Ultima modifica 08.04.2020

Cos'è il chinotto?

Chinotto (Citrus x myrtifolia) è sia il termine comune di una pianta arborea appartenente alla Famiglia delle Rutaceae, sia il sostantivo utilizzato per indicare i suoi frutti, ma anche il nome di una famosa bevanda analcolica gassata a base di questi ultimi.

ChinottoL'albero di chinotto, discendente dall'arancio amaro, si distingue per la forma caratteristica delle foglie, che stranamente somigliano a quelle del mirto. I frutti sono invece più simili a quelli del suo parente stretto e vengono utilizzati come ingrediente sia in campo alimentare (ad esempio per la famosissima e omonima bevanda analcolica), sia in ambito cosmetico.

Crudi, i frutti del chinotto non sono reputati del tutto commestibili, non perché venefici, ma a causa del gusto profondamente amaricante.

Il chinotto cresce più o meno in tutto il bacino del Mar Mediterraneo e in Italia è particolarmente diffuso a nord-ovest e a sud-ovest.

Proprietà nutrizionali

Proprietà nutrizionali della bevanda chinotto

Il chinotto è una bibita dolce ricca di acqua e zuccheri, quasi priva di qualunque altro nutriente. Si notano tracce di altre molecole, ma nessuna di queste è contenuta in maniera significativa. La porzione media è di circa 150-250ml/die, poiché gli zuccheri in essa contenuti sono francamente eccessivi.

Per evitare che l'assunzione di chinotto comprometta l'equilibrio nutrizionale bisognerebbe ridurre l'apporto di frutta, verdura e latte ma, poiché questi alimenti hanno una funzione nutrizionale molto importante, si tratta di un accorgimento sconsigliabile.

Il chinotto tradizionale non si presta alla dieta contro il diabete mellito tipo 2, il sovrappeso e l'ipertrigliceridemia. Oggi sono disponibili le versioni light, che contengono edulcoranti di sintesi. Tuttavia, ricordiamo che in gravidanza e allattamento è consigliabile non oltrepassare i 7 grammi di dolcificanti al giorno. In tal caso può essere assunto senza incidere negativamente sull'apporto calorico e sul metabolismo.

La dose consigliata è anche necessaria ad evitare che il chinotto incida negativamente sulla dentatura e sul tratto digerente. Tutte le bevande gassate sono tendenzialmente acide e possono nuocere alla salute dello smalto dentale e della mucosa gastrica. L'eccesso è quindi sconsigliato in caso di debolezza dentaria, gastrite, ulcera gastro-duodenale, malattia da reflusso gastroesofageo ed ernia iatale.

Il frutto di chinotto ha alcune proprietà digestive e in molti pensano che anche le bevande che lo contengono possano esercitare lo stesso effetto. Questo è solo parzialmente vero; infatti, la bevanda tende a sollecitare la produzione di acidi gastrici e ciò significa che l'eventuale effetto digestivo riguarda solamente i disturbi da ipocloridria. Se la produzione di succhi gastrici è invece tendenzialmente eccessiva, si ottiene l'effetto contrario.

Utilizzi e Ricette

Utilizzi del frutto chinotto

I frutti del chinotto sono utilizzati in ambito alimentare e cosmetico. Costituiscono infatti la base essenziale per aromatizzare molti amari (bevande superalcoliche), come ad esempio il Campari, e certe bevande analcoliche gassate come l'omonimo “chinotto”.

L'essenza è disponibile anche in forma di aroma isolato od olio essenziale puro, da usare nelle ricette di pasticceria.

Con le fette intere dei frutti di chinotto si possono ottenere canditi, marmellate e sciroppi.
L'aroma di chinotto è molto diffuso anche nella sintesi di profumi e deodoranti, sia per la persona, sia per l'ambiente.

Descrizione

Descrizione dell'agrume

Il chinotto è un albero di agrumi che cresce fino a un massimo di tre metri d'altezza. La chioma è compatta ed il fusto solido. Si tratta di una pianta molto rustica, senza spine, che produce piccole foglie verdi, fiori bianchi e frutti molto simili alle ben più note arance.

Descrizione del frutto

I frutti di chinotto sono grandi più o meno come un pugno (circa 150 g di peso e 10 cm di diametro), con scorza arancione leggermente irregolare (aspetto tipico degli agrumi), stratificata in buccia esterna (colorata di arancione e ricca di oli essenziali) e albedo interno (una specie di spugna bianca).

La polpa, ricchissima d'acqua, è arancione e organizzata in spicchi (avvolti uno per uno in una membrana protettiva) che contengono piccoli semi.

L'odore del chinotto è estremamente caratteristico; le molecole principalmente responsabili del bouquet sono oli essenziali, abbondantemente presenti nella buccia e in minor parte della polpa.

Il gusto del frutto è aspro, tipicamente amaro; il sapore è unico nel suo genere, anche se somigliante all'arancio amaro.

Descrizione della bevanda chinotto

La bevanda chinotto è dolce e amara, di colore nero traslucido o comunque bruno, francamente gassata e dall'odore caratteristico. A Malta, la bevanda di chinotto è detta “kinnie”.

Botanica

Cenni botanici sul chinotto

Del Genere Citrus e specie myrtifolia, il chinotto è molto probabilmente il risultato di un'evoluzione parallela dell'arancio amaro (specie aurantium). A sua volta, il C. x aurantium costituisce un ibrido molto antico tra il pompelmo (Citrus maxima) e il mandarino (Citrus reticulata).

La provenienza originaria è verosimilmente orientale (Cina); il chinotto ha raggiunto la penisola italiana solo nel VI-VII secolo dC.
Tipicamente mediterraneo, il chinotto è un albero che cresce abbondantemente in Italia nord-occidentale (nella provincia ligure di Savona e toscana di Livorno), in Italia sud-occidentale (in tutta la Calabria e la Sicilia), in Francia meridionale, sull'isola di Malta e in Libia.

Si presta allo scopo ornamentale e non soffre la vasocoltura.

Trattandosi di un agrume, il chinotto produce frutti di tipo esperidio.

Etimologia

Cenni etimologici del chinotto

Il chinotto deve il suo nome scientifico (myrtifolia) alla forma caratteristica delle sue foglie, piccole e lanceolate, incredibilmente somiglianti a quella del mirto (Famiglia Myrtaceae, Genere Myrtus e specie communis, un arbusto tipicamente mediterraneo che nulla ha a che vedere con il Genere Citrus).
La bevanda “chinotto” acquisisce il nome dal frutto del C. x myrtifolia, con il quale viene prodotta.


Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer