Ultima modifica 16.09.2019

Cos'è la Gastrite

Gastrite è un termine generico che descrive un disagio o un disturbo dello stomaco, generalmente caratterizzato da dolore o bruciore, che si manifesta o svanisce in base allo stato di riempimento gastrico. Alimenti che Causano GastriteSi tratta in particolare di un gruppo di malattie che comprende diverse forme eziologiche, unificate dalla necessità di intraprendere una specifica terapia nutrizionale; in breve, la dieto-terapia per la gastrite consiste nella scelta dei giusti alimenti e delle relative porzioni di consumo.

Tipi di Gastrite

Cenni di classificazione della gastrite

La gastrite viene classificata in due modi: il primo è chiamato sistema di Sydney-Huston e si basa sull'entità istologica ed endoscopica, sui meccanismi eziologici e sul tipo di lesione. Le variabili discriminatorie nella classificazione della gastrite secondo Sydney-Huston sono:

  1. Presenza di Helicobacter Pylori
  2. Entità dell'infiltrazione di cellule immunitarie (globuli bianchi)
  3. Importanza dell'atrofia ghiandolare e presenza di metaplasia intestinale

Scala di severità delle variabili nella gastrite


Gastrite - Istologia

Il secondo metodo, invece, si concentra soprattutto sugli agenti eziologici che la determinano:

Le complicanze più gravi della gastrite sono legate all'eventuale sanguinamento ed alla compromissione della capacità digestiva. La gastrite può indurre una o più erosioni della mucosa gastrica che, se non trattate, rischiano di evolvere in vere e proprie ulcere gastriche; la differenziazione tra l'una o l'altra condizione si basa sulla profondità della lesione.
L'emorragia della gastrite può essere trattata in maniera diretta e/o indiretta con:

Complicazioni

La gastrite sanguinante determina una perdita costante di sangue nello stomaco; questa complicazione, soprattutto nelle donne fertili che già subiscono delle perdite mensili con le mestruazioni, può determinare una riduzione significativa dell'ematocrito, inducendo o aggravando la condizione anemica.

A livello gastrico, le mucose secernono il cosiddetto fattore intrinseco, una molecola indispensabile all'assorbimento intestinale (nell'ileo terminale) della vitamina B12 (cobalamina). L'eventuale atrofia delle mucose indotta dalla gastrite, o peggio l'evoluzione in metaplasia intestinale, determinano la riduzione della capacità di secernere fattore intrinseco e di assorbire la cobalamina. La conseguenza carenza cronica di vitamina B12 - oltre ad essere particolarmente grave per la donna gravida, in quanto aumenta il rischio di complicanze nello sviluppo neurale del feto - potrebbe originare o aggravare significativamente la forma anemica definita perniciosa.

La gastrite NON TRATTATA può evolvere in ulcera; questa può definirsi tale se l'erosione, oltre a compromettere la mucosa (gastrite) raggiunge anche la membrana basale e/o la oltrepassa, fino a diventare ulcera perforante. L'ulcera perforante può essere di gravissima entità e a volte risultare mortale; tuttavia, la correlazione tra gastrite ed insorgenza di ulcera perforante è piuttosto modesta.

Alimenti e Gastrite

Tra gli alimenti che determinano l'innesco della gastrite o ne peggiorano il decorso ricordiamo:

E' opportuno specificare che gli alimenti potenzialmente responsabili di gastrite rientrano tra quelli da abolire nella terapia nutrizionale per la cura della malattia stessa; tuttavia, molti alimenti da evitare durante la cura (ad esempio latte, carne stufata, carne cruda, grosse porzioni di formaggi ecc.), NON possiedono alcun effetto patogenetico nel soggetto sano, nel quale, purché assunti in porzioni e con frequenza adeguata, non causano alcun tipo di gastrite.
Caffeina ed altre ammine simpatico-mimetiche: in soggetti particolarmente sensibili, anche il solo consumo di una o due tazzine di caffè al giorno (80-160mg di caffeina) può determinare un'importante irritazione della mucosa gastrica, soprattutto se la bevanda viene assunta a digiuno. La caffeina infatti, proprio come la teina, rappresenta uno stimolante della secrezione acida; queste bevande, che di per sé costituiscono un alimento potenzialmente (anche se soggettivamente) dannoso per lo stomaco, sono da abolire COMPLETAMENTE sia in caso di ipersensibilità che nella terapia propria della gastrite.
Lo stesso vale per le bevande alcoliche; l'alcol etilico è un potente stimolatore acido che, se assunto a digiuno, sollecita la secrezione di acido cloridrico irritando o erodendo la mucosa; se assunto a stomaco pieno, invece, l'alcol determina un rallentamento della digestione gastrica per abbassamento eccessivo del pH del chimo (poltiglia di alimenti in digestione tra lo stomaco e l'intestino). Anche la suscettibilità all'alcol è assolutamente soggettiva e nella maggior parte dei casi una sola unità alcolica in corrispondenza dei pasti principali NON determina una forte sintomatologia irritativa della mucosa gastrica.
Non da meno la nicotina; questa viene ingerita in quantità elevatissime nei masticatori di tabacco (che per fortuna ad oggi sono pressoché scomparsi) e nei fumatori più accaniti. Fumare determina un'ingestione continua di nicotina, la quale, come l'alcol e la caffeina, determina un abbassamento del pH gastrico per iper secrezione acida.
Un gruppo di alimenti che, al contrario di quanto citato sopra, rappresenta un elemento DIRETTAMENTE irritante per lo stomaco, è quello delle bevande acide e gassate; l'esempio più eclatante è quello delle bevande tipo cola. Queste, oltre a contenere caffeina, sono anche caratterizzate da un pH sufficientemente basso da creare un'irritazione istantanea della mucosa e, nel lungo termine, originare la gastrite. Come se non bastasse, queste bevande forniscono un apporto eccessivo di anidride carbonica, che incide moltissimo sull'iper-distensione gastrica peggiorando la sintomatologia dolorosa della gastrite.
Gli alimenti salati contengono quantità eccessive di cloruro di sodio (NaCl); questo sale svolge un potente effetto osmotico verso le mucose dello stomaco, disidratandolo; contemporaneamente, il sale da cucina rappresenta un ulteriore stimolatore della secrezione gastrica; inoltre, considerando che generalmente i cibi più salati (salvo alcuni prodotti da forno come crackers e grissini o analoghi) contengono buone quantità di proteine (carni salate, insaccati, formaggi stagionati ecc.) che a loro volta determinano un incremento dell'acido cloridrico e della pepsina, è possibile affermare che (se assunti con frequenza) gli alimenti salati possono determinare un ulteriore fattore di insorgenza per la gastrite.
Gli alimenti che causano la gastrite sono pochi ma devono essere assunti con frequenza e porzioni molto limitate; la loro importanza eziologica dipende moltissimo dalla suscettibilità individuale, tuttavia, anche in un soggetto normale, l'associazione di più abitudini alimentari potenzialmente nocive potrebbe determinare l'insorgenza patologica di questo disturbo.


Bibliografia:

  • L'infiammazione in gastroenterologia – A. Martin – Piccin – pag. 71:109
  • Medicina interna e sistemica. Sesta edizione – C. Rugarli – Elsevier Masson – pag 648:656

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer