Cosa Sono e Perché "piccano"
I cibi piccanti sono alimenti e prodotti alimentari caratterizzati da un impatto gustativo "tipico", provocato dalla presenza di varie molecole che vengono captate dai recettori della lingua e del cavo orale.
Le molecole responsabili del gusto piccante sono contenute in vari alimenti e, giunte a contatto con recettori specifici, fungono esattamente come una "chiave" in grado di aprire una "serratura" ad essa dedicata.
A dir il vero, le basi molecolari e fisiologiche che "dovrebbero" giustificare le reazioni dell'organismo al gusto piccante non sono ancora del tutto chiare; tuttavia, quel che è certo è che diversi alimenti forniscono concentrazioni variabili di elementi in grado di innescare una percezione di gusto piccante.
Le molecole più diffuse sono:
- Capsaicina: presente nei peperoncini
- Piperina (e cavaicina): contenuta nei vari tipi di pepe
- Gingerolo: fornita dallo zenzero
- Isotiocianato: apportata dal rafano, dai semi di senape e dal wasabi
- Allicina: intrinseca dell'aglio, della cipolla, dello scalogno ecc.
E' anche opportuno rammentare che tali composti non sono del tutto selettivi verso i recettori gustativi e che, negli alimenti, potrebbero essere presenti altre molecole in grado di "complicare" la percezione sensoriale gustativa (ad es. tannini astringenti, acidi vari ecc.).
Esistono infatti altri alimenti, più o meno piccanti, che offrono sensazioni totalmente differenti da quelle dei cibi su menzionati; due esempi abbastanza curiosi sono certe melanzane, il gorgonzola piccante, certi tipi di menta ecc.
Benefici
Aspetti Positivi
Alla luce di quanto detto nel paragrafo precedente, dovrebbe essere chiaro che NON è possibile racchiudere i cibi piccanti all'interno di un unico gruppo di alimenti. Spesso, infatti, risultano molto differenti, sia per quel che riguarda l'aspetto organolettico - gustativo, sia per ciò che concerne l'aspetto metabolico - nutrizionale.
Alcuni tipi di alimenti piccanti possiedono diversi aspetti POSITIVI, mentre altri non sembrano incidere in alcun modo sulla salute dell'essere umano.
Per fare alcuni esempi, ricordiamo che la capsaicina è un potente vasodilatatore; tale caratteristica può rendersi utile in caso di ipertensione arteriosa. Pare che questa molecola riduca anche la crescita delle masse tumorali (effetto studiato nelle cavie) e che diminuisca l'insorgenza di cancro allo stomaco. Inoltre, la capsaicina funge da potente anti-batterico e conservante.
Parallelamente, anche l'allicina è stata valutata come un potentissimo anti-tumorale, antibiotico, antiparassitario e antifungino. Tra l'altro, anch'essa svolge un ruolo positivo sulla pressione sanguigna, sul bilancio della colesterolemia, sulla "fluidificazione del sangue" e sull'infiammazione sistemica. E' pure un notevole antiossidante.
In merito alla piperina, ricordiamo la sua capacità di aumentare la biodisponibilità di curcumina, un altro potente antiossidante e antitumorale; per di più, si è ipotizzato che possa favorire la pigmentazione della pelle in seguito all'esposizione ai raggi UVB.
Aspetti Negativi
Ovviamente, esiste anche il rovescio della medaglia. I cibi piccanti determinano varie reazioni indesiderate sull'organismo; alcune di queste sono dirette, ovvero il frutto di un'interazione chimico-fisica sui tessuti; altre sono invece indirette, cioè l'esito di un'interazione tra la (o le) molecola/e ed il sistema nervoso.
Per quel che concerne queste ultime, raramente si tratta di condizioni nocive per la salute. L'esempio tipico è la sensazione di calore intenso provocata dall'ingestione di capsaicina; per azione riflessa, tale condizione può provocare anche un'intensa sudorazione inopportuna, ad esempio, per gli anziani nel periodo estivo.
Le reazioni dirette, invece, sono di vario genere. Prima di tutto, ricordiamo che certe molecole (parliamo ancora una volta della capsaicina) possono nuocere gravemente alle terminazioni recettoriali della bocca, fino a distruggerle; ciò non si correla solo all'assuefazione al piccante, ma anche alla diminuzione della sensibilità gustativa indiscriminata (fortunatamente reversibile), che a sua volta può indurre l'aumento del consumo di sale, zucchero e grassi da condimento.
Sempre di tipo diretto, è l'azione irritante sulle mucose del tratto digerente; non solo nella faringe (come anticipato), ma anche nell'esofago, nello stomaco e nell'intestino. Ciò predispone all'insorgenza di gastriti e aggravamento del colon irritabile (sia caratterizzato da stipsi che da diarrea). Non è un caso che, tra i consumatori più accaniti di peperoncino, si riscontri frequentemente la manifestazione di acidità di stomaco e reflusso gastro-esofageo.
Come se non bastasse, nei soggetti potenzialmente affetti da compromissioni del plesso emorroidale, l'eccesso di cibi piccanti determina l'insorgenza di acuzie, quindi di tutti i sintomi ad esse correlati.
Va da sé che, trattandosi di molecole che provocano sensazione di bruciore, quelle dei cibi piccanti possano aggravare la percezione di dolore in caso di lesioni esposte, come ulcere e ragadi.
In ultimo, ma non meno importante, ricordiamo che la capsaicina svolge un effetto negativo anche sui tessuti della prostata maschile. Irritandola, ne diminuisce la funzionalità, a tutto discapito delle sue funzioni specifiche.