Ultima modifica 29.10.2019

Digiuno

In natura, poiché il cibo non è sempre disponibile, il digiuno intermittente fa parte della routine di sopravvivenza e qualsiasi organismo animale è in grado di sopportarlo.
Digiuno TerapeuticoPer gli esseri umani, digiunare significa astenersi dal consumo di alcuni o di tutti gli alimenti, delle bevande o di entrambi, per un periodo di tempo che può essere determinato o indeterminato.

Il digiuno assoluto è definito come la mancata assunzione di qualunque cibo solido o liquido per un certo periodo, di solito compreso tra le 24 ore ed alcuni giorni.

Digiuno Imposto

Per questioni evolutive, il corpo umano (grazie ai suoi flussi ormonali) è in grado di adattarsi ottimamente all'assenza di cibo. Lo stesso non si può dire per un'alimentazione eccessiva, a causa della quale può ammalarsi delle così dette malattie del benessere (obesità, dislipidemie, diabete mellito tipo 2, ipertensione ecc).
A tal proposito, alcuni specialisti propongono di curare il sovrappeso e le malattie del metabolismo attraverso il cosiddetto digiuno terapeutico. Questa pratica avviene in condizioni di supervisione medica e supporto nutrizionale (con integratori alimentari ed acqua).

Benefico o Nocivo?

Il digiuno può essere benefico o nocivo in base ad alcuni fattori; ad esempio: durata, completezza dell'astensione alimentare o supporto nutrizionale, controllo medico, presupposti patologici per la sua applicazione ecc. Non tutte le forme di digiuno sono uguali; alcune risultano estremamente debilitanti ed immotivate, altre meno estenuanti e più razionali.
Il digiuno, controllato o non controllato, terapeutico oppure no, risulta comunque parecchio stressante per il corpo e la mente. Tuttavia, la sua potenziale nocività dipende soprattutto dai parametri con i quali viene programmato.
Un esempio di digiuno eticamente “molto discutibile” è la così detta dieta del sondino. Questa si basa su una forma di digiuno cronico, durante il quale l'organismo viene supportato esclusivamente dalla nutrizione artificiale enterale (sondino naso gastrico). Pratiche simili possono indurre:

  • Debilitazione fisica e tendenza alla malnutrizione ed alla chetosi (vedi sotto)
  • Limitazione delle attività motorie
  • Diseducazione alimentare.

Al contrario, nei soggetti affetti da patologie del metabolismo, brevi periodi di stop alimentare - come, ad esempio, l'enfatizzazione del periodo di digiuno notturno (quello durante il sonno, portandolo da 8 a 12 o 14 ore) - non provocano effetti collaterali e favoriscono la remissione di certi parametri metabolici (soprattutto iperglicemia e ipetrigliceridemia) o di altri disturbi (steatosi epatica, reflusso gastro esofageo ecc). Ovviamente, l'esempio appena riportato non rappresenta un vero e proprio digiuno e questa costituisce l'unica forma di astensione alimentare potenzialmente benefica e priva di effetti collaterali.
In molti credono che il digiuno assoluto possa incidere negativamente sui flussi ormonali, nello specifico sopprimendo l'azione della ghiandola tiroide (quella che secerne gli ormoni deputati alla regolazione del metabolismo); ciò è vero solo in parte. Infatti, il digiuno prolungato riduce senza dubbio la secrezione degli ormoni tiroidei, tuttavia, in genere, questa decurtazione non si manifesta prima delle 24 o 48 ore.
Ci sono alcune prove scientifiche che dimostrano come il digiuno possa avere un ruolo importante nelle persone che ricevono la chemioterapia, ma sono necessari ulteriori studi per definirne l'efficacia reale ed un'eventuale applicazione clinica.

Può Essere Terapeutico?

Alcuni centri specializzati nella cura delle patologie metaboliche utilizzano il digiuno terapeutico per la riduzione del peso e per il ripristino dei parametri metabolici.
Raramente, i sistemi di digiuno terapeutico si fondano sull'astinenza irrevocabile del cibo e nessuno di questi vieta l'utilizzo dell'acqua. Al contrario, la tendenza è quella di incentivare l'assunzione di liquidi e, talvolta, di certi alimenti vegetali a porzioni determinate (soprattutto nel caso di certe malattie particolari).
Secondo l'esperienza degli operatori che propongono il digiuno terapeutico, la difficoltà maggiore consiste nell'accettazione iniziale della terapia, non nel protocollo stesso. In pochi credono di poter resistere 2 o 3 settimane senza mangiare ma, d'altro canto, sono in molti ad aver raggiunto spontaneamente anche i 30-40 giorni.

Come Funziona?

Le prime 24-48 ore della terapia prevedono il digiuno completo con la sola assunzione di acqua.

In questa fase (la più dura), il corpo consuma la maggior parte dello zucchero e dei trigliceridi presenti nel sangue; ovviamente, i livelli di glucosio vengono mantenuti progressivamente stabili dal glicogeno epatico, mentre l'azione motoria (tipicizzata dal riposo assoluto) è supportata prevalentemente dalle riserve di glicogeno muscolare.


ATTENZIONE! Fin da ora, è già abbastanza chiaro che questa tecnica non può essere utilizzata in caso di compromissioni epatiche, diabete mellito tipo 1 o altre malattie che implicano una difficoltà metabolica importante.


L'azione metabolica “vera” (o meglio, quella ricercata dai terapisti) avviene al termine di questa prima fase, cioè quando le riserve di glicogeno sono ridotte “all'osso”. A questo punto, il corpo inizia a bruciare prevalentemente il tessuto adiposo, con la produzione ed il riversamento sanguigno di molecole chiamate chetoni.
Talvolta, nei soggetti compromessi o che assumono certi farmaci, il digiuno terapeutico prevede l'assunzione di succhi vegetali come spremute e centrifugati per ridurre lo stato di chetoacidosi.
Il digiuno terapeutico viene interrotto in materia progressiva, iniziando con l'assunzione di succhi e centrifugati, poi di frullati e vegetali in pezzi, giungendo fino all'assunzione di cereali e legumi.

Effetti

Digiuno e Acidosi

I chetoni, pur essendo potenzialmente tossici (se non efficacemente smaltiti dall'organismo), possono avere degli effetti positivi sulla compliance terapeutica (sopportazione della strategia).

Infatti, agendo in maniera soppressiva nei confronti del sistema nervoso centrale, i chetoni riducono al minimo lo stimolo della fame.

Certi sostengono addirittura che i chetoni possano provocare una sensazione di benessere generalizzato. Tuttavia, questa condizione detta “chetoacidosi” non è esente da effetti collaterali, tra i quali: tossicità epatica e renale, tendenza alla disidratazione, ipotensione ecc.

Digiuno e Riposo Digerente

Chi propone il digiuno terapeutico afferma che questa sensazione di benessere non è imputabile solamente alla chetoacidosi, ma anche al riposo totale del tratto gastrointestinale.

Effettivamente, la digestione dei soggetti affetti da obesità è un processo sempre abbastanza impegnativo; consumando pasti molto abbondanti, poco digeribili e responsabili di picchi glicemici elevati, queste persone sono abituate a convivere con una sensazione di debolezza psico-fisica pressoché continua.

Digiuno e Lavaggio Cellulare

Un ulteriore effetto benefico del digiuno terapeutico, ulteriormente enfatizzato dalla somministrazione di integratori antiossidanti, è il “lavaggio cellulare”. Non tutti sanno che l'organismo possiede vari mezzi di escrezione delle molecole inutili o tossiche; tra questi, la bile, le feci, le urine, il sudore, il muco, la ventilazione polmonare, i capelli, i peli, le unghie ecc.

Il digiuno terapeutico consente di sfruttare questi meccanismi senza incamerare parallelamente altri inquinanti o altri agenti tossici, tra i quali ricordiamo: mercurio, arsenico, piombo, diossina ed additivi alimentari.

Digiuno e Papille Gustative

Un altro grande vantaggio del digiuno terapeutico è il ripristino della funzionalità papillare gustativa della lingua, che avviene attraverso un processo definito neuroadattamento.

Questo effetto di “reset” percettivo dei gusti è molto utile per la successiva riorganizzazione della dieta (fase di mantenimento), che prevede l'utilizzo esclusivo di cibi freschi e poco conditi.

Raccomandazioni

Il digiuno terapeutico viòla qualunque principio di dietetica ed equilibrio nutrizionale. E' un intervento radicale che potrebbe trovare applicazione nel rimpiazzo della chirurgia bariatrica (da adottare sui grandi obesi).
Bisogna ricordare che le diete chetogeniche hanno un effetto molto deleterio sull'organismo, a partire dall'affaticamento renale fino al deperimento del tessuto muscolare. Per maggiori informazioni, consultare l'articolo: Dieta chetogenica? No grazie!
A prescindere dall'opinione personale e/o professionale, è importante sottolineare che si tratta obbiettivamente di una tecnica praticabile SOLO all'interno di strutture specializzate, dove il personale medico è in grado di supervisionare l'intero processo e, nel caso, somministrare farmaci o integratori specifici. La supervisione ed il monitoraggio osservano principalmente: pressione arteriosa, volemia, glicemia, acidosi metabolica ecc.
I supplementi nutrizionali, invece, sono di natura vitaminica, salina ed amminoacidica; il consiglio globale per chi affronta il digiuno terapeutico è quello di sospendere qualsiasi cura farmacologica, ad eccezione di quelle insostituibili (ad es ormoni tiroidei, farmaci per la pressione in caso di difetti congeniti ecc).
In presenza di certe patologie (organiche o psichiatriche), di condizioni fisiologiche speciali (gravidanza, allattamento), terza età ed accrescimento, il digiuno terapeutico è totalmente sconsigliato.


Autore

Riccardo Borgacci
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer