Quali cibi riducono il rischio di tumore alla prostata?

Una dieta bilanciata e il più possibile sana è l'alleata numero uno per mantenere in salute l'organismo. Questa teoria vale universalmente ma esistono cibi particolarmente indicati per contrastare malattie specifiche.
Quelli ricchi di antiossidanti, ad esempio, aiuterebbero a diminuire il rischio di sviluppare un tumore alla prostata e supporterebbero la terapia in caso la malattia sia già sopraggiunta, grazie al loro effetto in grado di ridurre la tossicità e aiutare a bloccare la progressione della malattia.
Allo stesso modo, sempre associati a una dieta bilanciata, anche alcuni integratori opportunamente prescritti da un andrologo e a base degli stessi ingredienti possono avere un ruolo preventivo e protettivo nella popolazione maschile a rischio.
L’incidenza del tumore prostatico
Ogni anno in Italia sono 36.000 le nuove diagnosi di cancro alla prostata, un numero che rende questa forma tumorale la più frequente nella popolazione maschile.
Anche in virtù del fatto che nelle sue fasi iniziali si presenta in genere totalmente asintomatica, per combatterla, l'arma numero uno resta la diagnosi precoce, associata a un tasso di guarigione di circa al 90%, da effettuare attraverso programmi di screening specifici.
Tuttavia, di pari passo è fondamentale individuare e poi intervenire su quelli che possono essere i principali fattori di rischio, nei quali rientrano una storia familiare di tumore della prostata, l'avanzamento dell'età, stili di vita errati e una dieta poco salutare.
I nemici giurati della salute della prostata, che potrebbero stimolare lo sviluppo di questa neoplasia, sono grassi saturi, derivati del latte e alcool.
Di contro però, la scienza negli anni ha individuato cibi in grado di prevenire l'insorgenza di tumore della prostata, soprattutto se somministrati a persone che risultino essere particolarmente a rischio o alle quali siano già state rilevate lesioni precancerose che potrebbero con molta probabilità essere il preludio dello sviluppo della malattia.
I cibi amici della prostata
Le evidenze più solide di un effetto benefico sulla prostata, e di un aiuto nel combattere l'insorgenza del tumore, riguardano gli alimenti contenenti alcune sostanze ad azione antiossidante, antinfiammatoria e antiproliferativa. Nello specifico si tratta di epigallocatechine, licopene, resveratrolo e pterostilbene.
Epigallocatechine e licopene sono contenuti in grande quantità soprattutto nel tè verde e nei pomodori. Dopo uno studio clinico svolto su un gruppo di uomini con lesioni precancerose e quindi identificati come ad alto rischio di tumore alla prostata è stato osservato che coloro che avevano assunto regolarmente epigallocatechine derivate dal tè verde avevano un rischio di ammalarsi minore del 60% rispetto ai soggetti ai quali era stata somministrata esclusivamente una sostanza placebo. Sempre lo stesso studio ha evidenziato che il rischio può ridursi fino all'80% a seguito di un'assunzione di tali sostanze in modo continuativo per due anni.
Una metanalisi di 42 studi basata sull'osservazione di quasi 700.000 partecipanti, ha invece evidenziato che anche il licopene sarebbe particolarmente adatto in fase di prevenzione.
Contenuto in importanti quantità nei pomodori, è caratterizzato da un principio attivo dal dimostrato effetto protettivo, inferiore solo all'epigallocatechine del tè verde.
Secondo diversi studi clinici, implementare l'assunzione di licopene aumentando il consumo di pomodori all'interno dei propri pasti, e di conseguenza aumentandone la concentrazione nel sangue, ridurrebbe del 12% il rischio di sviluppare ogni tipo di tumore alla prostata, percentuale che si alza al 26% nel caso di tipologie particolarmente aggressive.
L'assunzione nella dieta è limitata però da un basso assorbimento da parte dell'intestino, che viene facilitato quando il pomodoro viene cotto.
Nuove scoperte scientifiche
Tè verde e pomodori sono già da tempo noti agli studiosi per i loro effetti in termini di prevenzione del tumore alla prostata, ma a loro nuovi studi hanno aggiunto l'uva, che deve la sua efficacia alla presenza del resveratrolo ad azione non solo preventiva contro il cancro prostatico ma di supporto ai trattamenti anti-tumorali. Anche in questo caso a rendere tutto ciò possibile è l'alto potere antiossidante che agisce su un doppio binario: nello stadio iniziale del cancro attraverso fattori di blocco; e in quello più avanzato con fattori di soppressione che ne frenano la progressione.
Alla famiglia delle sostanze amiche della prostata si è aggiunto di recente anche il Pterostilbene, un antiossidante simile al resveratrolo del vino rosso e presente in molti alimenti tra cui mirtillo e arachidi. Le sue proprietà preventive sono state ufficializzate dopo uno studio pubblicato su Cancer Prevention Research.
Secondo uno studio pubblicato su European Urology, a supportare la terapia di trattamento del cancro prostatico sarebbe anche il melograno, grazie ad uno dei suoi ingredienti, l'acido ellagico, che ridurrebbe la tossicità indotta dalla chemioterapia, in particolare la neutropenia nei pazienti con cancro prostatico ormone-refrattario.
Implementare questi alimenti alla propria dieta aiuta l'assorbimento dei componenti in questione, anche se per una maggiore efficacia se ne consiglia l'assunzione anche tramite integratori, sempre però sotto suggerimento e stretto controllo di un medico che valuti ogni paziente singolarmente e stabilisca le dosi corrette. A seguito di questa azione sinergica infatti, il loro effetto si amplifica fino a tre volte.
Qui informazioni sui LUTS.