Spuntini proteici: quali sono?

Spuntini proteici: quali sono?
Ultima modifica 21.03.2023
INDICE
  1. Proteine nello spuntino: quando e come
  2. Colazione: importanza del pasto
  3. Quale Spuntino Proteico Scegliere?

Per spuntino si intende un pasto secondario, quindi differente dai tre pasti principali, che sono colazione, pranzo e cena.

In una dieta equilibrata, gli spuntini dovrebbero essere almeno due al giorno (meglio tre) e fornire ciascuno il 5-10% delle chilocalorie (kcal) totali giornaliere; per fare un esempio concreto: in una dieta da 2000kcal l'energia di uno spuntino potrebbe oscillare tra le 100 e le 200kcal.

Chiarito questo, cerchiamo di capire qual è la funzione dello spuntino (o pasto secondario) e come dovrebbe essere strutturato.
Diciamo che, in linea generale, le raccomandazioni nutrizionali per uno spuntino equilibrato derivano principalmente dalla necessità di ottemperare al senso di appetito (e non di fame) che insorge tra i pasti principali.

Gli spuntini servono dunque a posticipare il bisogno di alimentarsi, ma anche a sostenere l'organismo durante le regolari attività quotidiane; i requisiti fondamentali sono: praticità d'uso, facilità di consumo e leggerezza digestiva.

Come per gli altri pasti, anche gli spuntini subordinano alle necessità nutrizionali soggettive, pertanto la loro gestione/organizzazione può cambiare sensibilmente in maniera intra ed interpersonale. Ad esempio, lo spuntino di uno sportivo difficilmente sarà lo stesso di un sedentario, così come il pasto secondario di un singolo atleta non è standardizzabile tra i giorni di allenamento e di riposo.

La composizione chimica di uno spuntino è da stabilire rispettando il criterio dell'equilibrio nutrizionale; per esempio, se in alcuni casi deve ottemperare SOLO al fabbisogno energetico, in altri ha la funzione di compensare le necessità plastiche (proteiche).

Ovviamente, è buona norma evitare sempre i cibi spazzatura e gli integratori alimentari, prediligendo alimenti NON lavorati e naturali; ad esempio, piuttosto che dei crackers (contenenti farine raffinate e grassi idrogenati) meglio prediligere frutta e semi oleosi (che includono fruttosiograssi polinsaturiacqua, più sali minerali, diverse vitamine e fibra alimentare). Allo stesso modo, invece di una bevanda a base di proteine isolate (che non apporta altro che peptidi) meglio optare verso alimenti proteici (anch'essi ricchi di sali minerali, vitamine, probiotici ecc.).

Nel prossimo paragrafo cercheremo di capire meglio QUANDO lo spuntino deve essere prevalentemente proteico (plastico).

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Proteine nello spuntino: quando e come

Come anticipato, lo spuntino varia in base alle necessità. Spesso viene utilizzato per supportare i pasti principali nell'apporto di fibre, potassiomagnesio, acqua ed energia (attraverso il consumo di frutta e derivati dei cereali); altre volte contribuisce a prevenire il catabolismo muscolare (negli atleti adulti, nei soggetti con difetti dell'assorbimento intestinale ecc.) e a favorire l'anabolismo (nei culturisti e nei soggetti in accrescimento che praticano sport).

Gli alimenti proteici da utilizzare comodamente nel contesto di uno spuntino sono: yogurt magri (tradizionale, addensato, greco ecc.), fiocchi di lattealbumi d'uovo cotti, roast-beeftonno in scatola (meno consigliabile rispetto ai precedenti) ecc.; questi cibi, oltre a contenere alte quantità di proteine, vantano anche un ottimo valore biologico.


Lo spuntino proteico svolge quindi un ruolo abbastanza importante nel raggiungimento del fabbisogno plastico, ma ciò non significa che rappresenti SEMPRE la scelta più corretta. Ne possono giovare essenzialmente le persone che non tollerano pasti principali molto ricchi di proteine (per questioni digestive), chi pecca nell'assorbimento intestinale (anziani, sottoposti a resezione parziale dell'intestino ecc.), diabetici (per garantire un indice e un carico glicemici contenuti), persone in sovrappeso (le quali giovano di un'azione dinamico specifica più elevata) ecc.

Al di fuori di questi contesti, in diverse circostanze l'assunzione di proteine nella dieta risulta addirittura eccessiva; ne sono esempi lampanti i regimi alimentari dei culturisti e di chi pratica diete iperproteiche a scopo estetico (diete finalizzate a ridurre la massa grassa oltre la predisposizione individuale o prescindendo dallo stato di salute). In questi casi il fabbisogno plastico è ampiamente coperto dai pasti principali e, mediante l'utilizzo di spuntini proteici, può divenire ECCESSIVO sottoponendo il fegato ed i reni ad un inutile carico di lavoro.

In base a quanto citato, i pasti secondari proteici possono essere di diverso genere; quindi: "Come sceglierli?"

Colazione: importanza del pasto

La colazione è uno dei 5-6 pasti ordinari della giornata. Si è soliti definirlo "il più importante", anche se la maggior parte delle persone non è in grado di giustificarne il motivo reale. Dal punto di vista "quantitativo", la colazione apporta (o meglio, dovrebbe apportare) circa il 15% delle calorie totali quotidiane. Al contrario, gli altri due pasti principali (ovvero il pranzo e la cena), dovrebbero fornire pressappoco il 40 ed il 35% dell'energia; parallelamente, i pasti secondari (2-3 spuntini) si limitano a contribuire complessivamente per il restante 10% (fino al 25%) delle calorie. Quindi, se la matematica non è un'opinione, rispettando il criterio della "quantità calorica", la colazione sembra molto più simile ad un pasto secondario che ad uno principale. Tuttavia, la sua importanza si cela in un meccanismo di tipo metabolico e non matematico.

La colazione ha lo scopo di rifocillare l'organismo dopo un digiuno che dura dal termine della cena precedente. In linea di massima, supponendo che l'ultimo pasto della giornata venga consumato tra le 19:30 e le 20:30, e che la colazione successiva avvenga tra le 7:30 e le 8:30, questo lasso di tempo dovrebbe corrispondere a circa 11-13 ore. Va da sé che, per logica, sarebbe opportuno che la colazione fornisse molto più del 15% delle calorie giornaliere (ricordate il detto: "consuma una colazione da re, un pranzo da principe e una cena da povero"?); anche perché, scrutando i cicli circadiani, la secrezione di insulina e la sua captazione periferica sono maggiori in queste ore del giorno piuttosto che al pomeriggio o alla notte. Ciò nonostante, alla mattina (forse per questioni nervose o di tempo), la media delle persone non tollera facilmente grosse porzioni di cibo e preferisce consumarle a pranzo o a cena. Inoltre, va ricordato che il digiuno notturno avviene in condizioni di dispendio energetico volutamente limitato (in sostanza, corrisponde al metabolismo basale); quella notturna, quindi, non è certo paragonabile ad un'astinenza mattutina, pomeridiana o serale, periodi nei quali l'organismo è più attivo e dispendioso. Va poi specificato che, trattandosi del primo pasto, riducendone l'entità o eliminandolo completamente si corre il rischio di cumulare appetito (che si tramuta in FAME) e di eccedere con le porzioni nei pasti successivi; in pratica, non assumendo tale energia a colazione, questa viene poi sommata al pranzo o alla cena incrementando i deposito adiposo per eccesso calorico.

Queste sono le ragioni che giustificano l'importanza del pasto mattutino e che, parallelamente, ne limitano l'entità ad un modesto 15% del totale.

Quale Spuntino Proteico Scegliere?

La scelta del tipo di spuntino proteico è piuttosto banale; si tratta di tenere in considerazione: i fabbisogni nutrizionali (soprattutto di sali minerali e vitamine), eventuali condizioni fisiologiche particolari (come allergie e intolleranze alimentari), rispettare il principio della varietà alimentare e non dimenticare gli specifici gusti personali.

Per fare alcuni esempi, lo spuntino proteico ideale per una persona che non raggiunge brillantemente la quota di omega3 e/o vit. D nella dieta potrebbe essere costituito da tonno o sgombro in scatola, a patto che il soggetto non soffra di ipertensione (in quanto il pesce conservato è sempre ricco di sodio).

Parallelamente, la fase di accrescimento richiede alte concentrazioni di calcio (Ca) e l'apporto di questo minerale può essere garantito mediante l'assunzione di prodotti caseari (ad esempio: yogurt, fiocchi di latteformaggi spalmabiliricotte ecc); la stessa categoria, se caratterizzata da un eccesso ponderale, prediligerà senz'altro gli alimenti scremati.

L'alternanza di pesci e latticini potrebbe contribuire a moderare la progressione dell'osteoporosi (grazie alla vit. D e al calcio), pertanto si presta maggiormente alla dieta della donna in menopausa (più soggetta a questa patologia dell'uomo).

Chi pratica diete ipocaloriche e necessita un buon apporto plastico, oggi può reperire in commercio degli yogurt a basso contenuto di grassi (scremati) e addensati-concentrati (più ricchi di proteine). L'apporto peptidico è ben superiore (a volte quasi doppio) rispetto a quello tradizionale e, come gli altri cibi caseari, vanta un pool di amminoacidi essenziali COMPLETO. L'unica problematica all'utilizzo di questi alimenti è la presenza di lattosio che, nei soggetti con intolleranza alimentare, può dare origine ad una sintomatologia gastro-intestinale piuttosto fastidiosa; d'altro canto, quando l'intolleranza è di scarsa entità o transitoria, gli yogurt sono tra i pochi alimenti utilizzati per il reintegro graduale dei latticini nella dieta.



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Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer