
Capita a tutti, mentre si cucina o si è già a tavola, di far cadere del cibo a terra.
Una vera e propria seccatura che subito genera due azioni opposte: c'è chi butta l'alimento caduto e chi lo raccoglie rapidamente e poi lo mangia o continua a cucinarlo.
Quest'ultima azione è molto comune ma è bene chiedersi se sia anche corretta oppure se mangiare un cibo caduto a terra possa comportare qualche problema per la salute.
Rischi di mangiare un cibo caduto a terra
Anche se i pavimenti di casa propria sono puliti e ogni volta che si entra ci si ricorda scrupolosamente di togliersi le scarpe, esistono chiari rischi nel mangiare cibo caduto su di essi.
La superficie su cui si cammina, infatti, è ricca di batteri, che secondo uno studio pubblicato settembre 2015 sulla rivista Proceedings of the Royal Society B possono essere ancora di più rispetto a quelli che si trovano in molti ambienti esterni.
Per questo, nonostante non sia assolutamente una certezza, mangiando cibo caduto sul pavimento, esiste la concreta possibilità di ammalarsi o andare incontro a piccoli fastidi gastrointestinali.
Se in casa si hanno animali domestici poi, la probabilità aumenta. Un cibo caduto a terra potrebbe infatti raccogliere gli agenti nocivi responsabili della Toxoplasmosi. I sintomi assomigliano all'influenza e includono dolori muscolari che possono durare per mesi, oltre a visione offuscata e occhi rossi.
Chi rischia di più
Ovviamente non è affatto detto che mangiando qualcosa che cade a terra ci si ammali, anzi è molto più probabile non avere conseguenze. Tuttavia, anche se sprecare il cibo non è una cosa positiva e tutti vorrebbero evitare di farlo, mangiare quello caduto sul pavimento non è comunque una buona idea, nemmeno se lo si è fatto altre volte senza avere ripercussioni.
La presenza di batteri sulla superficie infatti non è sempre uguale e se a volte potrebbe non essere sufficiente per creare danni, altre potrebbe invece farlo.
Inoltre, nemmeno il corpo umano è sempre recettivo allo stesso modo e se spesso riesce a difendersi dagli attacchi esterni a volte è più vulnerabile.
Questo vale per tutti ma ancor di più per le persone particolarmente delicate come bambini sotto i sei anni, anziani, chi ha un sistema immunitario indebolito a causa di determinate patologie e le donne incinte.
Tutti questi soggetti dovrebbero evitare più di altri di mangiare cibo caduto a terra.
Quanto ci mettono i batteri a contaminare il cibo
I batteri purtroppo possono trasferirsi sul cibo all'istante, quindi anche la famosa regola dei cinque secondi, secondo la quale raccogliere un cibo da terra prima del passaggio di questo breve intervallo di tempo non consentirebbe ai batteri di aggrapparsi sull'alimento, è falsa.
La contaminazione, infatti, avviene in molto meno tempo. In alcuni casi, il trasferimento di batteri al cibo inizia in meno di un secondo, secondo uno studio dell'ottobre 2016 sulla rivista Applied and Environmental Microbiology.
Ovviamente più il cibo sta a terra più la situazione peggiora, come scoperto dai ricercatori dello stesso studio che hanno osservato come un tempo di contatto più lungo si traduce in un maggiore trasferimento batterico.
Cosa aumenta il rischio
Anche altri fattori come il tipo di cibo e la superficie su cui cade giocano un ruolo sul livello di contaminazione.
Su quattro diversi tipi di alimenti analizzati nello studio, anguria, pane, pane e burro e caramelle gommose, l'anguria ha raccolto la maggior parte dei germi, mentre le caramelle gommose ne hanno raccolti un numero inferiore.
In generale, i cibi con più presenza di acqua e umidi raccolgono sicuramente più sporco e batteri dal pavimento rispetto ai cibi secchi.
Lo studio ha inoltre rilevato che la moquette ha una velocità di trasferimento molto bassa rispetto alle piastrelle e all'acciaio inossidabile e che la velocità di trasferimento dal legno tende ad essere più variabile.
Altre varianti da tenere in considerazione sono l'umidità e la temperatura che si ha in casa. Più queste sono alte, infatti, più gli agenti negativi proliferano velocemente.
La possibilità o meno che la carica batterica sul cibo possa far ammalare varia dunque ampiamente da caso a caso, ma è importante tenere presente che i batteri sul pavimento possono aggiungersi ad altri batteri già presenti sul cibo, quindi non è detto che se si sta male dopo averlo mangiato la colpa sia necessariamente, o del tutto, della caduta a terra.
Ad esempio, se a cadere è del pollo crudo, questo potrebbe ospitare salmonella, un batterio che può causare diarrea, febbre e crampi addominali entro 8-72 ore.
Sulla carne macinata, invece, potrebbero esserci batteri Escherichia coli che possono causare diarrea, crampi, dolori addominali, nausea e vomito tre o quattro giorni dopo l'esposizione.
Anche se si lavano spesso i pavimenti, questi non diventano mai sterili e quindi privi di agenti patogeni, che possono sopravvivere anche per molti mesi.