Ultima modifica 07.04.2020
INDICE
  1. Gravidanza e Peperoncino
  2. Controindicazioni
  3. Conclusioni

Gravidanza e Peperoncino

Peperoncino in gravidanza: introduzione

Si può mangiare il peperoncino in gravidanza? Certamente sì.

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Perché alcuni reputano che il peperoncino sia controindicato in gravidanza? Soprattutto per il timore che la capsaicina, molecola responsabile della reazione "piccante", possa esercitare gravi effetti collaterali sul feto. Si tratta di paure prive di fondamento anche se, come sempre, alle donne incinte si consiglia di rispettare il criterio della ragionevolezza.

Generalità sul peperoncino

Il peperoncino è un ortaggio nativo del continente sud americano, naturalizzato praticamente in tutto il mondo, utilizzato come spezia e più raramente come verdura da contorno. Ha un buon contenuto nutrizionale ma le porzioni sono generalmente contenute e poco significative.

Classificazione

Cucina

Nutrizione

Raggruppati nella Famiglia botanica Solanaceae, i peperoncini sono specie piccanti del Genere Capsicum. Le più diffuse ed utilizzate sono: C. anuum (dal quale si produce la paprika), C. chinense (soprattutto le famose varietà Scotch Bonnet, Habanero e relativi incroci), C. frutescens (dal quale si produce il tabasco), C. pubescens (soprattutto la famosa varietà rocoto) e C. baccatum (soprattutto la famosa varietà Bishop Crown). In Europa il peperoncino viene utilizzato principalmente come spezia. Da usare fresco o essiccato, nelle giuste dosi, questo ingrediente accompagna brillantemente qualunque tipo di ricetta. Arrosto o fritti, alcuni peperoncini freschi si possono mangiare come contorno, da soli o farciti, o conservati sottolio (eliminando i semi e la placenta interni, ricchissimi di capsaicina). Il peperoncino ha un apporto calorico moderato, fornito principalmente dal fruttosio. Contiene fibre e steroli vegetali; ÃĬ privo di colesterolo, glutine, lattosio e istamina. Di solito, non incide in maniera rilevante sul bilancio energetico della dieta. Si avvale di buone concentrazioni vitaminiche e minerali; in particolare, strabilia per il contenuto di vitamina C, provitamina A (retinolo equivalenti), acido folico (che ricordiamo essere importantissimo in gravidanza), vitamina B2, vitamina PP e potassio. La capsaicina, responsabile del gusto piccante, può irritare le mucose del tratto digerente; ÃĬ anche dotata di potere vasodilatante.

Pericoli della dieta in gravidanza: generalità

La gravidanza è una condizione fisiologica speciale molto delicata. Nell'arco della gestazione, eventuali complicazioni materne si possono ripercuotere negativamente sulla salute del nascituro; ecco perchè è sempre fondamentale rispettare alcune norme di sicurezza della dieta in gravidanza.

Tra i vari fattori da tenere sott'occhio ricordiamo:

  • Parassitosi, tossinfezioni alimentari, intossicazioni (tossine fungine, batteriche), infezioni che evolvono in setticemia ecc.
  • Intossicazioni chimiche o da contaminanti (inquinanti, pesticidi ecc.)
  • Carenze nutrizionali che possono alterare lo sviluppo del feto, anticipare il parto o provocare il decesso dello stesso
  • Eccessi nutrizionali che possono avere effetti simili alle carenze
  • Assunzione di fattori tossici, venefici, stimolanti o inibenti, generalmente di origine vegetale, che possono favorire le contrazioni uterine e anticipare il parto, compromettere lo sviluppo fetale ecc.

Controindicazioni

Troppo peperoncino può far male!

In America Centrale, Sud America e Sud Est Asiatico, le donne incinte consumano grosse quantità di peperoncino senza avere, apparentemente, grosse complicazioni. Che sia frutto di un adattamento genetico ambientale? Non ci è dato saperlo, ragion per cui ribadiamo a tutte le future mamme di rispettare un certo "margine di sicurezza".

Se escludiamo le casistiche di cui sopra, la statistica suggerisce che porzioni e frequenze di consumo eccessive di peperoncino possono avere non pochi effetti collaterali.

I fattori del peperoncino che possono interagire negativamente con l'organismo umano sono principalmente di tipo nutrizionale; in particolare:

  • Capsaicina: responsabile del gusto piccante
  • Provitamine A: responsabili del colore rosso.

Capsaicina del peperoncino in gravidanza

La capsaicina è un alcaloide in grado di favorire le sensazioni di "piccantezza", calore-bruciore e talvolta dolore, sulle mucose e sulla pelle. Esercita anche un effetto vasodilatante sulla muscolatura liscia vasale arteriosa e capillare.

Peperoncino, stitichezza, emorroidi e ragadi anali

In molti sostengono che la capsaicina del peperoncino favorisca l'insorgenza e l'aggravamento dei disagi al plesso emorroidario, situato tra l'ano ed il retto; le evidenze a riguardo sono tuttavia abbastanza deboli. È invece plausibile che ipersensibilizzi le mucose aumentando la sofferenza in caso di patologie preesistenti, come l'ingrossamento del plesso emorroidario o la formazione di ragadi sanguinanti. Alcuni soggetti affetti da colon irritabile, dopo aver mangiato peperoncino, vanno incontro a diarrea mentre altri a stipsi.

Durante la gravidanza l'organismo della gestante subisce alcuni adattamenti; tra i più "fastidiosi" citiamo proprio la modifica del circolo venoso e l'alterazione del transito intestinale. Ciò comporta una maggior tendenza alla stipsi, all'infiammazione del plesso emorroidario ed alla formazione di ragadi anali sanguinanti.

Alla luce di quanto detto finora, sarebbe ragionevole ipotizzare che troppo peperoncino possa incidere negativamente sulla salute della gestante.

Peperoncino e travaglio indotto: è una bufala?

Diverso è per la presunta azione contrattile della capsaicina sulla muscolatura dell'utero.

In passato si consigliava alle madri che superavano la data del parto di mangiare tanto peperoncino per facilitare il travaglio, poiché si riteneva che la capsaicina inducesse l'aumento delle contrazioni uterine. Questa ipotesi, oltre ad essere ingiustificata, è anche tendenzialmente scorretta. Pare infatti che i cibi piccanti, oltre ad essere totalmente innocui per la muscolatura dell'utero, possano favorire il modesto rilascio di endorfine con azione calmante.

Provitamina A del peperoncino in gravidanza

Il peperoncino è ricchissimo di vitamina A, costituita principalmente da retinolo equivalenti (RAE, soprattutto carotenoidi). Questi nutrienti, essenziali per mantenere lo stato di salute generale, non devono tuttavia essere assunti in quantità eccessive.

Peperoncino, vitamina A e teratogenesi

Dosi giornaliere superiori ai 30 mg di RAE potrebbero esercitare un effetto teratogeno sul feto, provocando gravi difetti congeniti come ad esempio le malformazioni irreversibili. È pertanto consigliabile non oltrepassare i 3 mg (3000 RAE, cioè 10.000 UI) di RAE al giorno.

Secondo le tabelle dell'Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, 100 grammi di peperoncino rosso (quello che ne contiene di più) apportano 824 µg di RAE (corrispondenti a 0,824 mg). Ciò significa che, per correre dei rischi, una gestante dovrebbe assumere oltre 3,5 kg di peperoncino rosso al giorno. Una porzione sicura di peperoncino rosso sarebbe invece di 350 g/die.

Conclusioni

Peperoncino in gravidanza: si o no?

Quantità normali di peperoncino in gravidanza sono prive di controindicazioni mediche. È tuttavia necessario considerare che la capsaicina aggrava la sintomatologia dolorosa di emorroidi infiammate e ragadi anali. Può inoltre aggravare la sindrome da colon irritabile peggiorando, in una piccola percentuale di casi, la tendenza alla stitichezza e favorendo la comparsa delle emorroidi e delle ragadi anali.

Il peperoncino non favorisce in alcun modo le contrazioni uterine e tantomeno anticipa il travaglio del parto.

Il peperoncino è ricchissimo di provitamina A ma non al punto da aumentare il rischio di teratogenesi. Diverso è per le donne che assumono integratori alimentari a base di RAE; in tal caso grosse quantità di peperoncino potrebbero contribuire alle reazioni indesiderate sul feto durante la gestazione.

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer