Rapidità e velocità: come e quando allenarle

Rapidità e velocità: come e quando allenarle
Ultima modifica 27.06.2022
INDICE
  1. Rapidità VS Velocità
  2. Come Allenarsi
  3. Ruolo della Forza nella Programmazione
  4. Conclusioni

Rapidità VS Velocità

Rapidità e velocità sono concetti simili ma non identici; con il termine rapidità si fa infatti riferimento alla capacità di reagire ad uno stimolo nel minor tempo possibile e/o di eseguire con la massima velocità movimenti di singoli segmenti corporei contro scarsa resistenza.

Velocità è invece un concetto fisico generalmente riferito all'intero corpo che esprime il rapporto tra la distanza percorsa (spazio) ed il tempo necessario per percorrerla (V=S/T).

La rapidità dipende soprattutto dalla funzionalità del sistema nervoso ed è legata solo in parte a fattori energetici. Per questo motivo la rapidità è una capacità scarsamente allenabile (può migliorare ma soltanto nell'ordine del 18-20%).

La capacità di sprint è invece caratteristica comune a numerosi sport ed il suo allenamento ha una notevole influenza sulla performance.

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Come Allenarsi

Gli allenamenti rivolti al miglioramento della rapidità variano da sport a sport dato che un ruolo fondamentale è ricoperto dall'esperienza motoria e dalle capacità tecniche dell'atleta. Il risultato di questo bagaglio di esperienze motorie è la cosiddetta capacità di anticipazione, che consente all'atleta di intuire, per esempio, la traiettoria e la velocità della palla in anticipo.

Diverso è per la velocità. Prendiamo a titolo esemplificativo una gara di sprint sui 100 metri: la prestazione dell'atleta si compone di tre fasi distinte: nella prima la velocità aumenta (fase di accelerazione 0-30 m circa) fino a raggiungere il suo valore massimo che verrà mantenuto soltanto per pochi secondi (fase di massima velocità 30-70m). Nel tratto finale si assiste invece ad una inesorabile diminuzione della velocità (fase di velocità decrescente 70-100m).

In allenamento la capacità di sprint viene allenata attraverso ripetute di 30-40 metri con partenza da fermo o da corsa lenta. In questo modo si stimola contemporaneamente anche il miglioramento della capacità di accelerazione. Questa prima fase dello sprint è quella maggiormente sensibile alla forza mentre dopo i venti metri la componente nervosa prende il sopravvento. Nella maggioranza degli sport la fase di accelerazione è particolarmente importante (calcio, rugby, basket ecc.).

Durante le ripetute sui trenta metri l'atleta dovrà impegnarsi al massimo, senza riserve. A seconda del grado di preparazione atletica andranno scelti schemi di allenamento diversi. Mentre la lunghezza delle ripetute (30-40 m) non deve subire variazioni significative, il numero di ripetizioni ed eventualmente di serie sarà influenzato dal livello prestativo, dall'anzianità di allenamento e dalle caratteristiche dell'atleta.

Per uno sportivo di medio alto livello l'allenamento della rapidità di sprint può essere così impostato: 2 serie da 6 ripetizioni sui 30 metri con recupero di due minuti tra le ripetizioni e quattro tra le serie.

Ovviamente le prove di velocità devono essere precedute da un adeguato riscaldamento (almeno 15-20 minuti) non solo per prevenire infortuni ma anche per garantire la massima prestazione in allenamento (la temperatura interna dell'organismo dev'essere superiore alla condizione di riposo per garantire la massima efficienza metabolica).

Nel calcio e negli altri giochi sportivi in cui è molto portante curare la fase di accelerazione si possono utilizzare varie tecniche di allenamento più o meno correlate al gesto atletico. Per esempio l'allenamento speciale dello sprint può essere eseguito palleggiando con la palla (basket) o portandola avanti con i piedi (calcio).

La capacità di accelerazione si allena generalmente coprendo distanze comprese tra i 10 ed i venti metri (l'aumento di velocità tra i venti ed i trenta metri è infatti molto basso). Per rendere l'allenamento più divertente si possono effettuare gare di sprint con un compagno iniziando la ripetuta con un paio di metri di svantaggio e cercando di raggiungerlo nei pochi metri a disposizione.

Per rendere l'allenamento della velocità più idoneo al gesto atletico si possono anche inserire percorsi a zig zag, dribbling tra birilli, salti di ostacoli, cambi improvvisi di direzione o accelerazioni e decelerazioni di durata variabile alternate da brevi tratti di corsa lenta.

Ruolo della Forza nella Programmazione

La rapidità pura è il parametro più importante nello sviluppo della velocità. Tuttavia, occorre prestare attenzione anche all'allenamento della forza soprattutto per migliorare nella fase di accellerazione.

All'inizio di uno sprint è importante avere una buona forza esplosiva - strettamente collegata alla forza massimale - che viene utilizzata nell'appoggio e nello scarico a terra della potenza muscolare - gioca un ruolo determinante nei primi metri in cui vi è un maggiore tempo di contatto del piede.

E' abbastanza complesso allenare e conciliare l'allenamento per la forza con quello della velocità, perché lo sviluppo di una tende ad invalidare l'altra. Di sicuro, il velocista non si allenerà mai a cedimento con i sovraccarichi, perché il recupero da tali sessioni sarebbe troppo lungo e penalizzante per lo scopo ultimo.

Il metodo a contrasto è stato ideato per risolvere tale problema. Esistono due diverse tipologie di lavoro:

  1. contro tra le serie in cui si alternano serie con carichi pesanti a serie con carichi più leggeri;
  2. contro nella serie in cui si alternano carichi pesanti a carichi leggeri nella stessa serie.

Queste tipologie di esercizio servono per stimolare maggiormente il sistema neuro muscolare:

  • il carico maggiore comporta un'esecuzione più lenta dell'esercizio mentre;
  • il carico minore stimola la velocità di esecuzione, in questo modo si possono conciliare l'allenamento della forza e quello della velocità.

Conclusioni

Concludendo, l'allenamento della forza, seppur secondario rispetto al lavoro di rapidità, può essere molto utile alla progressione altetica dello sportivo di velocità.

E' tuttavia necessario "azzeccare" la giusta metodologia, onde evitare di pregiudicare il fine ultimo; inoltre, è davvero importante "contenere" i rischi di infortunio.

Talvolta accade, infatti, che gli atleti vadano incontro a disagi muscolo-articolari proprio durante le sedute con sovraccarichi, il che compromette inesorabilmente l'avanzamento degli adattamenti auspicati nell'atleta.

Sarà cura dell'allenatore o del preparatore atletico:

  • Valutare la funzionalità del soggetto;
  • Scegliere il giusto esercizio;
  • Verificare l'esecuzione tecnica;
  • Stabilire il carico di lavoro più pertinente in base al caso.