Lino: Semi e Olio per la Salute
Ultima modifica 02.04.2020
INDICE
  1. Introduzione
  2. Salute
  3. Tipi
  4. Proprietà Nutrizionali
  5. Cucina
  6. Medicina
  7. Controindicazioni
  8. Bibliografia

Introduzione

Il lino è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Linaceae e al genere Linum.

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Il sostantivo "usitatissimum", usato per la nomenclatura binomiale della pianta (nota appunto col nome scientifico Linum usitatissimum), ne sottolinea le numerose applicazioni, che spaziano dall'impiego alimentare dei semi a quello ornamentale dell'arbusto vivo, dall'impiego come ingrediente per prodotti di finitura del legno al diluente per vernici, dall'inchiostro per stampa fino al tessile delle fibre.

Salute

Il lino migliora la salute: perché?

In ambito alimentare, la pianta di lino è notoriamente coltivata come substrato di estrazione di un olio particolarmente nutriente, in quanto ricco di acidi grassi essenziali.

Questo concentrato lipidico, ricavato dai SEMI di lino, costituisce un vero e proprio alimento nutraceutico, poiché rappresenta il perfetto connubio tra cibo e farmaco. Nei semi di lino sono ANCHE contenute varie molecole diverse dai lipidi, MA comunque degne di nota; oltre agli altri macronutrienti energetici (carboidrati e proteine), spiccano generose quantità di minerali e vitamine (soprattutto folati, vitamina E, carotenoidi, vitamine B6 e B1, Calcio, Ferro, Fosforo, Magnesio, Manganese, Rame e Selenio). Per di più, non mancano alcuni elementi nutrizionali che, pur NON essendo essenziali, risultano di indubbia utilità salutistica; tra questi, spiccano la fibra alimentare e alcuni antiossidanti fenolici (lignani).

L'unica porzione edule della pianta di lino è costituita dai semi e dal relativo olio. Ovviamente, trattandosi di alimenti nutraceutici, l'olio e i semi di lino risultano benefici soprattutto in caso di carenze nutritive. Sia chiaro, NON stiamo parlando di prodotti miracolosi, bensì di alimenti "potenzialmente" benefici, poiché capaci di colmare alcune delle carenze nutrizionali più diffuse in occidente; tra queste ricordiamo i deficit di acidi grassi essenziali polinsaturi del gruppo omega 3, di antiossidanti e di fibra alimentare.

Nota: l'olio di lino è talmente ricco di omega 3 da aver guadagnato il soprannome (o il nome improprio) di "integratore alimentare di acidi grassi essenziali".

Tipi

Tipi di semi di lino: ci sono differenze?

I semi di lino sono fondamentalmente di due tipi o varietà: color marrone e color giallo dorato. La differenza cromatica non sembra incidere sul contenuto chimico dell'alimento, ragion per cui all'analisi chimica mostrano entrambi la stessa percentuale di acidi grassi polinsaturi essenziali omega 3.

L'unica eccezione è costituita dal lino giallo Solin, anzi detto Linola, che possiede un profilo lipidico totalmente diverso poiché CARENTE in omega 3.

Proprietà Nutrizionali

Proprietà nutrizionali dei semi di lino

Cento grammi di semi di lino forniscono circa 550kcal, rispettivamente fornite dai 40g di lipidi (fondamentalmente acidi grassi del tipo omega 3), dai 20g di proteine a medio valore biologico e dai 30 grammi di carboidrati. Le fibre, componenti nutrizionali utilissime, non modificano l'apporto energetico ma incidono positivamente sull'impatto metabolico dell'alimento, in quanto modulano l'assorbimento intestinale del pasto; sono parecchio abbondanti e raggiungono addirittura il 28% in peso.

Oltre alle vitamine e ai minerali, gli altri composti nutrizionali benefici dei semi di lino sono gli antiossidanti fenolici (lignani); tra questi citiamo: secoisolariciresinolo di-glucoside, glucoside acido p-cumarico e acido ferulico.

Cucina

Aspetti merceologici e culinari

I semi di lino possono essere consumati freschi, tostati, essiccati, sotto forma di farina o germogliati. Ovviamente, quelli freschi hanno una conservabilità più ridotta e un maggior contenuto nutrizionale; quelli tostati si mantengono di più, nonostante subiscano un danneggiamento termico imputabile al calore che, d'altro canto, riduce la concentrazione interna d'acqua; quelli essiccati, sembrano un buon compromesso, anche se l'ossidazione degli omega 3 rimane comunque un aspetto difficile da contrastare.

La farina di semi di lino freschi è da considerare un prodotto "a consumo immediato", poiché il potenziale irrancidimento degli acidi grassi ne rende difficile la conservazione. L'eventuale mantenimento è quindi da effettuarsi sotto vuoto o in contenitori ermetici oscurati; in tal modo, a temperatura ambiente, può mantenersi fino a 9 mesi. Non è da escludere anche la refrigerazione, che permette di ottenere un ulteriore prolungamento di 11 mesi. Nel caso in cui la farina di lino fresco venga conservata a temperatura ambiente e a contatto con l'aria, la sua integrità viene mantenuta solo per 7 giorni.

I semi di lino germogliati sono invece un alimento piuttosto curioso. Rispetto alle forme già descritte, sono senz'altro meno diffusi; tuttavia, la germinazione unisce i benefici del contenuto di omega 3 all'implemento nutrizionale enzimatico del seme vivo (soprattutto di vitamine); rispetto a quelli normali, i semi di lino germogliati si caratterizzano per un sapore leggermente piccante.

Rimandando tutte le informazioni chimiche, nutrizionali, culinarie e merceologiche dell'olio di lino all'articolo dedicato che potete trovare qui, continuiamo ad occuparci dei semi e della farina. Quelli germogliati si consumano soventemente nelle insalate, in maniera simile ai germogli di soia e di alfa-alfa ecc. Anche i semi di lino essiccati o freschi sono utilizzati in diverse ricette salate (soprattutto nell'alimentazione vegana); inoltre, spesso vengono utilizzati nelle ricette dolci, ad esempio nei mix fatti in casa di cereali e frutta secca per la prima colazione o nelle torte. La farina che se ne ricava, invece, sia fresca che da semi tostati o essiccati, si presta alla panificazione. Ovviamente, non contenendo glutine, la sua frazione nell'impasto base è limitata ad una piccola percentuale; d'altro canto, questa sembra sufficiente ad arricchire il profilo nutrizionale dell'alimento. In alternativa, i semi di lino possono essere usati direttamente per la copertura del pane.

Tra le varie informazioni utili sul consumo di semi di lino, dal punto di vista alimentare, va ricordato che si tratta di prodotti non del tutto digeribili; ciò è vero soprattutto in presenza di una masticazione scorretta, ipoteticamente dovuta a difetti anatomici (dentatura incompleta) o frugalità del pasto. Anche per questo motivo, molti consumatori abituali preferiscono assumerne l'olio di estrazione piuttosto che i semi interi. Infatti, negli ultimi anni si sono registrati vari casi di "ostruzione" intestinale da semi di lino, poiché assunti senza la giusta quantità d'acqua; ciò è dovuto al fatto che la struttura botanica del seme è sostenuta da "un'impalcatura" fibrosa praticamente insolubile, all'interno della quale alloggia una notevole (e prevalente) componente lipidica idrofoba. Tale caratteristica rende poco efficace l'impasto del bolo alimentare con la saliva e la successiva emulsione ad opera degli altri succhi digestivi. In definitiva, mangiando i semi di lino, è bene ricordare di consumare abbondanti porzioni di alimenti liquidi come: acqua, tè, tisane, centrifugati, spremute o latte.

Nota: ricordiamo che i semi di lino non sono adatti all'alimentazione di chi soffre di diverticolosi poiché aumentano il rischio di diverticolite.

Un altro metodo di consumo dei semi di lino consiste nell'aggiunta di farina di semi tostati come condimento; si tratta di un antico sistema indiano, utilizzato in occidente soprattutto nell'alimentazione vegana e naturista; in oriente è invece utilizzato fin dai tempi più remoti, soprattutto in associazione a riso bollito ed acqua salata.

Medicina

Semi di lino e olio di lino in medicina e terapia

I semi di lino venivano spesso impiegati nella medicina tradizionale austriaca, sia per via orale che per uso topico. Il presunto effetto terapeutico era indirizzato verso le seguenti malattie e i sintomi correlati: affezioni delle vie respiratorie e oculari, raffreddore, influenza, febbre, reumatismi e gotta. In base a questa disciplina, i semi di lino dovrebbero essere assunti in forma di tisana oppure ammollati e mangiati; al contrario, per l'utilizzo topico, se ne predilige l'olio o una pasta ricavata dalla macinatura con acqua.

Per quel che concerne la medicina contemporanea, invece, i semi di lino hanno dimostrato un ottimo effetto terapeutico verso le forme di stipsi indotte dalla carenza di fibra alimentare, purché si tenga a mente che l'eventuale scarsità d'acqua nel pasto e nella dieta può sortire l'effetto contrario.

Inoltre, vari trial scientifici paiono concordare (anche se in maniera differente) sul loro notevole potere IPOcolesterolemizzante; in certe sperimentali, i risultati più significativi si sono evidenziati sul campione femminile rispetto a quello maschile, mentre in altre è avvenuto l'opposto.

Sempre di interesse metabolico, è l'effetto dei semi di lino sulla glicemia. Nei soggetti affetti da ridotta tolleranza al glucosio o diabete mellito tipo 2, il consumo di questo alimento pare ridurre i livelli di zucchero nel sangue moderandone la gravità. Non mancano poi le ricerche sugli ipotetici effetti benefici dei semi di lino sulle malattie di tipo neoplastico. Un lavoro abbastanza recente ha messo in evidenza un buon risultato sul trattamento di certi tumori della mammella e della prostata, anche se è importante sottolineare che NON si tratta di una CURA propriamente detta. La "Duke University" ha affermato che, in base ai dati ottenuti, i semi di lino potrebbero rivelarsi efficaci addirittura nel tentativo di bloccare la crescita tumorale della prostata, va precisato che tali conclusioni non sono state confermate da altri approfondimenti.

Come anticipato, i semi di lino apportano anche notevoli quantità di lignani (fino ad 800 volte di più rispetto ad altri vegetali); trattasi di composti chimici di natura fenolica che svolgono un'importantissima funzione simil-estrogenica e antiossidante. Questi composti, oltre a incidere positivamente su certi parametri metabolici, possono combattere lo stress ossidativo e svolgere un'importantissima funzione sinergica nella prevenzione dei tumori estrogeno-dipendenti nella donna (es. al seno) e androgeno-dipendenti nell'uomo (es. alla prostata).

Controindicazioni

Controindicazioni dei semi di lino

È poi doveroso specificare che il consumo eccessivo di semi di lino può compromettere il potenziale di assorbimento intestinale. Per esempio, in virtù del suo elevatissimo contenuto di fibra alimentare, è dimostrato che l'abuso di semi di lino può influire negativamente sulla captazione intestinale dei farmaci assunti per via orale. Tra l'altro, non è da escludere che la presenza di glicosidi cianogeno-neurotossici e peptidi ciclici immunosoppressivi possano, sempre in caso di abuso alimentare, incidere negativamente sullo stato di salute del consumatore. Pare che dosi pressoché farmacologiche di tali componenti indesiderate possano provocare: irritazione (ad uso topico), problemi respiratori, convulsioni e persino paralisi. È comunque improbabile che, anche volutamente, si possano riscontrare effetti simili attraverso l'assunzione di semi di lino o olio di lino.

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Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer