità che di precisione, assorbendo l'effetto destabilizzante in maniera fisiologicamente cibernetica anziché subirlo.
Il passo successivo è creare schemi motori (engrammi) sempre più complessi, attraverso specifiche sollecitazioni coordinative di più distretti corporei .La ginnastica posturale TIB attua, come visto in precedenza, mobilizzazioni propriocettive delle parti strategiche del nostro apparato miofasciale-scheletrico. Inoltre viene consigliato l'utilizzo di particolar calzature ergonomiche (quali le MBT) dotate di una speciale suola che simula il terreno naturale o, in caso di specifiche necessità, di plantari ergonomici personalizzati nonchè, in presenza di "blocchi" disfunzionali occlusali, dell'appropriato bite.
Oltre alla ricerca della massima propriocettività dei singoli distretti viene stimolata la creazione di nuovi engrammi motori tramite specifici esercizi di coordinamento tra essi conseguendo così ad abilità motorie a difficoltà progressiva.
Stretching e rinforzo muscolare
Il rinforzo muscolare è sempre evidentemente parte integrante dell'attività indispensabile per la salute fisico-psichica dell'uomo, rappresentata dall'esercizio fisico.
E' bene chiarire innanzitutto un concetto: un muscolo forte non è sinonimo di muscolo sano. Un muscolo sano è resiliente ossia con la giusta forza, resistenza ed elasticità (in ingegneria, la resilienza è la capacità di un materiale di resistere a sollecitazioni impulsive).
L'aumento della massa muscolare è dovuto principalmente a un incremento del volume delle fibre muscolari (ipertrofia muscolare) che avviene tramite un aumento del numero di miofribille. Anche se non è escluso, ma non è ancora stato dimostrato, che sia possibile nell'uomo un aumento del numero di fibre muscolari (iperplasia muscolare), come succede negli animali. L'ipertrofia muscolare si ottiene tramite intensa attività muscolare (specie se isometrica ossia contro resistenza).
La forza espressa da un muscolo esprime la sua capacità di opporsi a una resistenza meccanica e dipende dal numero di fibre muscolari coinvolte nella sua contrazione; quando una fibra muscolare si contrae, infatti, lo fa sempre in maniera totale.
Un muscolo non utilizzato o sottoposto a contrazioni deboli riduce le sue dimensioni (in un mese di inattività il volume muscolare diviene circa la metà) trasformandosi così in un muscolo ipotrofico o atrofico.
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