Intolleranza al Lattosio e Colon Irritabile
Ultima modifica 18.01.2021
INDICE
  1. Introduzione
  2. Diagnosi Differenziale
  3. Terapia
  4. Conclusione
  5. Bibliografia

Introduzione

La sindrome del colon irritabile (SII) è un disturbo molto diffuso, caratterizzato da: dolore/fastidio addominale, gonfiore, flatulenza ed alterazioni dell'alvo e della consistenza fecale; è più diffusa nel sesso femminile e in occidente ha una prevalenza del 5-10%.

colon irritabile Shutterstock

Nelle persone che già soffrono di sindrome del colon irritabile, la manifestazione sintomatologica dell'intolleranza al lattosio (IL) è significativamente maggiore; inoltre, trattandosi di due patologie molto diffuse e con alcuni segni clinici e/o sintomi "sovrapponibili", svolgere la diagnosi differenziale non è un percorso semplice.

Diagnosi Differenziale

Diagnosi del colon irritabile VS diagnosi dell'intolleranza al lattosio

Mentre per la diagnosi del colon irritabile, a causa dell'assenza di esami fisici obiettivi, è necessario valutare esclusivamente i riferimenti del paziente (criteri diagnostici e test di "Roma III 2006")*, nella diagnosi dell'intolleranza al lattosio è possibile (ed in questo caso necessario) svolgere un test specifico, il Breath test (misurazione dell'idrogeno espirato).

In definitiva, il test del respiro è l'unica analisi che consente di distinguere la coesistenza (overlap o comorbilità) tra sintomatologia addominale dell'intolleranza al lattosio e quella del colon irritabile.

E' ovvio e risaputo che i soggetti positivi al Breath test, quindi intolleranti, per ridurre i sintomi devono seguire una dieta a ridotto contenuto di lattosio; ma in caso di coesistenza con la sindrome dell'intestino irritabile, i risultati di una simile terapia nutrizionale saranno gli stessi?

*Criteri diagnostici Roma III 2006: la sindrome da colon irritabile è un disordine funzionale intestinale nel quale il dolore o fastidio addominale è in relazione con la defecazione o con un cambiamento dell'alvo, con segni di alterata defecazione e con distensione addominale.

Terapia

Risposta della terapia a esclusione di lattosio negli intolleranti al lattosio con sindrome del colon irritabile

Per valutare il miglioramento della sintomatologia addominale negli intolleranti al lattosio e le eventuali correlazioni con i sintomi della sindrome dell'intestino irritabile, le dietiste Chiara Razzolini e Carla Dini hanno svolto uno studio analitico sperimentale.

Il campione di ricerca è di 27 soggetti intolleranti al lattosio e positivi al Breath test; sono stati seguiti per 3 follow-up (incontri): a tempo 0, dopo 15 giorni e dopo 45 giorni, al fine di valutarne la compliance (adesione) alla dieta con basso contenuto di lattosio (tra 0,5 e 1,5 g giornalieri, somministrata alla prima visita) e l'eventuale riduzione della sintomatologia.
Attraverso l'utilizzo del questionario Roma III 2006, le dietiste hanno valutato la presenza di sindrome del colon irritabile; dei 27 soggetti, 18 sono positivi:

Al contrario, dei 27 solo 7 sono risultati affetti SOLO da intolleranza al lattosio e 2 sono stati esclusi (dropout) al primo controllo perché lamentavano disturbi atipici, ovvero solo CEFALEA, e non addominali.

I disturbi lamentati [con maggior esordio dopo i pasti (15'/3h)] dai pazienti rimasti in osservazione sono stati: gonfiore, diarrea, meteorismodolore addominale, stipsi, nausea, cefalea ed acidità di stomaco; con l'esclusione del lattosio dalla dieta, numerosi soggetti hanno riferito un miglioramento generale della sintomatologia, ad eccezione di alcuni disturbi occasionali legati alla trasgressione delle regole alimentari imposte dalla dieta.

D'altro canto, i pazienti che non hanno dichiarato miglioramenti della sintomatologia sono stati 10 (di cui 8 con colon irritabile e 2 senza). Ciò significa che l'intolleranza al lattosio, seppur presente, non è necessariamente l'agente scatenante i disturbi addominali ma (verosimilmente) potrebbe coesistere una sindrome da colon irritabile responsabile della sintomatologia.

Conclusione

In definitiva, è ovvio che l'esclusione del lattosio dalla dieta (e la conseguente riduzione del calcio alimentare) non abbia senso se non in presenza di evidenze cliniche (Breath test), ma anche in tal caso, nonostante la maggior parte della popolazione possa trarre vantaggio dall'esclusione del lattosio (60% del campione analizzato), un'altra buona fetta potrebbe continuare a manifestare la sintomatologia addominale a causa dell'overlap con la sindrome da intestino irritabile (32% del campione analizzato).

Nota: più della metà dei casi osservati ha dimostrato un forte legame tra eventi quotidiani stressanti e dieta non adeguata, come se a livello di percezione individuale ciò rappresentasse il motivo scatenante dei disturbi.

Tutti i soggetti intolleranti al lattosio ma senza colon irritabile hanno risposto positivamente al trattamento (eccetto quelli con cefalea), mentre in quelli con intestino irritabile, solo poco più della metà ha tratto vantaggio dall'esclusione del lattosio.

Ciò dovrebbe indurre i clinici e i professionisti dell'alimentazione a ridimensionare l'importanza della dose di lattosio nei soggetti positivi che non migliorano con l'esclusione di quest'ultimo; in tal caso, è molto probabile che l'agente eziologico della sintomatologia addominale sia un overlap con sindrome da colon irritabile (coesistenza dei due disturbi).

Allentando la restrizione del lattosio sarebbe quindi possibile favorire il bilancio dietetico, normalizzare l'assunzione dei nutrienti essenziali come il calcio, evitare ipovitaminosi e insufficienza nell'apporto di sali minerali, e scongiurare un'eccessiva restrizione nelle scelte alimentari dei pazienti.

Bibliografia

Intolleranza al lattosio: valenza della sindrome dell'intestino irritabile sull'efficacia della terapia dietetica – Chiara Razzolini, Carla Dini, dietiste – Rivista dell'Associazione Nazionale Dietisti – anno ventunesimo, II° numero, periodo bimestrale II° bimestre 2012 – pag20:22.

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer