Quali sono i batteri alimentari e come difendersi
Sono tantissime ogni anno le persone che si ammalano a causa di agenti patogeni di origine alimentare, ovvero virus, parassiti, tossine e batteri nocivi presenti nei cibi che se ingeriti scatenano disturbi più o meno gravi.
Questi elementi entrano negli alimenti in diversi modi. L'acqua utilizzata per irrigare il terreno in cui sono coltivate verdure e frutta, ad esempio, può essere contaminata da germi indesiderati che vengono poi trasferiti su di esse. In altri casi gli agenti patogeni possono trovarsi sulla pelle degli animali da allevamento e successivamente penetrare nella carne e nei prodotti avicoli durante la macellazione e la lavorazione; oppure essere raccolti dai pesci che mangiano organismi più piccoli nel mare.
Infine, anche le persone infette da una malattia di origine alimentare che maneggiano o preparano cibo per gli altri possono trasferire germi involontariamente.
La maggior parte dei batteri richiede determinate condizioni per prosperare. Gli alimenti caldi, umidi o leggermente acidi sono più inclini alla crescita batterica.
Anche se il più delle volte dalle malattie di origine alimentare si guarisce senza alcun intervento medico è utile riconoscere i segnali che possono rivelarne la presenza per poter in alcuni casi prevenirle.
Agenti patogeni di origine alimentare più comuni
- Norovirus
- Salmonella
- Clostridio Perfringens
- Campilobatteri
- Escherichia Coli
- Listeria
- Stafilococco aureo
Norovirus
Virus spesso indicato come causa più comune di disturbi gastrointestinali. Le forme di contagio sono diverse, tra le quali spiccano il contatto con persone e superfici infette, l'assunzione di cibi o bevande contaminati, cibi freschi o già pronti, crostacei, panini e frutta tagliata.
L'incubazione del malessere derivato dal suo attacco dura circa dalle 12 alle 48 ore e i sintomi sono diarrea, vomito, dolore addominale e nausea.
Per ridurre il rischio lavarsi sempre bene le mani con acqua tiepida e sapone, indossare guanti ogni volta che si preparano cibi pronti e disinfettare regolarmente le superfici eventualmente contaminate dal virus.
Salmonella
Batterio che si può contrarre da proteine animali come pollame, maiale, uova e carne rossa, ma anche da frutta, verdura, germogli e noci.
Il periodo di incubazione può durare da 6 ore a 6 giorni e i sintomi sono diarrea, nausea, vomito, febbre e dolori o crampi addominali.
Per ridurre il rischio evitare le proteine poco cotte come uova crude e carne al sangue e il latte non pastorizzato.
Clostridio Perfringens
Con questo nome si indicano tossine prodotte da alcuni batteri che non possono essere trasmessi da persona a persona ma arrivano all'organismo umano tramite proteine animali come carne rossa, pollame o qualsiasi alimento lasciato a temperature pericolose per più di 2 ore.
L'incubazione dura dalle 6 alle 24 ore e i sintomi sono diarrea, vomito e dolore o crampi addominali.
Per ridurre il rischio assicurarsi che gli alimenti potenzialmente pericolosi siano cotti, riscaldati o mantenuti a temperature sicure. Per quelli caldi meglio superare i 60°, mentre quelli freddi sotto i 4°.
Campilobatteri
Conosciuto anche come campilobatteriosi, questo microrganismo infettivo si trova nel latte non pastorizzato e in pollame, crostacei e acqua.
L'incubazione dura circa da 2 a 5 giorni e i sintomi sono diarrea, spesso contenente sangue, dolore addominale, crampi, febbre e vomito.
Per ridurre il rischio bere solo latte pastorizzato e acqua sottoposta a filtrazione e disinfezione.
Escherichia Coli
La presenza di Escherichia Coli all'interno dell'intestino è del tutto normale e la maggior parte di questi micro organismi non induce malattie, ma alcune forme specifiche o sottotipi sono patogene.
Queste si trovano in proteine animali poco cotte come carne cruda, latte e formaggi non pastorizzati, frutta e verdura cruda e acqua contaminata. Anche l'assunzione accidentale di particelle di feci da animali o persone infette può diffondere germi di Escherichia coli.
L'incubazione dura da 1 a 10 giorni e i sintomi sono diarrea, spesso contenente sangue, dolore addominale e vomito.
Gravi infezioni da Escherichia Coli possono portare a una condizione chiamata sindrome emolitico-uremica, che è caratterizzata da una riduzione della minzione, urine di colore scuro e pallore. Al manifestarsi di uno o più di questi sintomi contattare un medico.
Per ridurre il rischio è bene lavarsi sempre le mani quando si prepara il cibo e non mangiare cibi ad alto rischio.
Listeria
Listeria è un batterio che può essere presente in latte e formaggi non pastorizzati, frutta e verdura crude, proteine animali trasformate come quelle dei salumi e prodotti ittici affumicati come il salmone.
L'incubazione dure da 7 a 70 giorni e i sintomi più comuni sono diarrea e febbre ma i batteri possono causare sintomi sistemici se viaggiano oltre il tratto gastrointestinale. Questa condizione, chiamata listeriosi invasiva, può portare ad affaticamento, rigidità muscolare, confusione e problemi di equilibrio.
Stafilococco aureo
Lo Staphylococcus aureus vive spesso sulla pelle, quindi il cibo che è stato maneggiato o preparato da chiunque abbia lo stafilococco è una possibile fonte di contaminazione. Anche gli alimenti che non vengono riscaldati dopo la preparazione come salumi, panini, insalate e alcuni dolci possono essere fonti ad alto rischio.
Questi batteri producono tossine quindi i sintomi, che sono nausea e vomito improvvisi, diarrea e dolori o crampi addominali, si manifestano rapidamente e spesso in un intervallo di tempo che va dai 30 minuti alle 8 ore.
Per ridurre il rischio conservare sempre gli alimenti alle temperature di sicurezza, evitare di preparare o maneggiare il cibo se si manifestano sintomi gastrointestinali e lavarsi bene e spesso le mani.