Ultima modifica 01.04.2020

Fibra alimentare

Dieta povera di fibreLa fibra o fibra alimentare è una componente vegetale caratterizzata da legami chimici di tipo β e NON risulta digeribile per l'essere umano; tuttavia, pur non essendo considerata un vero e proprio nutriente, la fibra è senz'altro una componente alimentare molto importante per il corretto funzionamento dell'organismo, in particolare dell'intestino.

Fibra solubile e insolubile

La fibra si divide in solubile e insolubile, e svolge numerose funzioni; tra queste:

Che cos'è

Una dieta povera di fibre diminuisce il volume fecale ed ostacola il processo fisiologico (nervoso) di innesco delle contrazioni peristaltiche di segmentazione e avanzamento.

D'altro canto, nonostante la tendenza collettiva sia quella di mangiare POCA fibra rispetto alle raccomandazioni (che suggeriscono circa 30g/die), in certi casi "patologici" è necessario limitarla drasticamente per ridurre disturbi o sintomi indesiderati; questo regime alimentare è definito dieta povera di fibra o dieta a basso residuo.

Per chi è indicata

La funzione della dieta povera di fibre o a basso residuo è quella di ridurre l'effetto lassativo sul tubo digerente; i casi in cui potrebbe essere necessario applicarla sono prevalentemente:

Per logica, al ripristino delle normali condizioni fisiche (se possibile), la dieta a basso residuo dovrebbe essere interrotta reintegrando la quota di fibra alimentare consigliata.

Cosa mangiare

In termini pratici, la dieta povera di fibre o a basso residuo è uno schema nutrizionale povero di frutta, ortaggi, cereali e leguminose che, se presenti, DEVONO essere lavorati/raffinati in modo da eliminare quantomeno il tipico rivestimento esterno (buccia, pericarpo o altri tegumenti fibrosi, ecc.) notoriamente ricco di questo elemento (in sostanza occorre comunque evitare i cereali integrali).
Pur non essendo correlati con l'apporto di fibra alimentare, anche il latte e i latticini (o gli alimenti che li contengono) possono essere limitati/interrotti nella somministrazione della dieta a basso residuo; questa scelta non è casuale e si basa sul concetto che, nella maggior parte delle sofferenze intestinali, gli enzimi lattasi presenti sulla mucosa si riducono drasticamente provocando la fermentazione batterica del lattosio e la conseguente sintomatologia annessa (vedi intolleranza alimentare al lattosio).
Per gestire correttamente la dieta a basso residuo è consigliabile:

Vedi un Esempio di Dieta a Basso Residuo »

Metodi di cottura

I metodi di cottura per la dieta povera di fibre o a basso residuo sono moderati e non violenti; non dovrebbero mai innescare eccessivamente la reazione di Maillard e/o la produzione di molecole tossiche/irritanti per la mucosa intestinale (acrilamide, acroleina, idrocarburi policiclici aromatici ecc.). Sono consigliati: bollitura, cottura a vapore, cottura al microonde e cottura a pressione; nelle eventualità, anche la stufatura lenta. Sono SCONSIGLIATI la grigliatura, la frittura, la tostatura e la cottura al forno con temperatura molto elevate senza coperchio. Un altro suggerimento utile è quello di evitare o non eccedere con le spezie, tipo pepe, peperoncino, curry, coriandolo, cumino, ecc.

Integratori

  • Nel caso in cui la dieta a basso residuo provocasse un effetto eccessivamente "stringente" sulle feci, è consigliabile prima di tutto incrementare l'apporto idrico (compromesso per l'eliminazione di frutta e verdura) e, solo in un secondo momento, reinserire la fibra poco per volta.
  • La dieta povera di fibre o a basso residuo determina una riduzione secondaria di una bona porzione di sali minerali (magnesio, potassio, ecc), di vitamina C, di B-carotene e di vitamina K; è quindi consigliabile valutare assieme al medico la possibilità di utilizzare un buon integratore alimentare per mantenere sufficienti gli apporti nutrizionali di questi nutrienti.

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Laureato in Scienze motorie - indirizzo Tecnico Sportivo Laureato in Dietistica
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer