Altri rischi e pericoli dell'apnea subacquea
Colpo di ventosa: il colpo di ventosa è un effetto negativo dell'errata compensazione della maschera; questa, essendo cava e piena d'aria, subisce la pressione idrostatica e pertanto deve essere compensata soffiando delicatamente dal naso. Nell'eventualità che l'apneista non esegua tale manovra, lo schiacciamento della maschera risucchia le orbite oculari verso l'esterno provocando petecchie e sanguinamenti. Generalmente si tratta di infortuni poco rilevanti ma particolarmente impressionanti.
Rischi e pericoli legati all'ambiente marino
L'apneista deve considerarsi un "ospite" dell'ambiente nel quale si immerge; pertanto, la prima regola è rispettare le condizioni meteomarine e fare attenzione ad evitare i rischi ed i pericoli che lo circondano, tra i quali la temperatura dell'acqua, i cambi repentini delle condizioni meteomarine, e quelli relativi alle correnti superficiali e/o profonde.
Rischi e pericoli legati alla flora ed alla fauna marina
In base al luogo nel quale l'apneista sceglierà di immergersi (lago, cava, mediterraneo, oceano indiano, caraibi ecc.) deve conoscere quali animali sarebbe opportuno temere ed evitare. Nel bacino del mediterraneo, dove gli squali sono pressoché innocui, esistono altre creature in grado di arrecare danni, anche gravi:
- Meduse, anemoni ed ustioni urticanti: generalmente sono poco gravi. Possono essere trattate efficacemente con l'applicazione di apposite pomate e (a scanso di equivoci dettati da leggende popolari) NON con le urine o con l'ammoniaca pura.
- Punture di tracina, razza e scorfano: in base alle dimensioni dell'animale, della profondità della puntura e del tempo di iniezione, il danno può assumere più o meno rilevanza. Si tratta di veleni tossici, anche molto dolorosi, che durante un'immersione possono compromettere la gestione del tuffo provocando shock o svenimento o comunque incrementando il rischio di annegamento. Appena possibile è opportuno applicarvi impacchi di acqua PIU' CALDA POSSIBILE, in modo da denaturare le tossine proteiche.
Rischi e pericoli legati agli esseri umani
Per ultimo ma non meno importante (anzi!), il gruppo di rischi e pericoli legati a condotte inappropriate delle altre persone (oltre noi) che abitualmente o saltuariamente frequentano il mare o i laghi.
- Natanti ed imbarcazioni: non è difficile capire quanto possa essere rischioso per un apneista (che sale e scende dalla superficie per respirare) imbattersi in un conducente nautico inesperto o incurante delle regole. L'apneista DEVE essere sempre munito di boa di segnalazione al fine di incrementare la propria visibilità ai natanti ed alle imbarcazioni, ma spesso anche questo non basta. Nell'eventualità in cui l'elica di un motore, il bulbo di una barca a vela, la deriva o la chiglia di qualsiasi mezzo entrassero in collisione con il bagnante, le conseguenze potrebbero essere irreparabili. Si consiglia di munirsi di boe ben visibili e di non allontanarsene MAI a più di 50 metri, di immergersi SOLO lontano dalle traiettorie delle imbarcazioni, di mantenere alta l'attenzione e di programmare sempre un piano di emergenza per gli infortuni.
- Reti, tramagli lenze fisse e lenze a traina: un altro fattore estremamente rischioso e sottovalutato è il potenziale pericolo indotto da reti e lenze dei pescatori. Prima di tutto si consiglia di immergersi lontano dalle tratte segnalate; in secondo luogo è opportuno fare attenzione a quelle abusive e di munirsi ALMENO di un coltello ben affilato (meglio due) da tenere alla caviglia, al braccio o alla cintura. Impigliarsi in una di quelle durante l'immersione potrebbe determinare l'impossibilità di riemergere, provocando la morte per annegamento. NB: in caso di reti o lenze non segnalate o abbandonate si consiglia di informare le autorità competenti (capitaneria di porto, finanza, carabinieri ecc.).
- Pescatori subacquei armati e pericolosi: infine, l'eventualità meno probabile ma non per questo impossibile: essere colpiti dalla freccia di un fucile subacqueo. Per i frequentatori del mare aperto questa potrebbe sembrare un'eventualità alquanto rara, ma per gli amanti del sottocosta è esattamente il contrario. Bazzicare itinerari di routine per i pesca-sub-apneisti è un'abitudine che può essere mantenuta purché si rispettino sempre due regole fondamentali: 1. Ricordarsi di segnalare la propria presenza con la boa e rimanere a 50m da questa; 2. Rispettare la posizione del pescatore in apnea e ricordare che anch'egli può allontanarsi fino a 50m dalla propria boa di segnalazione, pertanto, meglio rimanere ben al di fuori del suo raggio d'azione. Ovviamente, non si esclude la possibilità che qualche trasgressore perda o lasci la propria boa pedagnata altrove (magari per necessità legate alla corrente o alle onde ma comunque illegale) e si allontani oltre la distanza imposta dal regolamento. In tal caso, dovremmo confidare totalmente nell'intelligenza e nell'esperienza del trasgressore.
Per ridurre al minimo le possibilità di episodi infausti o di complicanze legati ai rischi ed ai pericoli dell'apnea subacquea, si consiglia di frequentare un corso di formazione per principianti; in sede didattica saranno illustrate tutte le tecniche e le strategie di prevenzione totale, al fine di ridurre drasticamente le possibilità di compromissione del proprio (e non solo) stato di salute, incrementando la sicurezza generale della disciplina.