Alimentazione intuitiva: cos'è e come funziona

Alimentazione intuitiva: cos'è e come funziona
Ultima modifica 17.05.2022
INDICE
  1. In cosa consiste l’alimentazione intuitiva
  2. I dieci principi dell’alimentazione intuitiva

Quando si parla di diete ogni persona sembra conoscere quella migliore ma la verità è che capita molto spesso di intraprendere un regime alimentare specifico ma di abbandonarlo in fretta perché non lo si sente calzante con le proprie abitudini.

Per ovviare al problema e liberarsi della cultura della dieta, una soluzione potrebbe essere quella di seguire l'alimentazione intuitiva.

In cosa consiste l’alimentazione intuitiva

Nota anche con il termine inglese Intuitive Eating, questa soluzione è una sorta di anti-dieta creata nel 1995 dalle nutrizioniste Evelyn Tribole ed Elise Resch. Basata sull'ascolto del proprio corpo, prevede sostanzialmente di mangiare quando si ha davvero fame e smettere quando si è sazi e di non sottostare a particolari diktat, se non quello di svolgere pasti il più possibile sani.

L'approccio punta a liberare dalla schiavitù di un regime alimentare ricco di costrizioni e calcolo di calorie e ad abbracciare una filosofia costituita solamente da 10 regole piuttosto generiche volte ad educare all'ascolto dei segnali che il corpo invia.

Alcune critiche al metodo hanno evidenziato il fatto che, sul lungo periodo, seguire l'alimentazione intuitiva non faccia dimagrire ma questo non va in contrapposizione con quanto dichiarato dalle creatrici, il cui obiettivo è proprio divulgare un approccio al cibo sano e sereno.

I dieci principi dell’alimentazione intuitiva

Più che una dieta, l'alimentazione intuitiva è una filosofia applicata al cibo e basata su dieci idee cardine.

  • Sbarazzarsi della cultura della dieta. Riconoscere che la cultura del fisico perfetto sia dannosa e che le diete restrittive se portate avanti senza stretto controllo medico, possano generare conseguenze negative per la salute fisica e mentale è il primo passo da compiere per entrare nel mondo dell'alimentazione intuitiva.
  • Onorare la propria fame. Non combattere la fame quando arriva ma sedarla mangiando sembra un gesto scontato per il benessere ma non lo è nella diet culture dominante negli ultimi decenni. Un altro comandamento, quindi, è di rispettare il naturale istinto biologico a mangiare, imparare a riconoscere i segnali della fame o del desiderio di cibo e non sentirsi in colpa ad assecondarli.
  • Sfidare la polizia alimentare. Tutti ogni tanto, di fronte a un cibo particolarmente invitante ma che magari costituirebbe uno strappo alla regola, si trovano a dover fare i conti con la propria voce interiore che intima di non mangiarlo o di allenarsi di più per poterselo permettere. Questa guardia interiore è chiamata polizia alimentare ma per liberare il proprio rapporto con il cibo è necessario neutralizzarla.
  • Fare pace con il cibo. Questo passaggio invita ad abbandonare le regole alimentari troppo rigide e a legalizzare tutto il cibo, compresi zuccheri e glutine, ridotti al minimo o messi al bando dalla maggior parte delle diete. Il principio è di dare fiducia al proprio corpo e considerarlo in grado di limitarsi in autonomia di fronte a ciò che non sia sano.
  • Smettere di mangiare quando si è sazi. Anche se sembra ovvio non lo è, visto che soprattutto quando si è in compagnia, spesso si mangia per abitudine, inerzia o per non lasciare cibo nel piatto. Per stare bene, invece, è fondamentale dire stop quando si avverte la sensazione di sazietà, anche se si sta seguendo una dieta tradizionale, durante la quale capita di continuare a mangiare anche sforzandosi, pensando che la fame potrebbe tornare in un momento in cui saziarsi non sia previsto. Tale eventualità nell'alimentazione intuitiva non esiste visto che è priva di orari prestabiliti per cibarsi.
  • Mangiare ciò che dà soddisfazione. Nutrirsi solo con alimenti a basso contenuto calorico potrebbe portare a mangiarne di più nella vana ricerca di un appagamento sensoriale che potrebbe non arrivare mai. Mangiare invece un cibo più ricco ma buono può appagare prima e indurre a non eccedere con le quantità.
  • Non considerare il cibo consolatorio. Dopo un po' di tempo che si abbraccia l'alimentazione intuitiva si dovrebbe arrivare ad avere sentimenti neutrali nei confronti del cibo e a non vederlo più come veicolo per lenire o esaltare le proprie emozioni. Se ci si riesce è molto più semplice non cedere alle abbuffate consolatorie ma nutrirsi solo per il piacere di farlo.
  • Rispettare il proprio corpo. Amare se stessi a prescindere dalla fisicità e smettere di determinare il proprio valore in base a ciò che si mangia o a quanto ci si allena è un passaggio fondamentale di questa filosofia.
  • Muoversi in modo intuitivo. Cosi come l'approccio al cibo dovrebbe essere il più rilassato possibile, anche quello verso il fitness dovrebbe seguire lo stesso principio. Il movimento intuitivo consiste nel provare gioia nell'attività fisica, praticando quella che più si sposa con le proprie passioni e attitudini, senza costringersi a workout precostituiti.
  • Nutrirsi con gentilezza. Infine, dare al corpo cibi che abbiano un buon sapore e facciano sentire bene è il passo cardine per sviluppare un rapporto sano con il piatto, mantenendo un regime il più possibile sano ma senza dividere in modo categorico gli alimenti in buoni o cattivi e capendo che anche quelli meno funzionali ma sensorialmente appaganti siano essenziali.