Omega-3: proprietà, alimenti e benefici
Ultima modifica 09.01.2024
INDICE
  1. Cosa sono gli Omega-3?
  2. Perché si definiscono Acidi Grassi Essenziali?
  3. Acidi Grassi Essenziali e Infiammazione: quale relazione?
  4. EPA e DHA: cosa sono e differenze
  5. Quali sono i Benefici degli Omega-3 sull'Organismo?
  6. Quali sono i Benefici su Cervello e Sviluppo Cerebrale?
  7. Quali sono i Benefici degli Omega-3 in ambito sportivo?
  8. Quali sono le fonti e gli alimenti più ricchi di Omega-3?

Negli ultimi anni, una costante e sempre maggiore attenzione è stata posta nei confronti degli omega-3, sostanze fondamentali per il benessere e il buon funzionamento dell'organismo. Per meglio comprendere cosa sono, quali sono le loro proprietà e quali ruoli rivestono, ci siamo rivolti al Dottor Giovanni Scapagnini, MD, PhD. Professore ordinario di Nutrizione Clinica, Dipartimento di Medicina e Scienze per la Salute, Università del Molise, Campobasso e Vice Presidente della Società Italiana di Nutraceutica (SINUT).

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2020/05/21/omega-3-nella-dieta-orig.jpeg Shutterstock

Cosa sono gli Omega-3?

«Gli omega-3 sono una tipologia di acidi grassi polinsaturi» ci spiega il Professor Scapagnini. Si definiscono polinsaturi perché «presentano molti gruppi d'insaturazione; ciò significa che la loro struttura chimica è caratterizzata dalla presenza di molti doppi legami fra gli atomi di carbonio». Tale fatto, che può sembrare una pura questione di chimica, è tutt'altro che banale: come afferma il Professor Scapagnini, infatti, «questa peculiarità della struttura chimica degli acidi grassi polinsaturi li rende molto fluidi». La fluidità è una caratteristica molto importante, soprattutto quando si parla di membrane cellulari, all'interno delle quali vi è, non a caso, la presenza di moltissimi acidi grassi polinsaturi. A questo proposito, il Professor Scapagnini ci spiega che «la presenza di molti acidi grassi polinsaturi nella struttura delle membrane cellulari garantisce fluidità, il che significa avere motilità della struttura, migliore qualità del segnale e di interazione con l'ambiente».

La presenza di molti doppi legami conferisce agli acidi grassi polinsaturi anche un'altra importante proprietà, ossia "li preserva dal cambio di stato con la temperatura". In altre parole, gli acidi grassi polinsaturi non congelano, restando liquidi sia a temperatura ambiente che a basse temperature, esercitando quella che si può definire come un'azione anti-gelo.

Perché si definiscono Acidi Grassi Essenziali?

Il professor Scapagnini ci spiega che gli acidi grassi polinsaturi come gli omega-3 vengono definiti essenziali in quanto «non solo sono fondamentali per la nostra vita dal momento che senza queste molecole non potremmo vivere, ma soprattutto sono essenziali in quanto non siamo in grado di produrli con la nostra biochimica; pertanto, siamo obbligati a procurarceli con l'alimentazione».

Il Professore precisa, tuttavia, che gli omega 3 non sono gli unici acidi grassi essenziali per l'organismo. Esiste, infatti, un'altra tipologia di acidi grassi polinsaturi così definiti: si tratta degli omega-6, anch'essi dotati di ruoli strutturali nelle membrane cellulari ma aventi funzioni quasi opposte.

Acidi Grassi Essenziali e Infiammazione: quale relazione?

A questa domanda, il Professor Scapagnini risponde innanzitutto precisando che «l'infiammazione è un fenomeno fisiologico fondamentale per sopravvivere: senza infiammazione non saremmo in grado di difenderci da batteri, virus o altre situazioni pericolose per il nostro organismo. Di contro, se perdiamo il controllo dell'infiammazione, la stessa infiammazione diventa un elemento dannoso. Non è, infatti, un caso che tutte le patologie croniche o degenerative legate all'invecchiamento - così come molte altre patologie - siano associate a una perdita di controllo dei processi infiammatori».

Nel contesto dell'infiammazione, però, «non possiamo parlare di omega 3 senza parlare di omega-6 perché queste due categorie di molecole svolgono funzioni quasi opposte, funzionando come un interruttore: una parte accende e l'altra spegne l'infiammazione».

Ricordiamo, infatti, che il capostipite di tutti gli omega-6 è l'acido alfa linoleico (o AL); da esso si produce l'acido arachidonico (o AA, il principale tipo di omega-6 accumulato nelle membrane cellulari). Dall'acido arachidonico si ottengono altri tipi di sostanze: prostaglandine, leucotrieni e trombossani che, nel loro insieme, prendono il nome di prostanoidi. I prostanoidi ottenuti dall'acido arachidonico, come ci dice il Professor Scapagnini, «regolano funzioni fisiologiche importantissime che, però, sono collegate all'attivazione del processo infiammatorio, alla vasocostrizione e all'aggregazione piastrinica, quindi alla formazione di trombi. Dagli acidi grassi omega-3, invece, si ottengono prostanoidi dotati di azione praticamente opposta: le prostaglandine, i trombossani ed i leucotrieni che derivano dagli omega-3 sono infatti in grado di risolvere l'infiammazione». Quest'azione dei prostanoidi derivati dagli omega-3 è talmente affermata e dimostrata che, nella letteratura scientifica, essi non vengono chiamati con i nomi di prostaglandine, leucotrieni e trombossani ma con i nomi di "resolvine, protectine e maresine".

Va comunque sottolineato che gli omega-6 sono fondamentali quanto gli omega-3 ma, affinché l'organismo funzioni correttamente, essi devono essere presenti in quantità adeguate poiché «il rapporto omega-6/omega-3 è fondamentale nel controllare la fisiologia dell'accendimento e dello spegnimento dell'infiammazione».

EPA e DHA: cosa sono e differenze

Gli acidi grassi polinsaturi vengono prodotti dalle piante; o meglio, come il Professor Scapagnini ci spiega, il primo doppio legame nella struttura chimica di quelli che diventeranno acidi grassi polinsaturi può essere costruito solo dagli organismi vegetali; mentre gli organismi animali non sono in grado di farlo. Dall'altro lato, però, gli animali possono modificare la struttura degli acidi grassi una volta che il primo doppio legame nella catena carboniosa è stato formato.

A questo proposito, il Professor Scapagnini ci dice che «le piante producono solitamente acidi grassi omega-3 a catena corta, come l'acido alfa-linolenico o ALA"; quest'ultimo è il precursore di tutti gli acidi grassi della serie omega-3. Una volta introdotto con l'alimentazione «la biochimica del mondo animale lo elabora, allungandone la catena e inserendo ulteriori doppi legami per dare origine ad EPA - o acido eicosapentaenoico - e DHA - o acido docosaesaenoico». EPA e DHA, quindi, «sono acidi grassi omega-3 a catena lunga che costituiscono la forma prediletta dal nostro organismo per accumulare e utilizzare gli omega-3, sia in termini di ruolo strutturale all'interno delle membrane cellulari che in termini di ruolo funzionale nella nostra biochimica».

Va precisato, tuttavia, che anche se EPA e DHA possono essere sintetizzati dal nostro corpo mediante la conversione dell'ALA, questa risulta piuttosto limitata; per tale ragione, l'assunzione di questi omega-3 mediante l'alimentazione o l'integrazione rappresenta l'unico modo per incrementarne la quantità nel nostro corpo.

Dal punto di vista chimico, EPA e DHA sono strutturalmente differenti: l'EPA è costituito da una catena di 20 atomi di carbonio con 5 doppi legami; il DHA è costituito da una catena di 22 atomi di carbonio con 6 doppi legami. Anche dal punto di vista della distribuzione nell'organismo, ci spiega il Professor Scapagnini, EPA e DHA si differenziano: ad esempio, il cervello è più ricco di DHA, mentre in altri distretti corporei è più probabile avere maggiori concentrazioni di EPA.

EPA e DHA, inoltre, «sono substrati da cui vengono prodotte molecole che controllano l'infiammazione in un senso di risoluzione», ma anche in questo caso, vi è una differenza fra le molecole ottenute da EPA e quelle derivate da DHA.

Quali sono i Benefici degli Omega-3 sull'Organismo?

Gli omega-3 non rivestono solamente un ruolo strutturale all'interno del nostro organismo, ma anche un ruolo funzionale: sono substrati da cui è possibile produrre molecole utili a risolvere il processo infiammatorio, ma non solo.

«Non dimentichiamo che gli omega-3 sono grassi» spiega il Professor Scapagnini «quindi - come tutti i grassi - sono anche una fonte energetica. Tuttavia, gli omega-3 possiedono anche la capacità di stimolare l'utilizzo dei grassi, ossia di stimolare la beta-ossidazione a livello di varie tipologie di cellule, come quelle del muscolo scheletrico. Il muscolo più importante del nostro corpo, però, è il cuore che - a differenza del muscolo scheletrico che predilige il glucosio per funzionare - funziona solo a grassi». Gli omega-3, quindi, sono benefici per il cuore «perché - oltre ad essere una fonte di energia potenzialmente utilizzabile - hanno la capacità di stimolare l'uso dei grassi da parte del muscolo cardiaco».

A tutto ciò, si aggiunge anche la ben documentata azione di abbassamento dei trigliceridi esercitata dagli omega-3. A tal proposito, il Professor Scapagnini ci informa che «tanto è forte la loro efficacia da aver avuto un riconoscimento da parte dell'EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) e, quest'anno per la prima volta, l'uso degli omega-3 è entrato nelle linee guida della Società Europea di Cardiologia per il trattamento delle ipertrigliceridemie». Per fare ciò, le linee guida indicano che è necessaria l'assunzione di dosaggi elevati di omega-3 pari a 4 grammi al dì di EPA, da assumersi in due dosi frazionate. Chiaramente, simili dosaggi non sono raggiungibili con la sola dieta.

Quali sono i Benefici su Cervello e Sviluppo Cerebrale?

Le membrane cellulari dei neuroni, ci informa il Professor Scapagnini, sono «ricche di acidi grassi polinsaturi, in particolare, di DHA»; alla luce di quanto finora detto, perciò, appare chiaro come la corretta composizione lipidica del cervello dipenda dall'adeguata assunzione di questa molecola con l'alimentazione. Oltre all'importante ruolo strutturale, molti studi hanno evidenziato quanto il DHA sia importante nel mantenimento delle funzioni cognitive, nel funzionamento dello stesso cervello - a livello del quale svolge un importantissimo ruolo nella trasmissione dell'impulso nervoso - e nel corretto funzionamento della retina (dove, anche qui, sono presenti alti livelli di questo tipo di omega-3).

Il giusto apporto di omega-3, inoltre, è indispensabile per lo sviluppo cerebrale del feto e del bambino, quindi è fondamentale durante la gravidanza e l'allattamento. Il Professor Scapagnini ci spiega anche che «da un lato gli omega 3 consentono il corretto sviluppo del sistema nervoso del feto, dall'altro hanno dimostrato di esercitare un'azione positiva anche sulla qualità del parto».

Quali sono i Benefici degli Omega-3 in ambito sportivo?

Il Professor Scapagnini ha condotto con il suo gruppo di ricerca un interessante studio che indaga la correlazione fra attività fisica e omega-3. «Si tratta di uno studio che abbiamo fatto in Italia su corridori amatoriali collegati alle federazioni, non professionisti ma abituali e non occasionali» ci spiega il Professor Scapagnini «abbiamo raccolto campioni di sangue da 1000 corridori per misurare i livelli di acidi grassi polinsaturi scoprendo che c'è una fortissima correlazione fra la quantità di chilometri corsi e i livelli di omega-3. In pratica, più corri e più chilometri fai, più ti impoverisci di omega-3».

Nella fase di avanzamento dello studio che il Professore sta attualmente conducendo è stato inoltre scoperto che «una riduzione dei livelli di omega 3 aumenta il rischio di incidenti infiammatori del muscolo. Abbiamo sviluppato un'ipotesi secondo cui l'attività fisica induce infiammazione in maniera fisiologica; quando è molto protratta, si consumano gli omega-3 che servono a gestire la risoluzione dell'infiammazione. Pertanto, se non si reintroduce in maniera adeguata il giusto quantitativo di omega 3 - con l'alimentazione o con l'integrazione - ci si espone maggiormente a un loro depauperamento», con tutte le conseguenze del caso.

Quali sono le fonti e gli alimenti più ricchi di Omega-3?

Purtroppo, la nostra dieta non è molto ricca di omega-3; difatti, la maggior parte degli alimenti - inclusi i vegetali - che arriva sulle nostre tavole contiene soprattutto acidi grassi omega-6.

Fonti vegetali particolarmente ricche di acidi grassi omega-3, ci spiega il Professor Scapagnini, «sono il lino e l'olio ottenuto dai suoi semi, la portulaca,  le alghe; queste ultime costituiscono una fonte straordinaria di acidi grassi omega-3. Tuttavia, si tratta di prodotti che non rientrano nella nostra tradizione alimentare; la percentuale introdotta di questi alimenti è, infatti, minima rispetto ad altri tipi di vegetali».

Per quanto riguarda il mondo animale, invece, «il pesce e in particolare il pesce azzurro come le acciughe, le sardine, l'aringa e lo sgombro sono ottime fonti di omega-3 e contengono sia EPA che DHA». Da non dimenticare poi il salmone; a proposito del quale il professor Scapagnini precisa che «c'è una variabilità nel contenuto di acidi grassi polinsaturi: il salmone selvatico ne è molto ricco; mentre nel salmone allevato, la quantità di omega-3 presenti dipende dall'alimentazione che ha ricevuto l'animale, anche se comunque si raggiungono quantitativi significativi».

Per fare qualche esempio pratico, riportiamo i valori di omega-3 espressi in milligrammi all'interno di 100 grammi di alcuni tipi di pesce (fonte: FAO - Food and Agriculture Organization of the United Nations):

  • Sgombro: 2299 mg di omega-3 di cui 898 di EPA e 1401 di DHA;
  • Salmone d'allevamento: 1966 mg di omega-3 di cui 862 mg di EPA e 1104 di DHA;
  • Aringa: 1571 mg di omega-3 di cui 709 di EPA e 862 di DHA;
  • Spigola: 595 mg di omega-3 di cui 161 di EPA e 434 di DHA.

Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista