Tecnica della Corsa Veloce nell’Atletica Leggera

Tecnica della Corsa Veloce nell’Atletica Leggera
Ultima modifica 27.06.2022
INDICE
  1. Tecnica di Corsa
  2. Tecnica della Fase di Volo nella Corsa Veloce
  3. Tecnica della Fase di Appoggio nella Corsa Veloce
  4. Tronco e Arti Superiori nella Corsa Veloce
  5. Tecnica di Partenza dal Blocco
  6. Altri Articoli Correlati

Tratto da: Il manuale dell'allenatore di atletica leggera - Prima parte: generalità, corse e marcia - Centro Studi & Ricerche - pag. 21:38.

Tecnica di Corsa

Come funziona la corsa veloce?

La corsa, pur costituendo un gesto istintivo, nell'atletica acquisisce un'interpretazione tecnica sofisticata, complessa e ricca di sfumature, frutto della ricerca e del perfezionamento da parte dell'allenatore e dell'atleta, che può raggiungere velocità anche di 10-12m al secondo (36-43,2 Km/h)

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2022/04/06/tecnica-della-corsa-veloce-orig.jpeg Shutterstock

La tecnica della corsa veloce deve quindi raggiungere il compromesso tra gesto atletico e caratteristiche antropometriche dell'atleta, che applicherà la teoria del movimento sulle proprie peculiarità.

La tecnica della corsa veloce nell'atletica leggera comprende due fasi:

  • Fase di volo
  • Fase di appoggio

Quali sono le fasi della corsa veloce?

La tecnica della corsa veloce, in realtà, prevede 4 fasi distinte: reazione al segnale, accelerazione, raggiungimento della velocità massima e capacità di mantenimento della stessa.

Tecnica della Fase di Volo nella Corsa Veloce

Il volo è la fase sequenziale all'impulso motorio; è il momento iniziale, nel quale l'arto di appoggio si estende e l'atleta abbandona ogni contatto col terreno, mentre l'arto libero (che nel frattempo ha raggiunto i punto più elevato della coscia) inizia la sua distensione e si prepara alla nuova fase di appoggio. Nel volo, il centro di gravità raggiunge il punto più alto della corsa.

Tecnica della Fase di Appoggio nella Corsa Veloce

Nell'appoggio, il piede prende contatto con il suolo nella parte esterna del metatarso, leggermente più avanti rispetto alla verticale del ginocchio; in questo momento inizia la fase di ammortizzazione. Per un breve periodo dell'appoggio il piede si trova più avanti rispetto alle anche, costituendo apparentemente un elemento negativo all'avanzamento ma comunque essenziale al caricamento della forza elastica dell'arto di spinta (gluteoquadricipite femorale tricipite surale).

Ora comincia la seconda fase dell'appoggio, il sostegno; il tallone si abbassa sfiorando il terreno e la velocità d'avanzamento delle anche dipende dalla chiusura dell'arto libero che, fungendo da volano, consente di mantenere alta la velocità d'avanzamento.

Spostando il baricentro oltre l'appoggio, inizia quindi la fase di spinta; la catena cinetica precedentemente stirata e caricata, mediante una contrazione rapida ed elastica, dà un impulso al sistema e aumenta la velocità; l'arto portante si estende completamente permettendo a quello libero di raggiungere la coscia opposta e consentendo l'inizio di un nuovo ciclo.

Tronco e Arti Superiori nella Corsa Veloce

Il tronco assume una posizione quasi verticale, ma più inclinata in partenza e più dritta in fase lanciata (circa 10° di inclinazione); le braccia svolgono un movimento alternato utile a gestire in modo ottimale la componente orizzontale della spinta, compensando il movimento vettoriale degli arti inferiori che porterebbe ad una rotazione del tronco e ad una oscillazione delle spalle. Le braccia assorbono e limitano le spinte eccentriche prodotte dagli arti inferiori, indirizzando al meglio l'avanzamento delle anche; l'angolo del gomito si chiude durante la salita in avanti fino a sopra le spalle e sia apre nella discesa fino a raggiungere il gran trocantere. Il tutto in fase contrapposta (quindi asimmetrica) agli arti inferiori.

NB. Nei 400m, il recupero dell'arto libero può avvenire con il piede abbandonato in alto-dietro, ottimizzando lo sforzo in gara.

Tecnica di Partenza dal Blocco

Un rapido tempo di reazione e un corretto posizionamento dei segmenti corporei sono essenziali a sviluppare una buona accelerazione nella partenza dal blocco, ma un avvio troppo concitato e reattivo non sempre risulta vantaggioso allo sviluppo di elevate velocità medie.

Per l'apprendimento della tecnica di partenza dal blocco si utilizzano alcune esercitazioni, o meglio, si effettuano partenze da diverse posizioni:

  • Partenze in piedi da divaricata sagittale con busto eretto, con sbilanciamento del tronco in avanti
  • Partenze in piedi da divaricata sagittale con busto flesso in avanti, con sbilanciamento del tronco in avanti
  • Partenza dalla posizione raccolta
  • Partenza dalla posizione carponi.

Tramite queste esercitazioni si è quindi in grado di stabilire:

  • L'arto dominante, che va posto anteriormente
  • La divaricazione delle gambe all'avvio, non distante dalla misura di un piede tra il tallone dell'anteriore e la punta del posteriore
  • Corretto caricamento, per chiusura degli angoli delle caviglie e giusto piegamento delle gambe negli avvii in piedi
  • Avanzamento e rapida flessione dell'arto posteriore in alto, verso il petto
  • Corretto dinamismo delle braccia che coadiuvano il movimento delle gambe.

La posizione raccolta è quindi propedeutica all'utilizzo dei blocchi, che vengono introdotti utilizzando prima solo quello posteriore e in un secondo momento quello anteriore.

Nell'utilizzo di entrambi i fermapiedi, questi dovranno mantenere una bassa inclinazione per garantire comodità ed equilibrio in fase di partenza; nella posizione "ai vostri posti", il piede anteriore si posiziona a circa due piedi dalla linea di partenza e quello posteriore come sopra descritto in posizione raccolta, mentre il corpo va posto in posizione carponi (piegando le spalle in avanti, con le braccia parallele e distese, che sfiorano il ginocchio della gamba avanti, e poggiando le mani con i pollici in dietro). Al "pronti", l'atleta solleva il bacino schiacciando entrambi i talloni verso il basso; l'arto anteriore ha un angolo tra gamba e coscia di circa 90° e quello posteriore di circa 135°. Prima dello sparo, è importante che l'atleta focalizzi l'attenzione sull'imminente avanzamento dell'arto posteriore che faciliterà l'intervento dell'arto superiore controlaterale su una massa già in movimento; il successivo richiamo dell'arto libero faciliterà la rapida estensione di quello di spinta mentre le braccia scattano in una oscillazione coadiuvante. Il braccio corrispondente alla gamba anteriore si flette e non sale oltre il capo, mentre l'alto si proietta violentemente indietro coordinandosi all'altra gamba; il busto non deve salire subito, ma seguire una linea quasi parallela al terreno per allinearsi solo in un secondo momento, poiché il passaggio dalla posizione raccolta a quella lanciata deve avvenire progressivamente

Altri Articoli Correlati

  1. La ritmica della corsa nell'allenamento delle corse veloci
  2. Allenamento della forza per le corse veloci dell'atletica leggera
  3. Allenamento della velocità e della resistenza per le corse veloci dell'atletica leggera
  4. Periodizzazione Singola dell'allenamento nelle corse veloci - 100 e 200m
  5. Doppia periodizzazione dell'allenamento nelle corse veloci - 100 e 200m
  6. Periodizzazione Singola Allenamento Corse Veloci - 400 metri
  7. Periodizzazione Doppia Allenamento Corse Veloci - 400 metri

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer