Ultima modifica 18.03.2020

Generalità

L'uva da tavola è il frutto di arbusti rampicanti appartenenti alla famiglia delle  Vitacee e al genere Vitis. Più precisamente, le nomenclature binomiali delle due specie più sfruttate per la produzione di uva da tavola sono, rispettivamente, Vitis vinifera e Vitis labrusca, esattamente le stesse destinate alla vinificazione o alla produzione di uva sultanina. Uva da tavolaL'uva da tavola, tuttavia, viene prodotta da vitigni di varietà specifiche, adatte alla produzione di uve commerciali per il consumo diretto, come quelle senza semi (apirene). Va comunque precisato che certi vitigni possiedono un'attitudine di tipo multiplo, per cui vengono commercialmente sfruttati sia per la vinificazione che per la produzione di uva da tavola e/o sultanina.
Dal punto di vista botanico, l'uva è definita un'infruttescenza, ovvero un raggruppamento di frutti a grappolo; i singoli frutti, chiamati acini e volgarmente definiti "chicchi", sono vincolati a una porzione NON edibile, di natura legnosa, detta graspo o raspo.

Gli acini dell'uva rappresentano la parte edibile e, dal punto di vista botanico, sono delle bacche; si caratterizzano per un epicarpo sottile (la buccia), che avvolge un mesocarpo carnoso (la polpa), che a sua volta avvolge l'endocarpo contenente i semi (vinaccioli).

NB. Nell'uva da tavola, i nutrienti energetici (soprattutto fruttosio) sono contenuti principalmente nella polpa; d'altro canto, ciò non significa che la buccia ed i semi non siano commestibili o risultino inutili! Infatti, queste due componenti sono responsabili dell'apporto di: fibre, acidi grassi polinsaturi (anche omega 3), fitosteroli, cere vegetali e diverse molecole di natura fenolica con proprietà antiossidante, antitumorale e ipocolesterolemizzante.
L'uva da tavola consumata in Italia è prevalentemente bianca, ma non mancano diverse tipologie color rosso (violaceo, tendente al fucsia o bordeaux). Il nostro Paese è il primo produttore mondiale di uve da tavola e, in seguito ad una notevole riduzione commerciale delle varietà (seconda metà del '900), oggi quelle più diffuse sono: Italia, Vittoria, Regina (bianche), Moscato d'Amburgo, Redo Globe e Rosada (rosse).
Tra le viti di origine europea, anche le varietà destinate alla produzione di uva da tavola sono fortemente coinvolte dall'aggressione radicale ad opera di un insetto fitofago (fillossera), ragion per cui, analogamente alle colture destinate alla vinificazione, è uso comune innestare le varietà di vinifera europea sull'apparato radicale di quelle americane (Vitis labrusca e suoi ibridi), aventi radici totalmente immuni all'insetto.




Torta Soffice con Uva - Senza Uova e Senza Latte

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Proprietà Nutrizionali

Composizione per: 100g di Uva, fresca - Valori di riferimento delle Tabelle di Composizione degli Alimenti INRAN
Uva Valori nutrizionali

Valori nutrizionali (per 100 g di parte edibile)

Parte edibile 100%
Acqua 94.0g
Proteine 0.5g
Amminoacidi prevalenti -
Amminoacido limitante -
Lipidi TOT 0.1g
Acidi grassi saturi 0.0g
Acidi grassi monoinsaturi 0.0g
Acidi grassi polinsaturi 0.0g
Colesterolo 0.0mg
Carboidrati TOT 15.6g
Amido 0.0g
Zuccheri solubili 15.6g
Alcol etilico 0.0g
Fibra alimentare 1.5g
Fibra solubile 0.2g
Fibra insolubile 1.3g
Energia 61.0kcal
Sodio 1.0mg
Potassio 192.0mg
Ferro 0.4mg
Calcio 27.0mg
Fosforo 4.0mg
Tiamina 0.03mg
Riboflavina 0.03mg
Niacina 0.4mg
Vitamina A 4.0µg
Vitamina C 6.0mg
Vitamina E tr

L'uva da tavola è un alimento tanto utile quanto controverso. Si tratta di un frutto ricco di vitamine, sali minerali e antiossidanti ma che, d'altro canto, apporta notevoli quantità di carboidrati semplici, quindi calorie; anche l'indice glicemico è piuttosto elevato.

L'uva da tavola è un prodotto idoneo al consumo da parte di soggetti sani, purché se ne impieghi una porzione inferiore del 50% rispetto alla media della frutta estiva (pesche, albicocche, melone, anguria, fragole ecc.) e del 20-30% inferiore rispetto alla media della frutta invernale (arance, mele, pere, kiwi ecc.). In ambito dieto-terapico, invece, l'utilizzo di uva da tavola è decisamente più complicato. Oltre alla riduzione percentuale di cui abbiamo fatto menzione (che ne compensa la differenza energetica), in caso di sovrappeso e/o diabete mellito, è necessario tener conto di altri fattori quali:

  1. Tendenza all'abuso, in virtù della spiccata gradevolezza (gusto molto dolce)
  2. Alto indice glicemico che, in maniera dipendente al volume della porzione, può sollecitare eccessivamente lo stimolo di insulina
  3. Minor concentrazione di fibre rispetto ad altri frutti più consigliabili (ad esempio, le mele ne contengono il 40% in più).

In sintesi, l'uva da tavola rientra nel gruppo di frutti dei quali è NECESSARIO fare un uso più attento, assieme a: loti o kaki, fichi, fichi d'India, castagne, ciliegie nere ecc.
Per contro, l'uva da tavola ROSSA, grazie alla presenza più generosa di alcune molecole NON energetiche, sembra possedere diverse caratteristiche metaboliche degne di nota. Tra queste, citiamo il potenziale di ottimizzare la colesterolemia (riduzione del colesterolo cattivo LDL), la capacità di ridurre l'aggregazione piastrinica ed il vantaggio di moderare lo stress ossidativo. Gran parte di questi effetti positivi scaturiti dall'assunzione di uva da tavola è imputabile alla presenza di molecole fenoliche, ovvero polifenoli di tipo flavonoide.
Dell'uva da tavola si apprezzano anche le notevoli quantità d'acqua e di potassio che, associate al carico e all'indice glicemici di cui sopra, la rendono un ottimo alimento per la nutrizione dello sportivo (sia prima, sia dopo l'attività).


Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer