Quali sono i batteri alimentari e come difendersi

Quali sono i batteri alimentari e come difendersi
Ultima modifica 30.11.2022
INDICE
  1. Agenti patogeni di origine alimentare più comuni
  2. Norovirus
  3. Salmonella
  4. Clostridio Perfringens
  5. Campilobatteri
  6. Escherichia Coli
  7. Listeria
  8. Stafilococco aureo

Sono tantissime ogni anno le persone che si ammalano a causa di agenti patogeni di origine alimentare, ovvero virus, parassiti, tossine e batteri nocivi presenti nei cibi che se ingeriti scatenano disturbi più o meno gravi.

Questi elementi entrano negli alimenti in diversi modi. L'acqua utilizzata per irrigare il terreno in cui sono coltivate verdure e frutta, ad esempio, può essere contaminata da germi indesiderati che vengono poi trasferiti su di esse. In altri casi gli agenti patogeni possono trovarsi sulla pelle degli animali da allevamento e successivamente penetrare nella carne e nei prodotti avicoli durante la macellazione e la lavorazione; oppure essere raccolti dai pesci che mangiano organismi più piccoli nel mare.

Infine, anche le persone infette da una malattia di origine alimentare che maneggiano o preparano cibo per gli altri possono trasferire germi involontariamente.

La maggior parte dei batteri richiede determinate condizioni per prosperare. Gli alimenti caldi, umidi o leggermente acidi sono più inclini alla crescita batterica.

Anche se il più delle volte dalle malattie di origine alimentare si guarisce senza alcun intervento medico è utile riconoscere i segnali che possono rivelarne la presenza per poter in alcuni casi prevenirle.

Agenti patogeni di origine alimentare più comuni

Norovirus

Virus spesso indicato come causa più comune di disturbi gastrointestinali. Le forme di contagio sono diverse, tra le quali spiccano il contatto con persone e superfici infette, l'assunzione di cibi o bevande contaminati, cibi freschi o già pronti, crostacei, panini e frutta tagliata.

L'incubazione del malessere derivato dal suo attacco dura circa dalle 12 alle 48 ore e i sintomi sono diarrea, vomito, dolore addominale e nausea.

Per ridurre il rischio lavarsi sempre bene le mani con acqua tiepida e sapone, indossare guanti ogni volta che si preparano cibi pronti e disinfettare regolarmente le superfici eventualmente contaminate dal virus.

Salmonella

Batterio che si può contrarre da proteine animali come pollame, maiale, uova e carne rossa, ma anche da frutta, verdura, germogli e noci.

‌Il periodo di incubazione può durare da 6 ore a 6 giorni e i sintomi sono diarrea, nausea, vomito, febbre e dolori o crampi addominali.

Per ridurre il rischio evitare le proteine poco cotte come uova crude e carne al sangue e il latte non pastorizzato.

Clostridio Perfringens

Con questo nome si indicano tossine prodotte da alcuni batteri che non possono essere trasmessi da persona a persona ma arrivano all'organismo umano tramite proteine animali come carne rossa, pollame o qualsiasi alimento lasciato a temperature pericolose per più di 2 ore.

L'incubazione dura dalle 6 alle 24 ore e i sintomi sono diarrea, vomito e dolore o crampi addominali.

Per ridurre il rischio assicurarsi che gli alimenti potenzialmente pericolosi siano cotti, riscaldati o mantenuti a temperature sicure. Per quelli caldi meglio superare i 60°, mentre quelli freddi sotto i 4°.

Campilobatteri

‌Conosciuto anche come campilobatteriosi, questo microrganismo infettivo si trova nel latte non pastorizzato e in pollame, crostacei e acqua.

L'incubazione dura circa da 2 a 5 giorni e i sintomi sono diarrea, spesso contenente sangue, dolore addominale, crampi, febbre e vomito.

Per ridurre il rischio bere solo latte pastorizzato e acqua sottoposta a filtrazione e disinfezione.

Escherichia Coli

La presenza di Escherichia Coli all'interno dell'intestino è del tutto normale e la maggior parte di questi micro organismi non induce malattie, ma alcune ‌forme specifiche o sottotipi sono patogene.

Queste si trovano in proteine animali poco cotte come carne cruda, latte e formaggi non pastorizzati, frutta e verdura cruda e acqua contaminata. Anche l'assunzione accidentale di particelle di feci da animali o persone infette può diffondere germi di Escherichia coli.

L'incubazione dura da 1 a 10 giorni e i sintomi sono diarrea, spesso contenente sangue, dolore addominale e vomito.

Gravi infezioni da Escherichia Coli possono portare a una condizione chiamata sindrome emolitico-uremica, che è caratterizzata da una riduzione della minzione, urine di colore scuro e pallore. Al manifestarsi di uno o più di questi sintomi contattare un medico.

Per ridurre il rischio è bene lavarsi sempre le mani quando si prepara il cibo e non mangiare cibi ad alto rischio.

Listeria

Listeria è un batterio che può essere presente in latte e formaggi non pastorizzati, frutta e verdura crude, proteine animali trasformate come quelle dei salumi e prodotti ittici affumicati come il salmone.

L'incubazione dure da 7 a 70 giorni e i sintomi più comuni sono diarrea e febbre ma i batteri possono causare sintomi sistemici se viaggiano oltre il tratto gastrointestinale. Questa condizione, chiamata listeriosi invasiva, può portare ad affaticamento, rigidità muscolare, confusione e problemi di equilibrio.

Stafilococco aureo

Lo Staphylococcus aureus vive spesso sulla pelle, quindi il cibo che è stato maneggiato o preparato da chiunque abbia lo stafilococco è una possibile fonte di contaminazione. Anche gli alimenti che non vengono riscaldati dopo la preparazione come salumi, panini, insalate e alcuni dolci possono essere fonti ad alto rischio.

Questi batteri producono ‌tossine quindi i sintomi, che sono nausea e vomito improvvisi, diarrea e dolori o crampi addominali, si manifestano rapidamente e spesso in un intervallo di tempo che va dai 30 minuti alle 8 ore.

Per ridurre il rischio conservare sempre gli alimenti alle temperature di sicurezza, evitare di preparare o maneggiare il cibo se si manifestano sintomi gastrointestinali e lavarsi bene e spesso le mani.