Date di scadenza dei cibi: cosa c'è da sapere?

Ultima modifica 11.10.2021
INDICE
  1. Introduzione
  2. Date di scadenza: come comportarsi
  3. Scadenza e Conservazione degli alimenti

Introduzione

I prodotti alimentari in commercio confezionati spesso hanno una etichetta su cui viene indicata una data di scadenza. I produttori e i negozi a volte utilizzano diciture diverse per comunicare entro quando sarebbe meglio consumare un determinato cibo. Le date sulle etichette degli alimenti di solito non sono legate al deterioramento degli alimenti, ma piuttosto indicano al consumatore per quanto tempo il tal cibo mantiene inalterato il gusto, la consistenza e addirittura la capacità di una buona riuscita di un piatto (come succede con il lievito). Comprendendo i termini di scadenza, è così possibile interpretare nel miglior modo la durata della bontà degli alimenti conservati in frigorifero, in dispensa e anche nel congelatore. 

Date di scadenza: come comportarsi

I prodotti refrigerati hanno spesso le date di scadenza sulle etichette. I negozi utilizzano questa data per sapere quando rimuovere i prodotti dagli scaffali. Tuttavia è possibile mangiare cibo dopo la data di scadenza. Ad esempio, in linea generale, i latticini sono buoni per 3 o 4 giorni dopo la data di scadenza, se non sono visibili alterazioni o rigonfiamenti nella confezione (il classico caso del sacchetto della mozzarella, ad esempio) oppure odori sgradevoli aprendo la confezione.

Mangiare un determinato alimento prima della data di scadenza, tuttavia garantisce miglior sapore e qualità. Il cibo non si guasta dopo questa data, ma potrebbe seccarsi o non avere un sapore altrettanto buono. I prodotti alimentari che utilizzano le date di confezionamento includono:

Il cibo può essere buono per mesi dopo la data con una conservazione adeguata. Non mangiare cibo dalla confezione danneggiata perché potrebbe aver sviluppato batteri o cattiva conservazione.  

Quando la data di scadenza non è obbligatoria? Non è obbligatorio apporre un'etichetta in cui si indichi la data di scadenza per frutta e verdura fresche, prodotti da forno e pasticceria, zucchero e sale, aceto e vino.

Nel caso del lievito, ad esempio, la data di scadenza indica l'efficacia del prodotto, e quindi la capacità di far lievitare impasti. Il lievito di birra fresco, che si trova in commercio sotto forma di panetto, ha una data di scadenza che non supera i 10 giorni. Quello secco dura di più, ma nel momento in cui la bustina è aperta, va usato entro breve tempo.

Cosa cambia dopo la data di scadenza?

Nelle etichette in cui viene indicata la data di scadenza si utilizzano frasi come "scade il" o "non utilizzare dopo" o "consumare preferibilmente entro.

  • "Consumare preferibilmente entro" indica il giorno oltre il quale le qualità nutrizionali dell'alimento non sono più garantite al 100% perché potrebbero progressivamente diminuire. Questa tipologia di scadenza si chiama anche Termine Minimo di Conservazione (TMC) ma ciò non significa che da quella data in poi il determinato alimento deve essere buttato.
  • "Da consumare entro" o "Scade il", indicano, invece, la data entro la quale il prodotto deve essere necessariamente consumato. 

Scadenza e Conservazione degli alimenti

Produttori e rivenditori utilizzano questa dicitura su prodotti con una lunga durata di conservazione. Va sottolineato che la qualità non coincide con la sicurezza di un alimento, e quindi le condizioni igieniche dello stesso non sono necessariamente correlate alla variazione delle proprietà organolettiche di un prodotto alimentare. 

Spesso il consumatore non comprende le date di scadenza sulle etichette degli alimenti. Il cibo che è ancora buono o che potrebbe essere congelato per un consumo successivo, viene buttato e quindi sprecato, quando potrebbe essere semplicemente conservato in un modo migliore. Determinati alimenti, a seconda della conservazione, possono "superare" la data di scadenza per un consumo sicuro ed ottimale anche dal punto di vista qualitativo:

  • Il latte, ad esempio, può essere consumato anche dopo 4 giorni dall'apertura, purchè conservato in frigorifero nella parte posteriore, in cui la temperatura è generalmente più fredda;
  • Le uova sono buone per 3-5 giorni dopo la data di scadenza;
  • La carne macinata, di manzo, e il pollame sono sicuri se tenuti in frigorifero per 2 o 3 giorni dopo l'acquisto. Nel caso in cui si intendesse cucinarli dopo questo termine, è necessario congelarli subito;
  • Il riso o la pasta sono commestibili anche sino ad un anno in dispensa. Una volta cotti e conditi (pasta o risotto) possono essere conservati in un contentore ermetico per 3 giorni in frigorifero.
  • Frutta e legumi in scatola, una volta aperti, vanno consumati entro massimo 4 giorni, se conservati in frigorifero.

Lo sapevi che...

Se il cibo rimane a temperatura ambiente per più di 2 ore, può subire variazioni e formazione di batteri. Dopo aver preparato un pasto, conservare rapidamente gli avanzi per evitare eventuale contaminazione. Fondamentale, poi, è mantenere il piano di lavoro della cucina, e in generale le superfici in cui si preparano gli alimenti puliti e privi di batteri nocivi. I batteri non possono crescere a temperature gelide, quindi il congelamento prolunga la durata di conservazione del cibo. Si possono congelare carne, verdure, pane e formaggio. Se si ha intenzione di congelare le uova, sbatterle prima e conservarle in un contenitore sigillato.