Magnesio e Sindrome Premestruale
Magnesio
Il magnesio è un oligoelemento indispensabile all'omeostasi cellulare; pare che la sua presenza negli alimenti sia piuttosto diffusa, soprattutto nei vegetali, ed in condizioni fisiologiche non se ne conoscono carenze alimentari; il deficit (indotto o comunque secondario ad altri disturbi) di magnesio si manifesta con un'alterazione del metabolismo del calcio, del sodio e del potassio, che sfocia in debolezza muscolare, alterata funzionalità cardiaca e crisi tetaniche.
Nel soggetto sano la razione raccomandata di magnesio è di circa 3 o 4,5 mg/kg, tuttavia, è emerso che lievi carenze di magnesio possono essere completamente asintomatiche e che, a volte, la sua integrazione può ridurre i sintomi legati alla sindrome premestruale ed in particolar modo l'indolenzimento associato al gonfiore mammario.
Per approfondire: MagnesioSindrome Premestruale
La sindrome premestruale è caratterizzata da un insieme di sintomi che si manifestano tipicamente nella seconda fase del ciclo; tra questi si evidenziano alterazioni fisiche, psichiche, e comportamentali. I fattori scatenanti sembrano essere molteplici: ormonali, dietetici (tra i quali verosimilmente anche il deficit di magnesio), metabolici e di neurotrasmissione.
La diagnosi di sindrome premestruale viene effettuata attraverso la rilevazione, nei 5 giorni precedenti il flusso, di alcuni segni somatici e psicoaffettivi; essi devono manifestarsi per almeno 3 cicli consecutivi e devono essere completamente assenti tra il 4° ed il 12° giorno del ciclo.
Ovviamente, la comparsa dei sintomi deve incidere sullo stile di vita del soggetto e presentarsi indipendentemente dall'assunzione di alcol e farmaci.
Trattamento
La terapia più indicata al trattamento della sindrome premestruale è medica ma non specifica; si distinguono terapie nutrizionali, ormonali e con farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale (SNC). I farmaci vengono somministrati in maniera personalizzata ma spesso anche indicazioni generali sull'incremento dell'attività fisica possono essere un valido aiuto.
Dieta e Integratori Utili
La terapia nutrizionale è particolarmente indicata nelle forme lievi, ma non deve mancare anche in quelle più importanti; viene intrapresa nella seconda metà del ciclo e si basa sull'incremento di alcune molecole verosimilmente utili alla riduzione dei sintomi.
Tra queste, la più efficace sembra l'integrazione di oligoelementi e soprattutto di magnesio; esso viene somministrato principalmente nella fase luteinica, in genere attraverso il pidolato di magnesio, alla dose di 300 mg/die per via orale. Tuttavia, nel dubbio di una carenza più significativa è possibile incrementare la dose fino a 1,5g di magnesio elementare, suddivisi in 2-3 assunzioni giornaliere.
Ecco alcuni tra gli integratori comunemente prescritti in caso di sindrome premestruale:
In generale, i sali organici di magnesio (gluconato, aspartato, citrato, pidolato, lattato, orotato) dimostrano un miglior assorbimento intestinale rispetto ai sali inorganici (cloruro di magnesio, carbonato di magnesio, magnesio solfato) e al magnesio ossido.
NOTA BENE: prima di intraprendere l'integrazione (valutata e somministrata dal medico curante) è opportuno assicurarsi che la funzionalità renale del soggetto non sia compromessa.
Per ottimizzare la terapia nutrizionale (preventiva o palliativa) della sindrome premestruale oltre al magnesio potrebbe dimostrarsi utile integrare:
- Piridossina (vit B6), fino a 100 mg/die p.o.
- Tocoferolo (vit E), fino a 300 UI/die p.o.,
entrambi nella fase luteinica.
Il controllo della terapia nutrizionale (o combinata) per la sindrome premestruale si basa sulla valutazione clinica ambulatoriale ad intervalli di tre mesi, e poi ogni sei mesi, associata alla registrazione dei sintomi emersi dal questionario di autovalutazione; ciò permette di valutare l'efficacia del trattamento complessivo nell'arco del tempo.
Bibliografia
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- Manuale di nutrizione familiare. Terza edizione – P. Holford – Tecniche Nuove – pag 414
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