Bevanda d'avena o mandorla: quale è più sostenibile?

Attenzione! In questo articolo tratteremo le bevande vegetali sostitute del latte chiamandole impropriamente con i seguenti termini: "latte vegetale", "latte di avena", "latte di mandorla".
Si tratta di una mera semplificazione, e non cela l'intento di voler assimilare i prodotti in questione al latte vaccino.
Introduzione
Le bevande vegetali rappresentano una valida alternativa al latte vaccino nel caso in cui ci sia un'intolleranza, un'allergia, o un'esigenza dettata dal regime alimentare seguito, come ad esempio quello di tipo vegano. Tra le varietà più consumate ci sono senza dubbio il latte di mandorle, o per meglio dire la bevanda vegetale a base di mandorla, e quello d'avena. In tal proposito è utile comprendere quanto la produzione di queste bevande vegetali abbiano un impatto sull'ambiente. E, dovendo compiere una scelta sostenibile, quale dei due è il più green.
Per decifrare l'impatto ambientale di una bevanda vegetale bisogna considerare una moltitudine di fattori: dove viene coltivata la coltura, ossia la materia prima utilizzata (in questo caso i campi di avena e di mandorle), quanto consumo di suolo richiede, quanta acqua viene impiegata nelle coltivazioni, l'uso di sostanze chimiche, le emissioni di gas serra, la produzione, il trasporto ecc. Incrociando quindi diversi dati scientifici si riesce a comprendere quanto queste bevande, alla fine, risultino impattanti sull'ambiente. Il risultato è che la bevanda d'avena è più sostenibile del "latte" o bevanda di mandorla.
Bevanda d'avena e impatto ambientale
La bevanda vegetale a base di avena è diventata sempre più popolare negli ultimi anni, superando persino quella di soia, tra le più bevute come alternativa al latte. Primo è il latte di mandorla.
Questi i benefici della farina di avena.
La sua produzione presenta alcuni vantaggi:
- l'avena, ossia il cereale da cui si ricava cresce in tutto il mondo ed è quindi disponibile in tutto il Pianeta senza particolari necessità di trasportarlo in giro per il mondo per lavorarlo
- è poco costoso,
- richiede poche risorse idriche se paragonata alla coltivazione di altri cereali,
- l'avena può crescere in diversi ambienti e tipi di terreno,
- bassa emissione di gas serra dovuti al trasporto.
Produzione bevanda d'avena: consumo di acqua
L' uso dell'acqua nella produzione di una bevanda vegetale a base di avena non è eccessiva, se paragonata ad altri cereali: per produrre 4,5 litri di bevanda all'avena servono circa 49 litri d'acqua, esclusa l'acqua utilizzata per trasformare poi l'avena in latte, ma soltanto per la coltivazione. Per produrre qualsiasi alternativa al latte, l'acqua viene infatti aggiunta ad un ingrediente principale (che sia un cereale, un legume o un frutto). Sia per la bevanda di avena che di mandorle, il rapporto è di circa una tazza di avena o mandorle per quattro tazze d'acqua.
Produzione bevanda di avena: consumo di suolo
L'avena è un cereale che cresce in campi aperti che possono essere utilizzati per altre colture quando l'avena non è di stagione, grazie alla rotazione delle colture che consente di utilizzare la terra per tutto l'anno andando così a migliorare la qualità del terreno. La rotazione delle colture infatti aumenta le sostanze nutritive, e l'alternanza tra radici profonde e superficiali aiuta a stabilizzare il terreno e tiene lontani i parassiti e le malattie. In tal senso nei 13 principali Stati produttori di avena, vengono utilizzati comunque erbicidi, fungicidi, e gli insetticidi.
Bevanda di mandorla: impatto ambientale
La bevanda a base di mandorla è molto apprezzata dai consumatori, non solo per il suo gusto ma anche per le caratteristiche nutrizionali. Tuttavia, dal punto di vista dell'impatto ambientale viene criticata per il grande dispendio di acqua che richiede e per il fatto che le mandorle crescono solo in alcune zone: in California, e in Italia principalmente in Sicilia e in Puglia (39%), anche se sono presenti alcune coltivazioni al nord Italia.
Bevanda di mandorla: consumo di acqua
Per ottenere una bevanda vegetale a base di mandorle è necessaria una quantità d'acqua rilevante, circa il doppio della quantità d'acqua necessaria per la coltivazione dell'avena. Inoltre, poiché crescono solo in ambienti caldi e dove il tasso di umidità molto basso, gran parte di quell'acqua impiegata è "blu", ossia proviene dal sottosuolo e dai fium, a differenza dell'acqua "verde", che proviene dalla pioggia.
Bevanda di mandorla: consumo di suolo
Per ciò che concerne l'uso di suolo, invece, i mandorleti richiedono meno spazio dei campi di avena, ma è necessario considerare la rotazione, che in questo caso non avviene. I mandorli, che richiedono costante manutenzione, hanno una vita di circa 25 anni; si tratta quindi di una monocoltura che nulla ha da aggiungere alla biodiversità dell'ambiente in cui crescono. Non solo, le mandorla richiedono un uso smodato di pesticidi e fertilizzanti in quanto necessita di continuo rifornimento di azoto, cosa che avviene mediante uso di fertilizzanti che filtrano nel suolo e inquinano la falda.
Bevanda di mandorla: emissione gas serra
Come ultimo fattore, ma non per importanza, valutiamo le emissioni di gas serra: le coltivazioni di mandorle ne generano leggermente meno rispetto a quelle d'avena, essendo inoltre i coprodotti dell'industria delle mandorle (bucce, gusci, ecc.) fonti di energia rinnovabile, ed essere lavorati come mangimi per bestiame. Tuttavia, va sottolineato come le emissioni del post-produzione, come ad esempio il trasporto di mandorle nel mondo, essendo le coltivazioni limitate solo in poche aree, non vengono contemplate nei dati sulle emissioni di carbonio.
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