Dieta per la Sindrome di Ménière
Ultima modifica 26.08.2020

Definizione

La sindrome di Ménière è una patologia rara che colpisce l'orecchio interno.
Può causare vertigini, acufene (percezione di rumori acuti o “fischi”), perdita dell'udito e sensazione di pressione nell'orecchio. Meno frequentemente, provoca ipersensibilità al suono (iperacusia) e distorsioni nella percezione.
Gli attacchi sono improvvisi e durano solitamente due o tre ore. Il quadro sintomatologico può essere completo o parziale. Talvolta, la remissione totale richiede anche un paio di giorni.
La gravità e i sintomi della malattia di Ménière variano da persona a persona. Alcuni lamentano frequentemente degli attacchi di vertigini con perdita totale dell'udito; altri dichiarano gravi acufeni con vertigini meno intense.

Sviluppo e Incidenza

La sindrome di Ménière si sviluppa in diverse fasi.
Inizia all'improvviso e, in seguito alle vertigini, può indurre nausea e vomito.
Nelle fasi successive, questi sintomi diventano irregolari e talvolta diminuiscono progressivamente. Al contrario, gli acufeni e i disturbi dell'udito tendono a peggiorare.
L'imprevedibilità della sindrome di Ménière e l'invalidanza che ne deriva possono favorire l'insorgenza di ansia e depressione.
L'incidenza è di 1:1000 o 1,5:1000. E' più frequente nelle femmine e insorge soprattutto nell'età compresa tra i 20 e i 60 anni.

Cause

Le cause della sindrome di Ménière non sono conosciute.
L'ipotesi più accreditata interessa un ipotetico squilibrio chimico nella matrice acquosa dell'orecchio interno. Ne conseguirebbe l'idrope, ovvero una pressione eccessiva del liquido in questione.
La familiarità è molto rilevante.

Trattamento

Il trattamento della sindrome di Ménière è finalizzato al controllo dei sintomi; tuttavia, non è risolutivo.
Gli interventi possibili sono: farmaci, dieta, rieducazione vestibolare, tecniche di rilassamento e, nei casi più gravi, la chirurgia (con efficacia controversa).

Dieta e Sindrome di Ménière

Non esiste un vero e proprio “regime alimentare per la sindrome di Ménière”.
La dieta è finalizzata al tentativo di ridurre l'idrope. Tuttavia, questa condizione NON è una “costante” della sindrome di Ménière. Allo stesso modo, le analisi sui cadaveri rivelano che alcuni soggetti presentano una forma di idrope totalmente asintomatica.

Idrope, Sali e Acqua

La dieta per la sindrome di Ménière è finalizzata a ripristinare la normalità volumetrica e compositiva del liquido presente all'interno dell'orecchio, combattendo l'idrope sintomatica.
In premessa, specifichiamo che la stabilità del fluido è indipendente dalla composizione sanguigna.
Normalmente, il liquido viene mantenuto a volume e pressione osmotica costanti da alcuni meccanismi intrinseci.
Le concentrazioni di sodio, potassio, cloro e altri elettroliti sono altamente specifiche e non dovrebbero subire alcuna variazione.
Il fluido interagisce con le cellule sensoriali dell'orecchio interno e permette loro di funzionare adeguatamente.
Il controllo indipendente del fluido può essere compromesso a causa di lesioni o degenerazioni nelle strutture interne specifiche.
In questo modo, la pressione e la concentrazione del liquido nell'orecchio interno tendono a equilibrarsi col plasma sanguigno, modificandosi in maniera rilevante.
Questa alterazione dovrebbe provocare i sintomi dell'idrope.

Principi Dietetici

La dieta per la sindrome di Ménière si basa sul controllo e sulla restrizione del sodio alimentare.
Forse per l'abbondanza negli alimenti assunti dal paziente, questo ione tende ad aumentare eccessivamente nel fluido interno causando gli squilibri di cui abbiamo già parlato.
La quota normale di sodio, ovvero la dose raccomandata in Italia, è compresa tra i 600 e 3500 milligrammi al giorno (mg/die). Le RDA americane invece, suggeriscono un intervallo di 500-2300mg/die.
Prima di proseguire con la spiegazione, è necessario precisare alcuni concetti fondamentali:

  • Il sodio è contenuto naturalmente negli alimenti, viene aggiunto come ingrediente in quelli conservati e costituisce un condimento sotto forma di sale da cucina (Na+Cl-).
  • Il sale da cucina contiene circa il 40% di sodio e il 60% di cloro.
  • L'apporto medio giornaliero di sodio in Italia è di circa 3500mg/die.
  • Nel Bel Paese si consumano circa 10g di sale al giorno.
  • Il sale aggiunto come condimento (chiamato “discrezionale”) rappresenta quasi il 40% del totale.
  • L'apporto minimo di sodio consigliato nella dieta è di 575mg/die, ovvero circa 1.500g/die di sale (1,5g/die).

La dieta per la sindrome di Ménière NON deve contenere più di 1.500-2.000mg di SODIO al giorno (1,5-2,0g/die); questo valore può essere corretto in base alla sudorazione.
Lo schema alimentare per l'idrope non è molto diverso da quello consigliato per l'ipertensione arteriosa, verso la quale l'idrope NON mostra una correlazione statistica evidente.
Peraltro, oltre alla quantità dello ione, sembra che l'idrope peggiori ulteriormente con le fluttuazioni nel plasma (concentrazione variabile). Ciò significa che, oltre alla quota giornaliera di sodio, la dieta per l'idrope deve limitare gli alimenti, le ricette e i pasti ricchi di questo minerale.
Alcuni sostengono che il sodio non sia l'unico elemento in grado di modificare la composizione del liquido interno. Pare che siano coinvolti anche gli zuccheri semplici e le relative fluttuazioni glicemiche.
La disidratazione esercita un effetto simile all'assunzione di molecole fortemente osmotiche, come il sodio e gli zuccheri, ragion per cui sarebbe meglio evitarne l'insorgenza.
Alte dosi di nervini come l'alcol, la caffeina, la teobromina e la teofillina, sono in grado di peggiorare i sintomi. Lo stesso vale per certi farmaci (ibuprofene, naprossene, acido acetilsalicilico ecc).

Sintesi

Riassumendo, la dieta per la sindrome di Ménière deve avere le seguenti caratteristiche:

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Autore

Riccardo Borgacci
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer