Conosci la differenza fra fatica reale e percepita?
Quando si corre, sia se si è alle prime armi sia se si è running esperti che puntano a migliorare le proprie prestazioni, capita spesso di non riuscire ad andare avanti nell'allenamento a causa della fatica.
Ovviamente molte volte si tratta di fatica reale, data dal vero limite al quale arriva il proprio corpo. Altre però a bloccare è una fatica mentale, o meglio percepita, che non corrisponde a quella reale e che potrebbe essere superata.
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Cos’è la fatica percepita
Quando si pratica uno sport di resistenza come la corsa, che presuppone sostenere un'attività aerobica per un periodo prolungato, il nemico numero uno contro il quale si deve combattere è la fatica, che spinge a fermarsi quando non si riesce più ad andare avanti, o si è convinti di non riuscirci.
Per fatica percepita si intende proprio quest'ultimo caso e si verifica quando il cervello manda uno stimolo di stanchezza al corpo, fermandolo, nonostante in realtà fisicamente riuscirebbe a proseguire l'allenamento.
Questa fatica si differenzia dall'esaurimento fisico e fortunatamente può essere superata.
Come superarla
Capita che a vincere una maratona o una qualunque gara podistica non sia necessariamente l'atleta migliore ma quello più motivato. Questo evento ha a che fare con il superamento della fatica percepita, visto che non riuscirci può ostacolare il miglioramento delle prestazioni e quindi pregiudicare la buona riuscita di eventuali competizioni alle quali si partecipa.
Spesso, infatti, chi non sa gestirla interrompe l'allenamento o una gara prima di raggiungere l'effettivo esaurimento fisico.
Per aumentare la resistenza e migliorare la propria corsa non serve quindi lavorare solo sul corpo ma anche sulla mente, imparando a riconoscerne gli stimoli e sviluppando un buon dialogo interiore positivo. Nota anche con il termine inglese Self Talk, si tratta di un'efficace tecnica per controllare la percezione dello sforzo, che traduce in ambito sportivo un meccanismo mentale che si compie normalmente ogni giorno.
Le proprie decisioni, infatti, sono spesso frutto di ragionamenti mentali che possono essere negativi o positivi. Avere pensieri di quest'ultimo tipo è fondamentale per approcciarsi al meglio alle discipline di resistenza e per questo si dovrebbe sviluppare l'abitudine di ricorrere a un dialogo positivo interiore nei momenti più critici di un allenamento o di una gara, così da aumentare la motivazione e la fiducia in sé stessi.
Come praticare il Self Talk
Per motivarsi a non mollare, superando così la stanchezza percepita, è importante parlare a se stessi in un modo che sia il più efficace possibile. Tra i trucchi imprescindibili c'è quello di rivolgersi a sé in seconda persona, che molti studi hanno rivelato essere più motivante della prima perché conferisce maggiore autorevolezza. "Ce la puoi fare a correre ancora un po'" sarebbe quindi meglio di "Ce la posso fare a correre ancora un po'".
Praticare con costanza il self talk e lavorare psicologicamente su se stessi ridurrebbe la fatica percepita e aiuterebbe a continuare anche quando ogni muscolo del proprio corpo suggerirebbe di fermarsi.