Dieta per la diverticolite: cosa si può mangiare e cosa evitare

Dieta per la diverticolite: cosa si può mangiare e cosa evitare
Ultima modifica 06.09.2023
INDICE
  1. Cos'è la diverticolite?
  2. Chi colpisce la diverticolite e perché
  3. Sintomi e diagnosi di diverticolite
  4. Come si cura la diverticolite?
  5. Cosa mangiare per prevenire la diverticolite?
  6. Fibre e probiotici: sono realmente utili?
  7. Cosa evitare per prevenire la diverticolite?
  8. Cicli di disinfettanti intestinali: sono realmente utili?

La cosiddetta dieta per la diverticolite non è un sistema nutrizionale concepito per far "sparire" i diverticoli, ma piuttosto finalizzato a "tentare" di prevenirne la formazione da un lato, e cercare di escludere l'eventuali di infiammazione / infezione degli stessi dall'altro.

Tuttavia, gli studi più recenti hanno smentito gran parte delle convinzioni che, fino a qualche anno orsono, supportavano le linee guida nutrizionali concepite per la prevenzione e la cura di queste problematiche.

Anche solo la scoperta che ben il 40% dei casi di diverticolite può essere imputabile al patrimonio genetico e solo il 60% a fattori ambientali, come la dieta, dovrebbe far riflettere.

In questo articolo scopriremo quanto controverso sia il ruolo della fibra alimentare, sia nel tentativo di ridurre la formazione dei diverticoli, sia nel tentativo di impedirne l'infezione-infiammazione, ma anche nelle fasi di acuzie non gravi e complicate.

Entriamo nel dettaglio.

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Cos'è la diverticolite?

La diverticolite è una patologia gastroenterica che interessa la porzione crassa dell'intestino.
Questa malattia può colpire solamente chi presenta la così detta diverticolosi.
Diverticolosi significa “presenza di diverticoli”.

I diverticoli sono delle vere e proprie alterazioni anatomiche del colon che, in base alla natura patologica ed al livello di gravità, possono essere di due tipologie differenti.

  • I diverticoli meno problematici sono caratterizzati da estroflessioni della mucosa e della sotto-mucosa che tendono ad invaginarsi all'interno di loci di minor resistenza della parete, come i punti di penetrazione delle arterie attraverso lo strato muscolare liscio.
  • I diverticoli più gravi, ovvero quelli “veri” (meno frequenti), sono invece formati da un'estroflessione di tutti gli strati della parete intestinale.

La diverticolite si manifesta quando i diverticoli si infettano/infiammano e danno origine ad un disturbo in forma acuta. Tuttavia, se questi rimangono sani ed asintomatici, la condizione viene definita semplicemente diverticolosi.

Per evitare di distinguere continuamente le due fasi, soprattutto nei soggetti che si ammalano frequentemente, si parla di malattia diverticolare.

Chi colpisce la diverticolite e perché

Non è facile stabilire l'incidenza della diverticolosi, in quanto non è detto che chi possiede uno o più diverticoli si ammali di diverticolite. E' invece molto più semplice definire l'importanza epidemiologica delle acuzie, che interessa circa il 5% sotto i 40 anni, il 10% degli over 40 ed il 50% dai 60 in poi.

La diverticolite colpisce maggiormente la porzione di sinistra ed è eccezionale nel bambino, rara nell'adulto con meno di 40 anni e abbastanza frequente negli ultra sessantenni.

Con questi dati alla mano, la prima domanda che sorge spontanea è: "I diverticoli tendono a formarsi di più con l'avanzare del tempo, o semplicemente diventano più delicati?". Probabilmente, entrambe le soluzioni possono essere considerate valide e significative.

I diverticoli potrebbero essere la conseguenza di una debolezza intrinseca delle pareti muscolari dell'intestino crasso, ragion per cui l'indebolimento progressivo delle stesse con la vecchiaia spiegherebbe la maggior incidenza nell'anziano.

Oltre all'età, l'altro fattore statisticamente rilevante è una dieta povera di fibre ed acqua tipica dei paesi occidentali, dove l'incidenza della diverticolite è maggiore rispetto all'oriente.

Ciò avviene per una ragione ben precisa: la scarsa presenza di fibre ed acqua è associata ad un aumento della pressione intraluminale che, esercitando una spinta dall'interno verso l'esterno, spinge l'invaginazione nei punti di maggior debolezza.

Sintomi e diagnosi di diverticolite

Quando presenti, i sintomi della malattia diverticolare non complicata o blandamente attivata sono abbastanza generici e talvolta sovrapponibili a quelli del colon irritabile.

I più frequenti sono: dolore spontaneo o provocato, soprattutto nella fossa iliaca di sinistra, meteorismo ed alvo alterno con prevalenza di stipsi.

Al contrario, la diverticolite diventa esplicitamente sintomatica quando entra in fase di acuzie severa, ovvero nel caso in cui avvengono:

  • Ostruzione dell'ostio diverticolare, per ristagno delle feci all'interno della tasca e relativa comparsa di fenomeni flogistici
  • Perforazione dell'ostio diverticolare, con formazione di ascesso periviscerale che si associa a peritonite circoscritta o generalizzata
  • Sanguinamento, per erosione dei vasi sottostanti e, talvolta, conseguente emorragia.

La diverticolite si presenta spesso con dolori localizzati, alvo chiuso, febbre e brividi, aumento degli indici di infiammazione e rettorragia (espulsione di sangue che, se non associata ad altri sintomi, traduce quasi sempre per emorragia diverticolare).

La diverticolosi può essere individuata con indagini specifiche, come la tomografia computerizzata, la retto-colonscopia e l'ecografia addominale.

L'accertamento diagnostico può essere giustificato da una sintomatologia specifica della diverticolite o essere un reperto casuale, durante l'indagine di altri disturbi dell'intestino crasso.

Come si cura la diverticolite?

Dieta per la diverticolosi - preventiva per la diverticolite

Nel caso in cui vi sia la consapevolezza della presenza di diverticolosi, è possibile adottare una dieta preventiva; questa è in parte simile al regime alimentare consigliato in caso di colon irritabile, anche se in passato veniva differenziata per l'eliminazione dei i residui non digeribili (vedi prossimo paragrafo).

Non è chiaro, invece, il ruolo della fibra alimentare. In passato si affermava che una dieta povera di fibre costituisse un fattore di rischio primario. Tuttavia, le prove attuali sono insufficienti a confermare questa ipotesi, poiché, una dieta a basso contenuto di fibre ed acqua è correlata sì a un aumento della pressione intraluminale del colon - quindi verosimilmente all'aumento di incidenza dei diverticoli - ma non direttamente alla diverticolite.

Rimane comunque l'unico fattore nutrizionale su cui lavorare a scopo preventivo, quantomeno per tentare di ridurre la pressione intraluminale e quindi la formazione dei diverticoli.

Ruolo della dieta negli attacchi di diverticolite

Gli attacchi leggeri di diverticolite possono essere gestiti senza antibiotici lavorando esclusivamente sul sintomo e gestendo la dieta in modo da non sovraccaricare eccessivamente l'apparato digerente. La percentuale di fibre non sembra un elemento discriminante; mentre in passato, nelle acuzie, si raccomandava una dieta priva di scorie, oggi non è più così.

Gli attacchi più pesanti non possono invece essere trattati solo "alleggerendo" l'alimentazione; necessitano l'impiego di farmaci antibiotici per bocca e, spesso, del riposo intestinale completo.

La diverticolite grave può richiedere la somministrazione di antibiotici per via parenterale, il supporto nutrizionale sempre per via parenterale, il ricovero e, talvolta, la chirurgia.

Cosa mangiare per prevenire la diverticolite?

Come anticipato, la diverticolite grave e complicata richiede il digiuno totale e un'alimentazione di tipo parenterale associata ad antibiotici; solo in alcuni casi, si rende necessaria la chirurgia.

La dieta per prevenire la diverticolosi e la diverticolite, invece, è una terapia alimentare ben nota ed interviene con due meccanismi distinti ma complementari:

La dieta per prevenire la diverticolite non si basa molto sull'intake calorico o sulla ripartizione nutrizionale, bensì sulla composizione in fibre, probiotici e prebiotici, e degli agenti irritanti.

Le regole fondamentali per prevenire la diverticolosi interessano soprattutto la funzionalità intestinale:

  • Apporto di fibre che corrisponde almeno alla quota suggerita per un soggetto sano (circa 30 g/die)
    • Aumentare la percentuale di fibre solubili a discapito di quelle insolubili; ricordiamo che alcune fibre solubili, come ad esempio l'inulina, esercitano anche un azione prebiotica molto importante
  • Apporto di acqua che corrisponde almeno alla quota suggerita per un soggetto sano (1 ml per kcal assunta), del quale una buona parte durante il pasto
  • Provare ad integrare con probiotici.

Può tuttavia essere di grande aiuto ridurre/eliminare tutti gli agenti stimolanti ed irritanti, sia perché la diverticolosi può dare una leggera sintomatologia di diarrea e gonfiore, sia perché, in caso di diverticolite leggera, questi tendono a peggiorare la sintomatologia dei diverticoli infetti-infiammati.

Fibre e probiotici: sono realmente utili?

Come anticipato, la presenza di fibre solubili ed acqua serve principalmente a ridurre la pressione intraluminale e facilitare il transito delle feci. Questo evita sia l'insorgenza/peggioramento dei diverticoli, sia il ristagno di materiale fecale.

In tal senso, un apporto di fibre soddisfacente è ancora oggi considerato un elemento preventivo sulla formazione dei diverticoli.

In passato gli enti di ricerca suggerivano tuttavia di limitare al massimo i residui fibrosi durante la diverticolite lieve, quando l'alimentazione per bocca può ancora essere mantenuta; oggi invece, sappiamo che non esistono prove a sostegno di questa raccomandazione.

Lo stesso non si può dire, invece, dei probiotici, verso i quali la ricerca non ha ancora trovato una correlazione positiva significativa o comunque apprezzabile.

Possiamo tuttavia osservare che alcune fibre, oltre a svolgere la classica funzione di modulazione peristaltica, sono anche considerate degli elementi prebiotici, ovvero che nutrono la flora batterica intestinale (Lactobacilli, Bifidobacteria e Eubacteria), favorendone il trofismo. Questo accorgimento è estremamente utile a mantenere un equilibrio tra i ceppi interni ed a garantire il nutrimento degli enterociti.

Non dimentichiamo che, oltre a proteggere i tessuti da eventuali aggressioni esterne, la flora batterica riduce il pH fecale e produce vitamine e molecole molto utili alla salute delle cellule intestinali (acido butirrico e poliammine).

Esiste tuttavia anche la possibilità di effetti collaterali legati all'assunzione di probiotici, costituiti dall'ipotetica infezione (acuzie) provocata dagli stessi; in genere, si tratta di casi nei quali i diverticoli sono molto profondi o concomitanti ad alterazioni significative del transito intestinale (stipsi grave).

Cosa evitare per prevenire la diverticolite?

In passato si riteneva che ci fosse anche un serie di cibi da evitare per prevenire l'insorgenza di diverticolite. Oggi la relazione tra questi cibi e l'infiammazione dei diverticoli è stata smentita.

Anche durante la fase acuta, in passato, si consigliava di seguire una dieta a basso contenuto di fibre. Tuttavia, una revisione del 2011 non ha trovato prove che le diete a basso contenuto di fibre possano risultare benefiche nel trattamento della malattia diverticolare, ma nemmeno che una dieta ricca di fibre possa prevenire la malattia diverticolare.

Una revisione sistematica pubblicata nel 2012 non ha evidenziato studi di alta qualità, ma ha comunque messo in luce che alcuni studi e linee guida favoriscono una dieta ricca di fibre per il trattamento della malattia sintomatica.

Sempre in passato, si consigliava inoltre di evitare i cibi difficilmente masticabili come, ad esempio, i semi oleosi (noci, nocciole, mandorle, pistacchi, pinoli, arachidi, sesamo, semi di papavero, semi di canapa, semi di lino ecc.), e quelli contenenti elementi non digeribili quali piccoli semi o acheni (dei kiwi, delle fragole, dei pomodori, dei kiwi ecc.) e la buccia se molto spessa.

Oggi si ritiene che garantendo un funzionamento ottimale del colon non sia necessario escludere certi prodotti.

Inoltre, molti dei cibi che dovrebbero essere eliminati dalla dieta contro la diverticolite appartengono al gruppo degli ortaggi e della frutta; oltre ad apportare ottime quantità di fibre (con una percentuale maggiore delle solubili rispetto ai cereali), necessarie alla salute del colon e della flora batterica, questi alimenti sono una fonte insostituibile di: vitamina C, vitamina A, acido folico, potassio, antiossidanti fenolici ecc.

La loro esclusione dalla dieta non è semplice da compensare e l'utilizzo di strumenti che ne filtrano i semi e la buccia richiede necessariamente la riduzione a purea, con conseguente scarsa appetibilità.

Al contrario, per quel che concerne i semi oleosi, è possibile eliminarli totalmente dalla consuetudine e compensarne la carenza utilizzando i relativi (o altri) oli di estrazione.

Da segnalare uno studio che sembra sostenere addirittura l'opposto, ovvero che un maggiore apporto di frutta a gusciomais possa contribuire ad evitare la diverticolite nei maschi adulti.

[Weisberger, L; Jamieson, B (July 2009). "Clinical inquiries: How can you help prevent a recurrence of diverticulitis?". Journal of Family Practice. 58 (7): 381–2. PMID 19607778.].

Cicli di disinfettanti intestinali: sono realmente utili?

Pare di no.

Oggi le evidenze suggeriscono che l'impiego di disinfettanti intestinali porti più complicazioni che benefici, ad esempio l'alterazione della flora batterica fisiologica e l'indurimento delle feci, con conseguento aumento del rischio di stitichezza.

Autore

Riccardo Borgacci
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer