Bodybuilding: Perché Breve e Intenso
Introduzione
Dal punto di vista fisiologico, l'organismo risponde agli stimoli dell'allenamento cercando di adattarsi come "logico" dovrebbe essere.
Ma allora, perché esistono così tante correnti filosofiche, mole delle quali parecchio differenti tra loro, sulla teoria e metodologia dell'allenamento per il bodybuilding?
Lo stesso non accade per le innumerevoli discipline del mondo sportivo - ovviamente, piccole variazioni sono sempre e comunque lecite o comprensibili; nessun tecnico tuttavia, si sognerebbe di contestare ad esempio il principio della soglia anaerobica.
Le risposte sono multiple:
- Nonostante si correli all'aumento di forza muscolare, la crescita ipertrofica muscolare è un risultato estetico basato sulla combinazione di numerose reazioni fisiologiche - assolute nella loro "logica biologica" ma soggettive nella loro espressione;
- Nell'ambito del culturismo si tende a voler dimostrare ciò che si intuisce, piuttosto che apprezzare ciò che oggettivamente si è in grado di dimostrare;
- Il celato utilizzo di sostanze dopanti offre diversi "falsi positivi".
C'è però da dire che i princìpi fisiologici fondamentali rimangono gli stessi; è solo l'interpretazione a cambiare.
Crescita Muscolare
Cosa serve per aumentare l’ipertrofia?
Cosa serve, a conti fatti, per ottenere la tanto agognata ipertrofia muscolare?
- Stimolare la forza, aumentando progressivamente i carichi;
- Mantenere intensità elevate;
- Garantire un carico allenante soddisfacente, curando anche il volume complessivo e una densità appropriata, ma nemmeno eccessivo;
- Non trascurare i parametri allenanti rimanenti, come i tempi sotto tensione (TUT), le ripetizioni (rep) e le serie (set);
- Fornire i nutrienti necessari;
- Assicurare i giusti tempi di rigenerazione-supercompensazione;
- Variare gli stimoli.
Da un lato è vero che, in base al concetto di variabilità individuale, ognuno di noi ha delle attitudini che possono rispondere in maniera diversa ai vari tipi di stimolo allenante.
Dall'altro però, è altrettanto vero che questo "margine", è molto più contenuto di quanto si possa credere.
Per esempio, sono in molti a costruire il proprio allenamento in base alla propria "presunta" composizione muscolare. Poiché esistono diverse tipologie di fibre contrattili e relative unità motorie – alcune deputate a contrazioni lente ma resistente, che sfruttano prevalentemente il metabolismo energetico aerobico, ed altre riservate alle contrazioni veloci e potenti, che invece sfruttano sostanzialmente il metabolismo energetico anaerobico – è logico ipotizzare che la prevalenza di una o dell'altra possa incidere sulla performance e sulla risposta ai diversi stimoli allenanti.
Le tabelle devono quindi tenere in considerazione le diverse attitudini metaboliche dei muscoli e addirittura la predisposizione individuale?
Sì e no. Nel senso che la fisiologia è uguale per tutti! E anzi, spesso, le persone "dure a crescere" (hardgainer) sono quelle che devono mostrare una maggior diligenza – rispetto ai pochi fortunati che crescono con qualsiasi sistema.
In alcuni casi potrebbe essere intelligente modificare leggermente i parametri allenanti ma, a prescindere dalla tipologia di unità motorie prevalenti, a crescere sono sempre e comunque quelle anaerobiche a contrazione veloce e, per fare ciò, dobbiamo comunque rispettare le suddette regole.
Carico Allenante e Supercompensazione
Volume, intensità, densità e capacità di recupero tra le sessioni
Dunque, come capire il miglior modo di gestire il carico allenante e la supercompensazione?
Difficile a dirsi. Sicuramente l'esperienza, intesa non solo come anzianità d'allenamento, ma anche come bagaglio culturale nello sperimentare nuovi metodi, è il fattore più importante.
Possono essere di grande aiuto i test, soprattutto nei soggetti più avanzati.
Ma nella toglie che tutto dipenda, a conti fatti, da:
- Predisposizione all'anabolismo;
- Capacità di recupero;
- Forza psicologica (tolleranza alla fatica, determinazione e perseveranza, resilienza generale).
Lo abbiamo detto sopra, un soggetto predisposto a crescere, e aggiungiamo anche con una grande capacità di recupero, nonché forte psicologicamente, avrà sempre una marcia in più; egli raggiungerà e manterrà un livello ovviamente superiore rispetto a chi invece non possiede queste qualità.
Entrando però nel pratico, dobbiamo cercare di capire come orientarci. Quindi, stabiliamo un po' di concetti fondamentali:
- Il carico allenante è dato da intensità, volume e densità. Il volume corrisponde alla quantità di lavoro (rep, TUT, tempo, tonnellaggio ecc.), l'intensità equivale alla proporzione rispetto allo sforzo massimale (%1RM), la densità potrebbe essere definita come la vicinanza degli stimoli (>recuperi<densità e viceversa);
- L'intensità, volume e densità sono inversamente proporzionali; il volume è direttamente proporzionale all'esaurimento dei substrati energetici e al consumo calorico, la densità è inversamente proporzionale al recupero tra gli stimoli, l'intensità è direttamente proporzionale all'espressione di forza e allo stimolo di crescita;
- Aumentare troppo uno dei tre parametri allenanti penalizza gli altri, a discapito del carico allenante;
- La priorità nell'allenamento per la forza e l'ipertrofia è mantenere un'intensità elevata, quindi almeno l'85% rispetto al 1RM. È comunque necessario un volume allenante adeguato, ovvero una "quantità" di stimoli sufficiente a spingere l'organismo verso l'adattamento. La densità tra gli stimoli (recupero tra le set) deve essere tale da permettere di portare a termine la tabella mantenendo i sovraccarichi, le rep, le set e i TUT stabiliti;
- Le alte intensità impongono set piuttosto brevi, sia dal punto di vista del numero di rep che da quello dei TUT;
- L'applicazione del sistema a cedimento o del metodo a buffer dipende dalla scelta di dare precedenza all'esaurimento dei substrati energetici e all'accumulo di acido lattico nel primo caso, o a quella di aumentare gli stimoli di forza nel microciclo nel secondo;
- Cosa spinge l'organismo verso l'adattamento? Vincere resistenza per le quali è necessaria maggior forza, l'esaurimento dei substrati energetici – in particolare dei fosfageni – e l'accumulo di elevate concentrazioni di acido lattico;
- Come avviene tutto ciò? Grazie alla regolazione biochimica dei fattori anabolici quali: mechano growth factor, IGF-1, GH, terstosterone e insulina. Il tutto richiede comunque un bilancio calorico positivo e sufficienti livelli sia di carboidrati, amminoacidi essenziali, vitamine e minerali. Questi processi hanno bisogno di un tempo proporzionale al grado di sforzo impiegato;
- Come capire se il recupero tra le sessioni è adeguato? Anzitutto se si è in grado di eseguire l'allenamento prefissato fino al termine della programmazione (micro-, meso-, macrociclo), in secondo luogo se avviene un aumento dei carichi o un incremento obbiettivo della massa muscolare.
Considerazioni
Abbiamo dunque capito che, per creare un allenamento finalizzato all'aumento della sezione trasversa muscolare, dobbiamo rispettare i principi fisiologici alla base dell'anabolismo muscolare: stimolo della forza, esaurimento dei substrati energetici nelle miocellule – soprattutto fosfati – produzione di acido lattico, recupero adeguato in termini di dieta e tempistiche.
Ciò detto, per prima cosa è indispensabile scegliere se dare la precedenza alla crescita della forza o all'esaurimento dei substrati energetici con produzione di acido lattico.
Questo perché:
- Nel primo caso, l'opzione migliore è quella di creare una tabella a multifrequenza, con set ad altissima intensità sul 1RM ma a basse rep, TUT e set, in buffer, caratterizzata da un volume moderato e bassa densità.
- Nel secondo invece, può essere consigliabile scegliere la singola split settimanale per gruppo muscolare o la bifrequenza nel microciclo di 10 giorni, con set a medio-alta intensità sul 1RM, a medie rep, TUT e set, a cedimento, caratterizzate da un volume maggiore e media densità.
La soluzione migliore è senza dubbio quella di provarli entrambi e scegliere se alternare fasi diverse o creare tabelle ibride.
Tutto questo entrerà a far parte del famoso bagaglio d'esperienza, e vi aiuterà a comprendere meglio a quale tipo di stimolo il vostro organismo risponde con maggior vigore.