Dieta per il Fuoco di Sant'Antonio

Fuoco di Sant'Antonio
Il fuoco di sant'Antonio è un'infezione provocata dal virus Herpes zoster (lo stesso della varicella), che interessa le terminazioni nervose e la pelle circostante.
Il fuoco di sant'Antonio interessa una zona ben precisa, collocata in una metà del corpo (non oltrepassa la linea mediana). Ad esempio, si manifesta sotto la scapola sinistra e non sotto quella destra.
Il sintomo principale è la tipica eruzione cutanea vescicolosa e dolente, che si manifesta con bolle pruriginose che contengono i virus.
Il fuoco di sant'Antonio è una sorta di “ricaduta” della varicella: dopo la guarigione da questa malattia esantematica, il virus Herpes zoster NON scompare, ma si nasconde (in forma silente) nei gangli nervosi. Durante il corso della vita, eventuali riattivazioni del virus daranno luogo al fuoco di S. Antonio.
Trattamento - Farmaci e Dieta
Non esiste una cura per il fuoco di sant'Antonio.
Il trattamento è finalizzato esclusivamente ad alleviare i sintomi in attesa della risoluzione spontanea.
E' consigliabile coprire le eruzioni cutanee con abbigliamento lungo, ma non aderente. In tal modo si evita di rompere le vesciche aumentando il dolore e propagando i virus.
Inoltre, è possibile:
- Utilizzare farmaci antinfiammatori, come: paracetamolo, ibuprofene o codeina, per controllare il dolore.
- Utilizzare farmaci antivirali per bloccare la replicazione del virus (non è sempre necessario).
- Per approfondire: Farmaci per la Cura del Fuoco di Sant'Antonio
L'esordio del fuoco di sant'Antonio non è prevenibile. In commercio è disponibile un vaccino chiamato Zostavax; tuttavia, questo non risulta sempre efficace.
Dieta
Introduzione
Si reputa che stimolando il trofismo del sistema immunitario sia possibile mantenerlo efficace ed efficiente nella lotta all'Herpes zoster.
Questo “metodo preventivo” si basa sull'alimentazione e sull'attività fisica (quest'ultima, solo preventiva).
Il sistema non offre una protezione dal contagio e non garantisce di evitare una ricaduta. Tuttavia, si prefigge di ottenere la miglior reazione possibile del sistema immunitario fisiologico.
Tra le varie molecole nutrizionali che possono sollecitare il sistema immunitario, le più importanti sono:
- Vitamine, idrosolubili e liposolubili
- Zinco
- Isoflavoni
- Sostenitori della flora batterica intestinale.
Molecole Vitaminiche
La vitamina liposolubile D (calciferolo) e la vitamina idrosolubile C (acido ascorbico) sono molto importanti nel sostegno dietetico alla funzione immunitaria. In breve:
- Vitamina C: l'acido ascorbico è la molecola maggiormente implicata nella lotta alle infezioni. Si tratta di un potente antiossidante che, nel meccanismo difensivo, agisce soprattutto in opposizione alla proliferazione virale.
I cibi ricchi di vitamina C sono di origine vegetale. Appartengono al VII gruppo fondamentale degli alimenti; si tratta di ortaggi e frutti come: peperoncino, peperone, prezzemolo, agrumi, kiwi, mele, lattuga, broccoli, zucca ecc. La vitamina C rimane danneggiata con la cottura; per questo motivo, la dieta per il fuoco di sant'Antonio è caratterizzata da molti ortaggi e frutti in forma cruda. - Vitamina D: è dimostrato che il calciferolo partecipa al trofismo del sistema immunitario. Buoni livelli dietetici di calciferolo sono preventivi nei confronti di molte patologie infettive (anche virali).
La vitamina D è sintetizzata nell'organismo a livello cutaneo, grazie all'interazione con i raggi UV della luce solare. Può essere introdotta con gli alimenti; i cibi che ne contengono di più sono il pesce e il tuorlo d'uovo.
Si ritiene che la vitamina A (nella forma di retinolo e carotenoidi) e la vitamina E (tocoferoli) esercitino un effetto positivo sulla difesa immunitaria. Si tratta di due potenti antiossidanti che, assieme alla C, contrastano l'azione dei radicali liberi.
- I carotenoidi (pro vitamine A) sono tipici del VI gruppo degli alimenti; abbondano in: carote, peperoni, melone, albicocche ecc. Il retinolo invece, è particolarmente presente nel fegato animale e in certi prodotti della pesca.
- La vitamina E risulta molto concentrata nelle olive, nei semi oleosi, nel germe di grano e nei relativi oli di estrazione.
Altre Molecole
- Zinco: in alcune infezioni virali, l'assunzione di zinco è efficace per ridurre la gravità e il tempo di malattia. Alcuni alimenti ne contengono più di altri; i più ricchi sono: ostriche, fegato, latte e carni. Mentre le vitamine e gli isoflavoni (che leggeremo di seguito) possono essere introdotti a sufficienza con i cibi, la concentrazione ottimale di zinco potrebbero richiedere l'utilizzo di un integratore alimentare.
- Isoflavoni: sono antiossidanti di origine vegetale contenuti nella soia, negli ortaggi e nei frutti. Come le vitamine A, C, E, ed altri tipi di antiossidanti, ostacolano l'azione dei radicali liberi.
- Probiotici e prebiotici: i probiotici sono i batteri naturalmente presenti nell'intestino; i prebiotici, invece, sono le molecole che li nutrono. Poiché esiste una correlazione positiva tra la flora batterica intestinale e l'efficienza del sistema immunitario, alcuni reputano che la dieta del fuoco di sant'Antonio debba preservare la salute di questi microorganismi.
E' possibile incrementare la quota dietetica dei probiotici consumando i cibi fermentati con: lactobacilli, bifidobacteria e eubacteria. Tra questi, i più noti sono: yogurt, kefir, latticello, kimchi, miso, cetriolini e crauti; il mercato offre anche molti alimenti dietetici e integratori/farmaci che li contengono. Per “nutrire” al meglio questi batteri è necessario che la dieta del fuoco di sant'Antonio sia ricca di fibre alimentari solubili e carboidrati, che svolgono un'ottima funzione prebiotica.
Inoltre, sarebbe consigliabile ridurre gli zuccheri raffinati, i grassi idrogenati (invece nocivi) e mantenere una ripartizione corretta di proteine e lipidi totali (per garantire il giusto pH delle feci).
Aminoacido Arginina: è nocivo?
L'amminoacido arginina è da sempre considerato un agente benefico per il sistema immunitario.
Tuttavia, secondo l'ente “WholeHealth Chicago”, gli alimenti ricchi di arginina tendono a promuovere la crescita del virus Herpes zoster.
Risultano ancor più problematici i cibi che, oltre ad avere un alto contenuto di arginina, mostrano un basso contenuto in lisina. Anche quest'ultimo è un amminoacido; nell'organismo, svolge la funzione di equilibrare il metabolismo dell'arginina.
Durante il fuoco di sant'Antonio, si potrebbero evitare gli alimenti che contengono più arginina della media; ad esempio, sono sconsigliati:
- I semi oleosi, sopratutto arachidi, nocciole e mandorle
- I legumi e i derivati, soprattutto la soia, le fave, le lenticchie e i ceci.
Al contrario, sarebbero da prediligere i cibi con un rapporto ottimale di arginina/lisina; ad esempio: pesci, pollame, carne di manzo e carne di agnello. Le porzione di questi alimenti non deve comunque essere eccessiva.
Attività Fisica
L'attività fisica è un altro elemento che può incidere positivamente sul sistema immunitario.
Praticando attività motoria con un impegno medio-elevato, è possibile sollecitare le difese naturali, spingendole a funzionare in maniera ottimale.
D'altro canto, non bisogna dimenticare che l'attività sportiva svolta con assiduità e ad altissima intensità potrebbe determinare un effetto diametralmente opposto.
Si raccomanda di impegnarsi in un protocollo di attività motoria caratterizzato da una frequenza di 3-4 sedute settimanali, della durata di 40-60' l'una. L'intensità andrebbe regolata in rapporto al numero e alla durata delle sedute.
Cause, Incidenza e Complicazioni
Normalmente, il sistema immunitario è in grado di tenere l'Herpes zoster sotto controllo e in forma silente. Solo in certi casi, questo virus si riattiva ed evolve in fuoco di sant'Antonio.
Nelle persone sane, le cause dell'insorgenza di fuoco di sant'Antonio non sono ancora note.
Alcuni sostengono che la riattivazione virale sia imputabile ad un abbassamento degli scudi naturali, che può avvenire:
- Con la vecchiaia (soprattutto > 70 anni)
- Per lo stress psico fisico
- Per l'assunzione di farmaci immunosoppressori
- A causa di infezioni che debilitano il sistema immunitario (HIV).
Il contagio del fuoco di sant'Antonio può avvenire solo quando l'organismo che entra in contatto con il virus NON ha mai sofferto di varicella; in questo caso l'organismo svilupperà la varicella e, una volta risolta, potrà eventualmente sviluppare il fuoco di S. Antonio in futuro.
Il fuoco di sant'Antonio si manifesta quasi sempre solo una volta nella vita, ma non sono rare le recidive.
L'Herpes zoster colpisce ¼ della popolazione mondiale, ma l'incidenza della varicella e del fuoco si sant'Antonio sono molto diverse. Per quest'ultimo, le possibilità di insorgenza aumentano con l'età, mentre la varicella è tipica dell'infanzia.
Il fuoco di sant'Antonio dura circa 2-4 settimane; 1/5 dei soggetti sviluppa una nevralgia dolorosa post erpetica che dura più a lungo. Molto raramente, se l'infezione colpisce il viso, possono rimanere compromesse le funzioni visiva e/o uditiva.