Ultima modifica 01.04.2020

L'argomento Dieta ed Epatite è davvero molto vasto! Prima di tutto, è necessario spiegare cos'è l'epatite (per sfatare miti e false credenze); dopodiché analizzeremo in che modo è possibile contrarre l'epatite attraverso la dieta; infine, vedremo come prevenirla e strutturare una dieta corretta come supporto alla cura.Dieta Epatite

Epatite: Cosa Significa?

Il termine epatite indica un'infiammazione del fegato.

Il fegato è un organo con funzione ghiandolare situato nella cavità addominale superiore (ipocondrio destro ed epigastrio), tra lo stomaco e il colon trasverso.
Il fegato svolge moltissime funzioni, come il supporto glicemico (essenziale per il cervello), la sintesi di proteine plasmatiche (di diverso tipo, che hanno anche lo scopo di mantenere la pressione oncotica) e la metabolizzazione delle sostanze tossiche e dei farmaci. Ovviamente, in condizioni di epatite il fegato non è in grado di svolgere le proprie mansioni con efficacia ed efficienza normali, anche se la gravità del disturbo dipende da molti fattori, ad esempio: cause eziopatologiche, età del soggetto, cure, complicazioni, comorbilità ecc. A volte, a causa dell'epatite, si manifesta anche un'alterazione anatomica e istologica del fegato.

Tra le cause di epatite ricordiamo: alcolismo, abuso o reazioni avverse ai farmaci, ingestione di veleni, tossine fungine, infezioni virali, infezioni batteriche, infestazioni parassitarie, da sovraccarico di ferro, autoimmunità ecc. Possono essere acute o croniche e, tra tutte, le uniche ad essere contagiose sono le forme infettive, quindi indotte da agenti patogeni (generalmente virali).
Le complicanze dell'epatite possono essere notevolmente differenti in base alle cause d'origine della malattia, anche se, più che altro, variano in base alla gravità dell'epatite. Nei casi più seri, si assiste all'alterazione della componente cito-istologica tissutale tipica della fibrosi; peggiorando, in certi casi la fibrosi può evolvere in cirrosi, con insufficienza epatica e aumento del rischio di neoplasie.

Contrarre l'Epatite con la Dieta

La DIETA può essere una causa primaria di epatite. Tra tutte le varie forme, le epatiti a trasmissione alimentare possono essere suddivise in infettive (e da infestazione), e non infettive.
Le infettive sono essenzialmente di tipo: virale (virus HAV per l'epatite A), batterico (Salmonella typhi per la febbre tifoide, Leptospire per la leptospirosi) e parassitario (Entamoeba histolytica o Entamoeba dispar per l'amebiasi epatica, in genere secondaria all'ingresso intestinale).
Le epatiti contratte con la dieta che non dipendono da agenti infettivi sono invece fondamentalmente te: steatoepatite da abuso alcolico (steatoepatite alcolica), steatoepatite da abuso alimentare indiscriminato (soprattutto di carboidrati e grassi - steatoepatite alimentare) e intossicazione da micotossine (Sindrome Falloidea, da certi tipi di Amanita o Lepiota, e intossicazione da aflatossine da Aspergillus flavus).

Escludiamo invece le epatiti causate da agenti chimici e farmaci che, pur passando per il tubo digerente, non vengono contratte nell'intento di alimentarsi.


NB. Anche alcune tossine algali, ovvero quelle dei Cianobatteri (Cyanobacteria, un tempo definiti alghe azzurre) hanno capacità epatotossica ma, a causa della loro modesta importanza epidemiologica, non saranno trattate nei paragrafi che seguiranno.
Di tutte le menzionate, le forme contagiose, di tipo virale, batterico e parassitario, vengono trasmesse soprattutto per contaminazione ORO-FECALE, ovvero ingerendo cibi od acqua contaminati dall'agente responsabile.

Epatite virale con la dieta

Questa forma di epatite si contrae mediante il consumo di acqua non depurata o alimenti CRUDI contenenti il virus HAV. Come tutti i virus, anche questo è termolabile e può essere annientato dalla cottura degli alimenti o dall'ebollizione dell'acqua. Gli alimenti tipicamente coinvolti nella diffusione dell'epatite virale alimentare sono i molluschi crudi, in particolar modo bivalvi e gasteropodi; meno frequenti gli ortaggi e la frutta con buccia crudi. Non mancano casi di epatite A provocati dall'ingestione di acqua torrenziale o di pozz, in quanto, anche nei casi già menzionati, il virus è spesso presente sospeso nell'acqua (di mare per i molluschi o di corsi interni l'irrigazione). Ovviamente, le possibilità che il virus sia presente ad alte concentrazioni nell'acqua aumentano esponenzialmente in presenza di scarichi fognari abusivi; ciò vale sia per quelli che si immettono nei corsi d'acqua dolce o in mare, sia per quelli a terra che contaminano le falde acquifere sotterranee.

Infine, ma non meno importanti, le fonti di diffusione virale diretta per: manipolazione di un operatore infetto ed igienicamente scorretto, macellazione scorretta, contaminazione crociata, contaminazione da insetti e piccoli animali (es. mosche che trasferiscono il virus dalle feci agli alimenti). L'epatite A ha un decorso acuto e spesso guarisce spontaneamente in un paio di mesi.

Epatite batterica con la dieta

Questa forma di epatite è secondaria al contagio di Salmonella typhi o di Specie appartenenti al Genere Leptospira.
A differenza della salmonellosi, la febbre tifoide è sistemica poiché i batteri attraversano la mucosa intestinale senza danneggiarla per entrare in circolo; interessa molti organi e tra questi anche il fegato, anche se non sempre origina una vera e propria epatite. Le condizioni di espansione e diffusione del batterio Salmonella typhi sono le stesse del virus A, ovvero la contaminazione oro-fecale delle acque e/o degli alimenti. Inoltre, il batterio è termolabile e dovrebbe perire circa a 60°C. La febbre tifoide ha un decorso tendenzialmente acuto e raramente cronico. La cura a cura è costituita dagli antibiotici.
La leptospirosi è una zoonosi, ovvero una patologia trasmessa dagli animali (mammiferi, uccelli e rettili) all'uomo. Ne esistono diversi tipi, rispettivamente diffusi da organismi diversi. La leptospirosi è sistemica e presenta diverse forme di diffusione; oltre all'oro-fecale, le leptospire possono essere espulse con le urine e con la saliva. In definitiva, è possibile contrarre la leptospirosi sia con le feci, ma anche con la saliva e le urine di animali (come piccioni e ratti) che entrano in contatto con gli alimenti. Anche in questo caso la macellazione è un processo estremamente interessato dalla diffusione del patogeno. La gravità dell'epatite correlata dipende dalla Specie e dal ceppo in questione, ma anche dalla disponibilità di antibiotici (poco presenti nelle zone di maggior diffusione, ovvero il terzo mondo); anch'essa ha un decorso tendenzialmente acuto e cronicizza raramente. L'epatite che ne consegue pare causata dall'edema dei vasi capillari epatici che provoca necrosi cellulare.

Epatite parassitaria con la dieta

Un esempio di questa malattia è la contrazione dell'amebiasi. Anche in tal caso, la Entamoeba histolytica o la Entamoeba dispar sono già presenti nelle acque e, da qui, possono finire sugli alimenti (sia direttamente che per via oro-fecale). Questo organismo perisce facilmente con l'utilizzo del calore e la sua presenza negli alimenti al momento del consumo è permessa dalla crudità del cibo o dalla contaminazione post cottura. La terapia è costituita da farmaci amebicidi; ancora una volta il decorso è tendenzialmente acuto ma può cronicizzare anche primariamente. Molto spesso, le amebe raggiungono il fegato solo dopo aver interessato l'intestino.

Steatoepatite grassa, alcolica e alimentare

La steatoepatite è caratterizzata dall'aumento volumetrico del fegato per incremento dello stoccaggio lipidico e, in minor parte, di glicogeno al suo interno. In pratica, il fegato accumula un eccesso di grasso, per cui si ingrossa e si infiamma. Ciò è dovuto principalmente all'aumento smodato della glicemia e dei trigliceridi nel sangue, a loro volta indotti dall'abuso di alcol etilico (sempre convertito in acidi grassi dal fegato) e/o da una dieta generalmente troppo abbondante con assunzione di porzioni eccessive di alimenti ad alto contenuto di carboidrati. Anche l'eccesso lipidico sembra coinvolto nell'insorgenza di steatoepatite grassa, ma prevalentemente nei regimi alimentari caratterizzati da alta frequenza di consumo di cibi spazzatura (nei quali i lipidi sono di tipo saturo, idrogenato e con alte percentuali di acidi grassi in configurazione trans). Ad ogni modo, il requisito fondamentale per l'insorgenza di steatoepatite grassa è SEMPRE L'ESUBERO CALORICO e/o ALCOLICO!

In genere, questa forma di epatite viene diagnosticata durante le visite di controllo, magari in seguito alla rilevazione di parametri sanguigni alterati (transaminasi, trigliceridi, glicemia, colesterolo) o alla manifestazione di fastidi, gonfiore o dolore in sede addominale dell'ipocondrio destro. Quella alimentare è spesso associata a sovrappeso (prevalentemente viscerale), insulino-resistenza, ipertrigliceridemia o, più generalmente, sindrome metabolica. Nel lungo termine e se trascurata può evolvere in condizioni anche molto gravi; purtroppo, quella ad eziologia prettamente alimentare sembra più subdola rispetto all'alcolica, in quanto risulta quasi SEMPRE asintomatica. Di solito, dopo la diagnosi, per ottenere una remissione abbastanza rapida è sufficiente abolire l'alcol, utilizzare dei farmaci specifici a prescrizione medica, iniziare una dieta ipocalorica bilanciata, aumentare l'attività fisica ed, eventualmente, consumare integratori alimentari mirati al miglioramento della salute epatica. Com'è presumibile, si tratta di una forma patologica tendenzialmente cronica anche se, in certi casi di abuso alcolico, avvengono vere e proprie manifestazioni di acuzie.

Epatite da micotossine con la dieta

Le micotossine sono tossine liberate da organismi appartenenti al regno dei funghi; nel caso delle epatiti, sono coinvolti principalmente i funghi appartenenti alla Divisione Basidiomycota e quelli del Phylum Ascomycota. I primi vengono assunti volontariamente con la dieta, scambiati per funghi commestibili; i secondi invece, alcuni dei quali del tutto indesiderati, sono meglio conosciuti come muffe.
Le micotossine più dannose per il fegato, in grado di originare un'epatite da Sindrome Falloidea, appartengono ad alcune Specie dei Generi Amanita e Lepiota. Questi funghi, se assunti con la dieta, sono in grado di avvelenare l'organismo in un periodo piuttosto lungo, il che determina quasi sempre l'incapacità di intervenire al momento (tardivo) della diagnosi. La sindrome falloidea è tra le prime cause di morte a livello mondiale e, già alla terza delle quattro fasi cliniche, provoca un violento aumento dei marker epatici per distruzione degli epatociti. Se da quel momento l'intossicazione non subisce una rapida inversione, evolve nella quarta fase e provoca (dall'epatite iniziale) un'insufficienza epatica grave seguita dal decesso. La cura può essere costituita da: lavanda gastrica, somministrazione di carbone attivo in grado di assorbire le molecole velenose, diuresi forzata, emodialisi, plasmaferesi e farmaci. Si tratta di un decorso acuto e spesso richiede il trapianto di fegato.
Meno letali, ma comunque pericolose, le micotossine appartenenti al tipo aflatossine prodotte dal micete Aspergillus flavus. Questi microorganismi, che germinano sulle granaglie, vengono assunti con la dieta attraverso il consumo di cereali mal conservati; tale condizione è tipica delle aree meno sviluppate del terzo mondo ma, in Italia, esiste un certo rischio legato all'importazione alimentare. Dosi molto elevate di aflatossine possono quindi provocare una forma di epatite acuta; d'altro canto, meno pericolosa, anche se più difficile da individuare, è la contaminazione secondaria da aflatossine nel latte vaccino. E' stato inoltre dimostrato che l'esposizione sistematica a basse concentrazioni di aflatossine aumenta sensibilmente (in maniera analoga a certe epatiti croniche virali) le possibilità di carcinoma al fegato. La cura non è ancora ben definita.


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Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer