Ultima modifica 14.04.2020

Cosa sono i Crostacei

Sono crostacei: gamberi e gamberetti, mazzancolle, scampi, granchi, aragoste, cicale, astici, canocchie, granchi, granseole, granciporri, moeche di ogni tipo ecc.
Allergia ai CrostaceiI crostacei sono organismi invertebrati di tipo subacqueo, sia di mare che di acqua dolce o salmastra. Si tratta di animali invertebrati che, assieme ai molluschi e ai pesci, formano l'insieme dei “prodotti della pesca”.
I crostacei vengono considerati alimenti pregiati e molto gustosi; nonostante abbiano un costo elevato, grazie alla loro appetibilità, sono tra gli alimenti ittici più commercializzati in tutto il mondo.
Dal punto di vista nutrizionale, i crostacei sono catalogati nel I gruppo fondamentale degli alimenti. Hanno un apporto energetico moderato, contengono proteine ad alto valore biologico, vitamine del gruppo B e macroelementi minerali (calcio, fosforo, sodio ecc). Sono anche ricchi di astaxantina (provitamina A antiossidante), colesterolo, grassi essenziali omega 3 (acido eicosapentaenoico e docosaesaenoico) e microelementi minerali importanti come lo iodio, lo zinco e il selenio.
Seppur nutrienti, i crostacei hanno un potere allergizzante molto elevato; ecco perché, come i molluschi, dovrebbero essere esclusi dalla dieta dei bambini e sostituiti con pesci ipoallergenici come il merluzzo.

Cos'è l'allergia ai crostacei?

Per allergia si intende una reazione avversa immunomediata (liberazione di certe immunoglobuline) nei confronti di una o più sequenze peptidiche ben precise. Nel caso delle allergie alimentari, i sintomi (più o meno gravi) compaiono dopo l'ingestione degli alimenti che contengono queste sequenze amminoacidiche; a seconda dei casi, tali sintomi possono insorgere quasi immediatamente o dopo molte ore (in seguito alla digestione del cibo verso cui si è allergici).
Quella ai crostacei è un'allergia tra le più comuni, frequenti e diffuse in tutto il mondo. È anche una delle più pericolose e detiene il primato assoluto di ricoveri ospedalieri. Compare più spesso in età adulta che in fase giovanile.

Allergia ai crostacei NON è sinonimo di allergia al pesce e ai molluschi. Chi soffre di reazioni allergiche ai molluschi può, in teoria, mangiare tranquillamente i pesci “propriamente detti” (quelli con le lische, per intenderci, come orata, alici, tonno ecc), seppie, polpo, calamaro, totano, moscardino, lumache di mare e di terra, cozze, vongole, fasolari, telline, ostriche, capesante, canestrelli, tartufi di mare, cannolicchi ecc. D'altro canto, prima di allargare le proprie scelte alimentari a queste soluzioni, l'allergico ai crostacei dovrebbe consultare un allergologo e seguire un iter diagnostico ben preciso.
Nota: anche se statisticamente l'allergia ai crostacei è più spesso definitiva, non è dato saperlo con certezza. Questo dipende molto dal caso e non si conoscono metodi per identificarne il tempo di permanenza.

Sintomi

Quali sono i sintomi dell'allergia ai crostacei?

I sintomi più frequenti dell'allergia ai crostacei sono:

Trattamento

Gestione e trattamento dell'allergia di crostacei

Di seguito sintetizzeremo brevemente i punti necessari alla gestione e al trattamento dell'allergia ai crostacei:

  1. La prima regola fondamentale e inalienabile di qualunque allergia è di evitare i cibi che innescano la reazione sintomatica; tra questi ricordiamo:
    1. Crostacei
    2. Alimenti che li contengono o che contengono loro derivati; è sempre necessario controllare attentamente le etichette alimentari. Si consiglia di prestare molta attenzione ai prodotti come il surimi, gli snack da friggere ecc
    3. Cibi che vi sono entrati in contatto; è indispensabile, soprattutto nei pasti consumati al di fuori delle mura domestiche, comunicare efficacemente con il personale di cucina.

Nel paragrafo precedente abbiamo specificato che l'allergia ai crostacei è una forma di reazione avversa differente dall'allergia al pesce e ai molluschi. Tuttavia, soprattutto in ristorazione collettiva, non sono rari i casi di contaminazione crociata provocata dal miscuglio dei vari prodotti. Per fare un esempio banale, se nel menù del ristorante viene offerto il “fritto misto”, con tutta probabilità i vari ingredienti sono già mischiati tra loro. Ordinando un “fritto senza gamberi”, ci sono altissime probabilità che l'operatore di cucina elimini semplicemente i gamberi dal preparato. Oppure, l'olio stesso utilizzato per la cottura potrebbe essere ricco di residui dei gamberi cotti in precedenza. In entrambi i casi, un allergico molto sensibile andrebbe di certo incontro a una reazione sintomatica più o meno grave.

  1. SOLO per le forme allergiche lievi, è possibile tenere a bada alcuni sintomi con l'utilizzo di farmaci antistaminici e corticosteroidi
  2. Sospettando l'insorgenza di reazioni allergiche “potenzialmente” gravi, soprattutto l'anafilassi (potenzialmente mortale), è indispensabile avere sempre a portata di mano farmaci auto-iniettabili a base di epinefrina (adrenalina). E' altresì fondamentale assicurarsi che questi farmaci:
    1. Vengano iniettati tempestivamente, alla comparsa dei primi sintomi; ricordiamo che una reazione allergica grave è molto più pericolosa dei potenziali effetti collaterali dell'epinefrina (ansia, irrequietezza, vertigini; raramente tachicardia, ipertensione ed edema polmonare)
    2. Non siano scaduti
    3. Siano almeno in due dosi; la seconda può essere fondamentale nel caso la prima venga rotta o se la reazione è molto grave.
  3. Inoltre, se l'allergico ai crostacei è un bambino, in caso di assenza dei genitori, è fondamentale che siano informati e addestrati gli adulti presenti ai pasti (ad esempio gli insegnanti scolastici, i baby sitter ecc).

Nota: è importante che l'allergologo fornisca una prescrizione che specifichi il trattamento di emergenza con il tipo di farmaci da usare e il dosaggio, in relazione ai sintomi.

Diagnosi

L'allergia ai crostacei è diagnosticabile?

Per varie ragioni, la diagnosi dell'allergia ai crostacei può essere anche molto complicata:

  • Se l'allergia ai crostacei è grave, il soggetto può raggiungere il centro ospedaliero privo di conoscenza e, non essendo in grado di comunicare con il personale sanitario, ciò rallenta la diagnosi.
  • I sintomi possono essere soggettivi e molto diversi tra le persone; non dimentichiamo che le reazioni allergiche ai crostacei possono interessare la pelle, il tratto respiratorio, il tratto gastrointestinale e/o il sistema cardiovascolare
  • I sintomi possono cambiare di volta in volta, tra un episodio e l'altro della stessa persona
  • Come abbiamo detto, in certi casi possono comparire i sintomi dell'allergia anche solo mangiando cibi idonei, che però sono entrati in contatto con i crostacei
  • Non troppo frequentemente, si registrano casi di reazione allergica dopo aver inalato i fumi/vapori della cottura dei crostacei.

Quando si sospetta un'allergia alimentare è importante consultare un allergologo, che può fare diagnosi, prescrivere degli esami specifici e consigliare ai pazienti come gestire gli eventuali sintomi di un'ingestione accidentale.
Il processo diagnostico dell'allergologo inizia con un'indagine dettagliata sulla storia clinica e sui sintomi dell'ipotetica allergia ai crostacei; ad esempio, sarà necessario riportare “cos'è stato mangiato e in che quantità”, “quanto tempo ci è voluto per l'insorgenza dei sintomi”, “quali sintomi sono comparsi” e “quanto sono durati”.

In seguito, l'allergologo prescriverà un'analisi del sangue (ImmunoCAP test) e/o eseguirà lui stesso un test cutaneo, per verificare la presenza delle immunoglobuline E (IgE) specifiche alimentari.
I prick test (skin-prik) vengono condotti a livello ambulatoriale e forniscono i risultati entro 15-30 minuti. Si eseguono ponendo una goccia di un liquido contenente l'allergene sull'avambraccio o sulla schiena del paziente e punzonando la cute con una piccola sonda sterile (facendo penetrare il liquido). Questi test, che non sono particolarmente dolorosi ma piuttosto fastidiosi, sono considerati positivi quando la pelle che entra in contatto con l'allergene diventa rossa e si gonfia (in maniera simile alla puntura di un insetto).
I test del sangue sono meno sensibili dei test cutanei e misurano la quantità di anticorpi IgE verso gli specifici alimenti allergizzanti. I risultati sono generalmente disponibili in una o due settimane e vengono riportati con un valore numerico da contestualizzare in un range specifico.
Ricordiamo che esistono casi in cui le allergie sono positive al test cutaneo ma non scatenano sintomi con l'ingestione alimentare del cibo in questione. Inoltre, va specificato che la quantità di IgE misurate con l'analisi del sangue non è necessariamente proporzionale alla gravità dei sintomi.
Se entrambi questi strumenti diagnostici dovessero offrire risultati poco chiari, per una diagnosi definitiva, l'allergologo può scegliere di condurre una prova alimentare in cui (sotto stretta supervisione medica) il paziente viene nutrito con quantità crescenti dell'alimento potenzialmente allergizzante.


Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer