Carnitina per Dimagrire
Ultima modifica 30.03.2021
INDICE
  1. Introduzione
  2. Dimagrire
  3. Efficacia
  4. Integrazione
  5. Atre Applicazioni

Introduzione

Chimica della carnitina

La carnitina (acido β-idrossi-γ-N-trimetilaminobutirrico, 3-idrossi-4-N, N, N-trimetilaminobutirato) è un amminoacido non ordinario e non essenziale coinvolto nel metabolismo della maggior parte dei mammiferi, delle piante e di alcuni batteri.

Carnitina per Dimagrire Shutterstock

La carnitina è diffusa in due configurazioni isomeriche:

  • L-carnitina: metabolicamente attiva; si caratterizza per una bassissima tossicità
  • D-carnitina: è considerata tossica per l'uomo, in quanto inibisce la sintesi endogena di L-carnitina.

La L-carnitina è contenuta nella maggior parte degli alimenti di origine animale. Per il ruolo metabolico che riveste, viene largamente utilizzata per la formulazione di certi integratori alimentari dimagranti o finalizzato al miglioramento della prestazione sportiva. A temperatura ambiente e in purezza, la carnitina si presenta come una polvere bianca idrosolubile.

Dimagrire

Dimagrire con la carnitina

Permettendo agli acidi grassi a lunga catena di spostarsi dal citosol fin dentro ai mitocondri, in ambito fisiologico la carnitina è considerata un fattore indispensabile alla beta-ossidazione dei lipidi, soprattutto nelle cellule muscolari. Per questa ragione, sono in molti a credere che aumentando la concentrazione di carnitina nella dieta si possa ottenere un incremento del consumo effettivo di acidi grassi, può voler dire un'accelerazione del dimagrimento o, in ambito sportivo di endurance, anche un miglioramento della prestazione sportiva. In realtà non è così ma, per poter comprendere le ragioni di questa conclusione, è necessario fare un piccolo passo indietro; parliamo quindi della reale efficacia della carnitina.

Per approfondire: Integratori di Acetil-L-Carnitina: a cosa servono? Fanno dimagrire?

Efficacia

Carnitina: non è essenziale

Scoperta nel 1905 osservando la composizione dei tessuti muscolari, in merito alla sua importanza metabolica, la carnitina venne battezzata vitamina BT.

Tuttavia, ben presto si scoprì che, partendo dai precursori lisina e metionina, l'organismo – soprattutto nel fegato ma anche nei reni, in condizioni di perfetto funzionamento – è in grado di produrla soddisfacendo pienamente le richiede metaboliche. Da allora, la carnitina non venne più considerata una vitamina, bensì un fattore vitaminosimile, indubbiamente fondamentale ma per nulla "essenziale".

Lo Sapevi che…

In nutrizione, sono considerati essenziali solo quei fattori che devono essere necessariamente introdotti con la dieta. Ricordiamo inoltre che la carnitina è abbondantissima nella carne, nelle frattaglie e nel pesce; sono presenti modeste concentrazioni anche nel latte e derivati.

Sono invece essenziali i suoi precursori lisina e metionina che, pur essendo indispensabili per una miriade di funzioni metaboliche, risultano tuttavia difficilmente carenti nella dieta di una persona sana.

Dieta vegana e carnitina

Non assumono invece carnitina esogena, ovvero direttamente con gli alimenti, i vegani, che tuttavia introducono quantità – certamente non entusiasmanti ma apparentemente sicure – di lisina dai legumi e di metionina dai cereali – cit: Carnitine status of lactoovovegetarians and strict vegetarian adults and children.

Perché non fa dimagrire?

Dal paragrafo precedente risulta ben chiaro che la carnitina non è né una molecola essenziale – ovvero che l'organismo deve necessariamente introdurre con la dieta – né un nutriente "potenzialmente" carente nell'alimentazione consuetudinaria. Tuttavia, per quanto si possa essere certi di averne una disponibilità sufficiente, rimane da capire se incrementando l'assunzione di carnitina si potrebbe in qualche modo godere di certi vantaggi metabolici. Partendo dal presupposto che gli studi effettuati hanno sempre dato risultati negativi o inconcludenti, è fondamentale cercare di comprendere la ragione di questi risultati.

Anzitutto, è ragionevole pensare che la densità delle molecole di carnitina sulle membrane mitocondriali sia un fattore difficile da modificare. In tal caso, pur assumendo grosse quantità di carnitina, sarebbe come pretendere di infilare 20 automobili in un parcheggio da 10 posti. Le 10 macchine rimanenti continuerebbero a girare a vuoto in attesa di un posto libero; nel caso della carnitina, subentra il metabolismo del fegato e la conseguente espulsione con i reni.

Peraltro, non è nemmeno scontato che la carnitina assunta per via orale venga assorbita. Nello studio intitolato "Disposition and metabolite kinetics of oral L-carnitine in humans" - pubblicato sul Journal of Clinical Pharmacology – emerge che non si trae alcun vantaggio nell'assunzione orale superiore a 2 g di carnitina per volta, in quanto l'assorbimento raggiunge il livello di saturazione con questa dose.

Se consideriamo che una bistecca di manzo del peso di 200 g contiene fino a 280-290 mg di carnitina, è ragionevole pensare che la dieta giornaliera ci permetta di raggiungere quasi totalmente il limite di saturazione.

Ecco spiegato perché, seguendo un regime alimentare adeguato e in condizioni di buona salute generale, integrare con carnitina non porta ad alcun vantaggio metabolico come, ad esempio, l'incentivo al dimagrimento.

Integrazione

Quando integrare con carnitina?

L'integrazione di carnitina può essere necessaria solo in alcune circostanze:

  • Alterazioni cromosomiche della sintesi di carnitina: dei soggetti colpiti da una particolare anomalia cromosomica (A common X-linked inborn error of carnitine biosynthesis may be a risk factor for nondysmorphic autism; Researchers investigate possible link between carnitine deficiency and autism), circa 1 maschio su 350 non è in grado di produrre quantità sufficienti di carnitina, con conseguenze anche gravissime per la salute.
  • Carenza Primaria Sistemica di Carnitina (SPDC): dovuta a un difetto del trasporto: questo difetto genetico nel trasporto di membrana della carnitina si verifica in circa 1 persona su 50.000 (negli Stati Uniti); in questo caso è stato dimostrato (Systemic primary carnitine deficiency: an overview of clinical manifestations, diagnosis, and management) che l'integrazione con carnitina annulla in maniera soddisfacente le relative complicazioni.
  • Carenza Secondaria di Carnitina (SDC): può manifestarsi in caso di malnutrizione e malassorbimento (soprattutto coesistenti). In tal caso, la risoluzione del malassorbimento e l'integrazione con carnitina possono essere indispensabili.

Come integrare con carnitina?

A conti fatti, l'integrazione con carnitina non sembra una buona soluzione per dimagrire. Ciò nonostante, praticando attività sportiva intensa e seguendo un regime alimentare sbilanciato – due fattori che, se combinati, equivalgono ad un atto di masochismo – l'integrazione con carnitina potrebbe fornire alcuni, piccoli, vantaggi.

La carnitina è disponibile in polvere e in compresse, da sola o in associazione ad altri fattori nutrizionali (ad esempio creatinaarginina ecc). Ancora visto e considerato quanto esposto nel paragrafo "Dimagrire", consigliamo di non superare la dose di 2 g di L-carnitina al giorno e di assumerla lontano dai pasti principali.

Va da sé che, funzionando da corriere degli acidi grassi dentro i mitocondri, l'efficacia della carnitina dipenda dalla richiesta metabolica generale. Questo significa che, ad esempio, se l'organismo fosse sotto l'influsso di alte concentrazioni di insulina scatenate da un'assunzione alimentare esuberante – che favorirebbero la liposintesi ostacolando al contempo la lipolisi – l'integrazione con carnitina non eserciterebbe alcun effetto. Al contrario, per enfatizzarne il ruolo metabolico cellulare-mitocondriale, sarebbe consigliabile rispettare una dieta ipocalorica dimagrante e praticare regolarmente esercizio fisico aerobico a bassa intensità e ad alto volume.

Atre Applicazioni

Per cos'altro è utile la carnitina?

Facciamo un'ultima considerazione sull'effetto della carnitina per le prestazioni sportive. Dopo molti studi, si è concluso che la risposta individuale varia significativamente da un soggetto all'altro, anche in base all'impegno metabolico. Tuttavia, anche nel caso dei soggetti che hanno risposto positivamente all'integrazione, i risultati non sono parsi sbalorditivi.

Inoltre, la carnitina è stata studiata come fattore potenzialmente efficace nella terapia di varie patologie cardiometaboliche (diabete, insufficienza cardiaca ecc). I risultati si mostrano comunque inconcludenti e non sembra emergere alcun effetto sulla prevenzione della mortalità associata a condizioni cardiovascolari e sui lipidi serici (ad eccezione di un possibile abbassamento della LDL), sulla maggior parte dei parametri renali ed epatici; è possibile che possa diminuire leggermente la concentrazione di proteina c-reattiva nel sangue.

Gli effetti sulla mortalità e sull'esito delle patologie sono sconosciuti.

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer