Ultima modifica 18.03.2020

Generalità

Il vino porto (che d'ora in avanti chiameremo semplicemente "porto") acquisisce il nome della sua città d'origine, Porto per l'appunto, tuttora il secondo centro urbano più sviluppato del Portogallo.
Vino PortoIl porto è un vino dolce, liquoroso, che ben si presta all'accostamento coi dessert; nel Regno Unito, questa bevanda è anche impiegata per accompagnare certi formaggi.

Di recente, il porto tradizionale è stato ulteriormente diversificato in più varianti; sono così comparsi il porto bianco (da aperitivo) e il porto rosé.
La produzione annua di porto si aggira intorno alle 130 milioni di bottiglie, delle quali ben 115 milioni di tipo classico. I paesi tradizionalmente GRANDI consumatori di questo vino, oggi registrano un sensibile calo dell'acquisto; per contro, le nazioni con importazione di media entità conservano incessantemente il proprio trend.

Origini

Il porto è senz'altro il vino più caratteristico tra quelli portoghesi; tuttavia, analogamente a quanto avvenne per il Marsala, l'ingegno che ne partorì la "formula vincente" fu di provenienza britannica.
Furono proprio gli inglesi che, nella seconda metà del 1600, ebbero l'idea di aggiungere acquavite al vino di Douro (sub regione del Portogallo); presumibilmente, tale intervento non fu dettato dalla volontà di migliorare le caratteristiche organolettiche del vino, bensì dalla necessità di aumentarne la conservazione. Grazie all'elevato contenuto in alcol etilico, quest'ultimo obbiettivo venne raggiunto con successo.
I portoghesi, che non accolsero felicemente l'intervento inglese, stentarono ad iniziare la produzione di questo vino. Pertanto, anche l'immissione sul mercato ed il successo commerciale del porto furono opera esclusiva dell'ingegno britannico. In particolare, fu J.J.Forrester (in accordo con D.A.A. Ferreira - proprietaria terriera) ad organizzare il primissimo ciclo produttivo di porto (1756 d.C.), delimitando le zone di produzione, i prezzi e gli standard, prevenendo le frodi e stabilendo le 335 zone della quintas (appezzamenti con sede patronale, da dove provengono i vini migliori).
Ancora oggi, il porto viene prodotto esclusivamente da uve ricavate in vigneti terrazzati, siti nella valle del Douro. Le quintas odierne sono divenute grosse aziende, a loro volta legate agli esportatori siti nella zona centrale della città di Porto (dove avviene la trasformazione del vino). La produzione di porto è regolamentata dall'Istituto do Vinho do Porto, un ente creato nel 1933 che, dopo la rivoluzione del '74, perse i suoi poteri corporativistici.

Produzione

Il porto viene prodotto mediante alcuni passaggi fondamentali, alcuni dei quali diversi rispetto alla vinificazione tradizionale.
La pigiatura delle uve avviene dentro grosse vasche di granito chiamate lagares. Il mosto ricavato è lasciato fermentare solo parzialmente e poi mischiato ad acquavite per bloccare il processo di trasformazione (mutizzazione - per produrre mosto muto); tale accorgimento (introdotto nel 1820 e diffuso nel '52) consente di ottenere dei vini più zuccherini.

Composizione per 100 grammi di vino porto
Vino Porto - Valori Nutrizionali

Valori nutrizionali (per 100 g di parte edibile)

Parte edibile

100%

Acqua

71.1g

Proteine

0.1g

Amminoacidi prevalenti

-

Amminoacido limitante

-

Lipidi TOT

0.0g

Acidi grassi saturi

0.0g

Acidi grassi monoinsaturi

0.0g

Acidi grassi polinsaturi

0.0g

Colesterolo

0.0mg

Carboidrati TOT

12.0g

Amido

0.0g

Zuccheri solubili

12.0g

Alcol etilico

15.0g

Fibra alimentare

0.0g

Fibra solubile

0.0g

Fibra insolubile

0.0g

Energia

150.4kcal

Sodio

4.0mg

Potassio

97.0mg

Ferro

0.4mg

Calcio

4.0mg

Fosforo

12.0mg

Tiamina

2.00mg

Riboflavina

0.01mg

Niacina

0.10mg

Vitamina A

2.00µg

Vitamina C

0.0mg

Vitamina E

0.0mg

Avviene poi la maturazione in fusti di quercia e, per ultimo, l'imbottigliamento. Fa eccezione SOLO il porto vintage, che viene selezionato entro diciotto mesi dalla vendemmia; questo matura due o tre anni in botte per poi essere invecchiato altri 15-18 anni.

CRU del Vino Porto

I porto vintage sono ricavati da un'unica vendemmia svolta SOLO nelle annate definite idonee (come il 2000), circa ogni 3 o 5 anni.

Sono distribuiti sia dalle aziende inglesi che da quelle portoghesi ed alcuni provengono da una singola quinta (Single Quinta Port). I Late Bottled Vintage (LVB) sono vini invecchiati almeno 4 anni in botte e 5 anni in bottiglia. Altri tipi di porto sono: Tawnies (ad esempio Fine Old Tawnies, invecchiati alcune decine d'anni); Tawny Colheita (da una sola vendemmia, con invecchiamento mai inferiore a 7 anni); Ruby (il meno pregiato, ricavato dal taglio di diverse annate e con maturazione di circa 2-3 anni).

Caratteristiche Nutrizionali

Il porto è un vino liquoroso che rientra nel gruppo dei superalcolici; la sua composizione chimica evidenzia un discreto contenuto in zuccheri semplici, ma la prevalenza energetica rimane a favore dell'alcol etilico. Come il limoncello, il maraschino, la grappa, il gin, il Marsala, il nocino ecc., anche il porto NON si presta al consumo frequente e/o sistematico. Trattandosi di un vino liquoroso, la porzione media dovrebbe essere inferiore a quella del vino tradizionale e la frequenza di consumo solo occasionale.
Il consumo eccessivo di porto è potenzialmente dannoso per l'organismo, soprattutto in compresenza di malattie metaboliche e sofferenza epatica. Il porto è ESTREMANENTE sconsigliato a: ipertesi (per l'effetto ipertensivo dell'alcol), ipertrigliceridemici (per l'elevato contenuto in alcol etilico e zuccheri semplici), soggetti in sovrappeso (per l'elevato potere calorico totale e per l'effetto isulino-stimolante dell'alcol) e, in genere, a tutti quelli che soffrono di sindrome metabolica, steatosi epatica (alcolica e/o alimentare) e disturbi gastro-esofagei.


Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer