Come Dimagrire
Ultima modifica 23.04.2020

Premessa

Dimagrire è un processo fisiologico caratterizzato dalla riduzione del tessuto adiposo di riserva, a cui si aggiunge, come conseguenza, un calo della massa corporea totale.

Il processo dimagrante si basa su quattro principali fattori, che, a seconda dei casi, possono prevalere uno sull'altro:

In linea generale, il dimagrimento sfrutta un complesso meccanismo di feedback positivi e negativi che interessano tutto il metabolismo, l'asse ormonale e i vari processi cellulari dei tessuti. Più precisamente, per dimagrire è necessario porre l'organismo in condizioni di "catabolismo", cioè di "demolizione" dei tessuti di riserva a scopo energetico (l'opposto "dell'anabolismo" o "costruzione").

I bersagli principali del processo catabolico dimagrante sono l'adipe sottocutaneo, l'adipe viscerale, il glicogeno muscolare e il glicogeno epatico; tuttavia, per vari motivi, una fase catabolica eccessivamente intensa o dilungata può compromettere significativamente anche l'integrità di altre strutture, in primis quella muscolare.

Nota: il dimagrimento non è un processo selettivo sulla massa grassa, perciò un blando catabolismo degli altri tessuti è quasi sempre inevitabile; ciò può essere limitato iniziando un protocollo di muscolazione ben ponderato o, meno intelligentemente, facendo uso di doping (ormoni tiroidei, steroidi, somatotropina ecc.). D'altro canto, questa deplezione può risultare sia impercettibile, sia molto intensa, a seconda della "velocità" della riduzione ponderale, dell'equilibrio nutrizionale, del volume e del tipo di attività motoria ecc.

Sovrappeso e salute

Facendo un piccolo passo indietro, credo sia opportuno porre l'accento su alcuni concetti basilari che interessano (ahinoi) tutte le strategie per dimagrire. Se è vero che la riduzione del tessuto adiposo è un processo fisiologico, è altrettanto vero che si tratta di un percorso faticoso e non sempre necessario, poiché spesso dettato da canoni estetici deviati. D'altro canto, è pur vero che il sovrappeso (e le relative complicazioni) rappresentano tra i principali fattori di rischio per morte precoce nelle società industrializzate; pertanto, in questi casi, il dimagrimento viene adoperato come una vera e propria TERAPIA di interesse medico.

Il dimagrimento a fini salutistici è indicato solo per chi oltrepassa il "confine della salute", ovvero:

Quindi, tutti gli altri soggetti, ad eccezione degli atleti agonisti per cui è fondamentale mantenere la massa grassa ai minimi livelli (ciclisti, podisti ecc.), potrebbero astenersi dal desiderio di dimagrire risparmiandosi una bella fatica.

Perché è difficile dimagrire?

Le varie difficoltà che si affrontano nel dimagrire derivano dal fatto che il tessuto adiposo e i meccanismi che ne regolano il trofismo rappresentano un sistema di autodifesa contro i periodi di carestia e denutrizione; questo processo è stato sviluppato attraverso l'evoluzione della specie animale, durata "solo" alcuni milioni di anni.

Va da sé che, in condizioni di sovrabbondanza alimentare (tipica delle società consumistiche), non risulta particolarmente "facile" mantenere un livello di grassezza moderato. In parole povere, qualunque sia il tipo di alimentazione che si segue, dimagrire è sempre più difficile che ingrassare; invito pertanto i gentili lettori a non lasciarsi ingannare dal marketing e dalle teorie pseudo-scientifiche che ultimamente (e sempre più spesso) bombardano i media, adescando sia i malati, sia i sani che mal percepiscono le proprie forme corporee.
Non è dunque possibile dimagrire senza sentire appetito, anche se con una buona strategia si può evitare tranquillamente la fame vera e propria.

I migliori sistemi per dimagrire sono quelli che implicano l'utilizzo di un protocollo di attività fisica motoria, poiché consentono di mangiare di più. Tuttavia, è anche opportuno non "aprire troppo la forbice" tra l'energia assunta con gli alimenti e l'energia consumata; con metodi troppo drastici, infatti, si correrebbe il rischio di compromettere lo stato di salute generale, peggiorando il trofismo muscolare, uno degli effetti collaterali del catabolismo che abbiamo visto essere necessario al processo dimagrante. Detto questo, invito ancora una volta i gentili lettori a non cadere nel "phishing" di chi sostiene di "conoscere la formula per dimagrire velocemente mantenendo intatte le masse muscolari o, addirittura, di dimagrire aumentando la muscolazione generale".

Per approfondire: Come Motivarsi per Dimagrire?

Come Fare

Consigli pratici per dimagrire

Dunque, in pratica, per dimagrire è sufficiente mangiare meno di quello che si consuma; certamente è più facile a dirsi che a farsi.
Anzitutto, il primo consiglio che rivolgo a chi soffre di sovrappeso, obesità o malattie del metabolismo, è quello di appoggiarsi a un professionista del settore, ovvero un dietista o un dietologo o un nutrizionista specializzato. Invece, per chi desidera migliorare solamente il proprio aspetto fisico, è sufficiente assicurarsi di svolgere una regolare attività fisica motoria, correggendo l'alimentazione per quanto riguarda la frequenza di consumo e le porzioni dei cibi spazzatura (alcolici compresi!).
Ahinoi, vista l'attuale condizione economica italiana (non troppo rosea, se paragonata al mezzo secolo appena passato), non tutti possono (o vogliono) permettersi di pagare un operatore sanitario che eserciti la libera professione; parallelamente, i servizi pubblici sono spesso scadenti e talvolta le liste di attesa risultano particolarmente lunghe. Ecco che in una situazione del genere spopolano i servizi a basso costo, come le diete "da rivista", le diete "da palestra" (quelle prodotte impropriamente dai tecnici della sala pesi), le diete "da integratori" (offerte gratuitamente in cambio dell'acquisto di materiale erboristico o simile), le diete da "applicazione telefonica" (non necessariamente scorrette ma spesso poco praticabili e sempre prive del rapporto terapeuta-paziente), le diete "scaricate da internet" o addirittura le diete "personalizzate"... ma per altre persone".
Inutile dire che nessun servizio troppo economico può garantire un iter preciso ed accurato, che dovrebbe prevedere l'anamnesi alimentare, la raccolta delle preferenze soggettive, la rilevazione antropometrica e controlli periodici con la possibilità di "correggere il tiro" strada facendo. Sarebbe comunque abbastanza disonesto trasmettere il messaggio che "per dimagrire... quindi per mangiare meno del dovuto... bisogna necessariamente spendere soldi!". E' un paradosso che non si regge in piedi, anche se la professionalità è certamente un dettaglio che fa la differenza in termini di risultati e mantenimento dello stato di salute.

Dimagrire senza l'aiuto di un professionista

Non è impossibile, si tratta di un percorso abbastanza semplice da comprendere, ma comunque difficile da applicare e mantenere; di seguito, cercherò di dare alcuni semplici consigli per riordinare le idee alle migliaia di autodidatti che intendono perdere peso in maniera autonoma e consapevole:

  1. Seguire una dieta equilibrata, senza avventurarsi in esperimenti potenzialmente fallimentari che indebolirebbero lentamente la determinazione del praticante. Le linee guida per una corretta e sana alimentazione sono efficacemente divulgate dall'INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione Umana)
  2. Compensare i periodi di iperalimentazione aumentando l'attività fisica e seguendo per brevi periodi delle diete non impegnative che hanno la stessa durata della trasgressione. Infatti, il più delle volte, il sovrappeso è semplicemente frutto di un saltuario incremento di peso che però si ripropone più volte nel medio e lungo periodo; le ricorrenze principali nelle quali si accumula il famoso "chiletto" sono: periodo natalizio, periodo carnevalesco, periodo pasquale e vacanze estive. In tal caso, è possibile accumulare circa 4kg all'anno e fino a 40kg in 10 anni, ovvero quanto separa un soggetto perfettamente normopeso da un obeso grave.
  3. All'inizio della terapia, assicurarsi che l'andamento del peso sia stabile, non oscillatorio, e annotare un diario alimentare quanto più accurato possibile. La stabilità del peso, che si valuta settimanalmente o ogni 14 giorni, è un segno di "equilibrio energetico", ovvero assicura che la dieta attuale sia normocalorica. Compilando il diario alimentare, in caso di peso stabile, si può ottenere una "fotografia" della dieta che "NON fa ingrassare", facilitando poi la compilazione del regime alimentare di mantenimento. Al contrario, se la dieta non è normocalorica e induce un piccolo ma inesorabile aumento (ad es. 100g ogni 14gg), meglio procedere con le prime modifiche all'alimentazione. In primo luogo, si consiglia di eliminare i cibi e le bevande "inutili", ovvero quelli che non contribuiscono positivamente al mantenimento dello stato di salute (ad es. coca-cola, birra, fast-food, salse, snack ecc.).
  4. Mentre un professionista dell'alimentazione è in grado di stilare una dieta perfettamente calzante, senza "andare per tentativi", quando si procede in totale autonomia è necessario procedere a "piccoli passi". Quindi, giunti alla tanto sospirata normocalorica, il primissimo step dell'autodidatta riguarda l'aumento (se necessario) dell'attività fisica motoria (in maniera consapevole e progressiva, in primis per evitare gli infortuni) mantenendo la stessa alimentazione di cui abbiamo parlato. Ciò è possibile scegliendo di fare le scale piuttosto che prendere l'ascensore, spostandosi in bicicletta o a piedi per i tragitti che lo consentono e svolgendo un'attività sportiva che incida sul bilancio energetico settimanale (in pratica, almeno 3 o 4 allenamenti da 50' ciascuno con un'intensità che si colloca in piena fascia aerobica o superiore). Proseguendo con la rilevazione del peso ogni settimana o ogni 14gg, dovrebbe essere possibile evincere una significativa riduzione del peso; ad esempio, circa 300-400g ogni sette giorni. Nota: utilizzando un protocollo di muscolazione è possibile che il peso corporeo rimanga dapprima invariato, infatti, l'aumento del trofismo muscolare - tipico del primissimo periodo di allenamento per l'ipertrofia - compensa la perdita di grasso corporeo indotta dall'aumentato dispendio energetico.
  5. Se il sovrappeso è di lieve entità, quanto riassunto nelle fasi precedenti potrebbe anche risultare sufficiente; al contrario, se la "strada è lunga", meglio incrementare la velocità di dimagrimento. Per fare ciò è necessario decurtare circa il 15-20% dell'energia rispetto alla normocalorica iniziale, poiché in sinergia all'incremento del dispendio calorico (attività motoria) dovrebbe provocare una riduzione ponderale di circa 750g (e non oltre i 1000g) alla settimana. A dire il vero, non è poi così semplice capire "quanto" e "cosa" togliere dall'alimentazione, ma esercitando la libera professione ho notato che gli esuberi più significativi riguardano:
    1. L'eccesso di pasta alimentare, che per i più non deve MAI essere superiore a 90g per porzione e che non andrebbe consumata più di una volta al giorno; inoltre, meglio limitarne la frequenza a 2-3 volte alla settimana.
    2. L'eccesso di pane, che deve accompagnare il contorno e la pietanza (secondo piatto), ma non deve MAI superarne il 50% del peso (eccezion fatta per l'insalata). 2 fette di pane ogni 200g di verdura, di carne o di pesce sono più che sufficienti.
    3. L'eccesso di patate, poiché spessissimo questi tuberi vengono inseriti nel gruppo delle verdure. In verità, non sono contestualizzabili in tale insieme perché contengono 2, 3 o 4 volte tanto l'energia degli ortaggi (a seconda del prodotto). E' preferibile utilizzarle come contorno (150-200g) qualora si scelgano pietanze di modeste dimensioni (come due uova o 100g di ricotta) o come primo piatto (sotto forma di vellutata, fino a 400g di patate).
    4. L'eccesso di olio da condimento, che spesso è il frutto di un equivoco nutrizionale. E' vero che l'olio extravergine di oliva "fa bene all'organismo", soprattutto quando rimpiazza il grasso animale, ma ciò non significa che NON INGRASSI! Mediamente, suggerisco di non superare i 20-30g/die e, per chi ama consumare "tante portate", meglio calcolarne al massimo 5g ognuna (esclusi tutti i formaggi, che non richiedono condimento... nemmeno la mozzarella!).
    5. L'eccesso di carne, pesce e uova, anch'esso frutto di un fraintendimento popolare; di recente si assiste ad una vera e propria esplosione delle diete carnivore, promuovendo la convinzione che le proteine non facciano ingrassare. Ovviamente, si tratta di una distorsione vera e propria. L'esubero è sempre potenzialmente ingrassante, anche quello proteico, soprattutto in associazione a notevoli quantità di grassi (salsicce, costine, salame, salmone ecc.); la porzione idonea (di pietanze magre) è sempre compresa tra i 150 e i 250g (per le uova e i formaggi, anche meno!).
    6. L'eccesso di frutta, gruppo di alimenti certamente benefici ma assolutamente NON acalorici. Una mela, che NON è tra i frutti più calorici, contiene l'energia di una fetta di pane! In genere, due frutti al giorno si contestualizzano facilmente in una dieta ipocalorica di media entità.
  1. Una volta giunti al peso ideale (quello soggettivamente percepito), che il più delle volte NON corrisponde a quello fisiologico, è possibile adottare nuovamente la dieta normocalorica iniziale e procedere col consolidamento dei risultati ottenuti.

Nota: al termine di una dieta dimagrante avviene quasi sempre un leggerissimo effetto "rimbalzo", nel quale l'organismo reagisce depositando nuovamente una piccola quantità di riserve energetiche (talvolta proporzionale all'entità del dimagrimento ottenuto). Si tratta di una condizione pressoché normale, dovuta a piccole trasgressioni o ad una sorta di reazione all'aumento energetico della dieta.

Per approfondire: Dimagrire Troppo in Fretta Fa Male?

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Laureato in Scienze motorie - indirizzo Tecnico Sportivo Laureato in Dietistica
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer