Ultima modifica 21.02.2020

Alcol etilico

L'alcol etilico (etanolo) è una molecola tipica delle bevande alcoliche. Alcool, vino rosso e diabeteLa sua presenza in questi liquidi detti accessori (in quanto NON sono alimenti veri e propri) è imputabile all'azione fermentativa dei lieviti Saccharomyces che, proliferando nel substrato e fermentandolo (differente a seconda della bevanda alcolica), idrolizzano gli zuccheri producendo: energia + anidride carbonica (CO2) + alcol etilico; in definitiva, all'aumentare degli zuccheri e del tempo di fermentazione aumenta anche la percentuale di alcol nella bevanda.
Pur essendo un elemento abbastanza diffuso nella dieta degli adulti, l'alcol etilico NON è una molecola essenziale, né un nutriente o tanto meno una molecola "salutare". E' considerato un nervino perché interagisce col sistema nervoso peggiorandone l'efficienza complessiva (anche se con un leggero potere ansiolitico) e l'abuso determina effetti tossici su TUTTI i tessuti dell'organismo.
In merito all'alcol etilico, i LARN (Livelli di Assunzione Raccomandata di Nutrienti per la popolazione italiana) suggeriscono un intervallo di consumo (per la popolazione adulta di entrambi i sessi fino alla terza età) che oscilla tra i 25 ed i 40g/die.
NB. L'abuso sistematico di alcol etilico provoca dipendenza psicofisica e viene definito etilismo, alcolismo o binge-drinking.

Tipi di diabete

Il diabete è una patologia generalmente correlata a sovrappeso/obesità, sindrome metabolica e predisposizioni genetiche o familiari; se ne conoscono diverse tipologie, tutte accomunate dall'alterazione del metabolismo degli zuccheri (Diabete Mellito e non Diabete Insipido). I tipi di diabete sono:

  • Tipo 1: caratterizzato da esordio precoce (in giovane età) e insulino dipendenza (che determina la necessità di iniettarsi l'insulina sintetica), è verosimilmente provocato da cause autoimmuni, genetiche o ambientali.
  • Tipo 2: ha esordio tardivo e strettamente correlato ad altri dismetabolismi tipici dell'abuso alimentare, quindi del sovrappeso/obesità; a livello metabolico può essere caratterizzato da alterazione della secrezione insulinica e/o insulino resistenza periferica. Sono anche implicate predisposizioni genetiche/familiari.

Alcol nella dieta

Come anticipato, l'alcol è un elemento tossico per tutte le cellule dell'organismo, inoltre, essendo un nervino, l'eventuale abuso può indurre nel consumatore una dipendenza sia fisica che psicologica.
Queste poche nozioni dovrebbero essere sufficienti a capire che l'alcol etilico NON è una molecola innocua, anche se non è nemmeno plausibile ELIMINARLO totalmente dal regime alimentare collettivo, poiché rappresenta un ingrediente essenziale del vino, la bevanda alcolica italiana "per eccellenza". Il vino, pur contenendo alcol, è anche ricco di antiossidanti naturali ed il suo pregio organolettico legato alla tradizione collettiva lo rende un capostipite della cultura nazionale (e non solo).
E' anche opportuno specificare che l'effetto negativo dell'alcol sull'organismo è dose-dipendente, pertanto se ne SCONSIGLIA soprattutto l'abuso... nonostante se ne conceda l'utilizzo nel rispetto delle razioni raccomandate (vedi sopra i livelli suggeriti dai LARN). Di sicuro, se non già contemplato nelle abitudini alimentari del soggetto, sarebbe fuori luogo consigliarne l'integrazione nella dieta (anche se derivante da una bevanda ricca in antiossidanti come il vino); ma d'altro canto, volendo correggerne il consumo, è certamente consigliabile prediligerne l'apporto con i vini rossi e di buona qualità, ma mai oltre le due unità alcoliche giornaliere (2 bicchieri al giorno).

Bere alcol con il diabete

Dando per scontato un utilizzo intelligente dell'alcol nella dieta, pare che non ci siano presupposti scientifici che ne sconsiglino TOTALMENTE il consumo in presenza di diabete mellito; anzi... alcuni specialisti di questo dismetabolismo ne CONSIGLIANO l'utilizzo nelle giuste quantità.
In base agli approfondimenti scientifici che sono stati svolti sugli effetti metabolici dell'alcol, pare che la sua assunzione possa in un qualche modo GIOVARE all'iperglicemia; dal punto di vista ormonale è emerso che la somministrazione di alcol nel soggetto sano può determinare un AUMENTO della risposta insulinica (Robert Metz, Sheldon Berger ed Mary Mako) e una riduzione della secrezione di ormoni IPERglicemizzanti (per inibizione della nicotinamide-adenina-dinucleotide); ad una prima analisi, questo potrebbe sembrare un aspetto positivo, in quanto molti diabetici soffrono di una scarsa o assente produzione di insulina correlata a iperglicemia. A parer mio (opinione personale), nella maggior parte dei casi non è così:

  • Il diabete tipo 1 è causato dalla distruzione delle cellule che producono insulina, pertanto, sia in presenza che in assenza di alcol, la secrezione endogena rimarrebbe immutata.
  • Il diabete tipo 2 è più spesso associato ad iperinsulinemia che a deficit insulinico, ovvero un eccesso della produzione di insulina causato dalla mancata captazione periferica (mentre il deficit di insulina può subentrare più tardivamente, negli stadi avanzati della malattia che prevedono la compromissione della funzionalità pancreatica). Nel diabete con iperinsulinemia, l'INIBIZIONE degli ormoni IPERglicemizzanti è senz'altro un aspetto positivo, ma favorire la risposta insulinica non ha alcun senso... anzi! Considerando che l'iperinsulinemia determina un aumento del deposito adiposo (già eccessivo nel diabetico tipo 2), anche correlato alla ridotta captazione dell'insulina stessa, direi che assumere alcol in presenza di diabete non si rivela affatto una scelta dietetica azzeccata.

Tuttavia, l'alcol interagisce con il metabolismo anche in maniera totalmente INDIPENDENTE dai cicli ormonali; è stato dimostrato che l'inibizione della nicotinamide-adenina-dinucleotide epatica, oltre a ridurre la produzione di ormoni iperglicemizzanti, riduce drasticamente anche il potenziale di NEOGLUCOGENESI del fegato. Questa caratteristica può essere interpretata in due modi:

  • In maniera positiva poiché favorisce il controllo glicemico al diabetico tipo 2
  • In maniera negativa se consideriamo che, nel diabete tipo 1, l'iniezione insulinica deve essere accuratamente valutata in base alla composizione glucidica del pasto; così come un eccesso di insulina potrebbe provocare l'abbassamento drastico della glicemia e il coma ipoglicemico, anche una "disattivazione" della neoglucogenesi potrebbe partecipare ad un evento infausto del genere. Per ultimo e non meno importante, rammentiamo che il diabete tipo 1 si manifesta solitamente in età precoce e con shock ipoglicemico legato ad una iper produzione MOMENTANEA di insulina; figuriamoci se tale circostanza avesse luogo in presenza di alcol etilico... le possibilità di morte aumenterebbero notevolmente! Anche se, si spera, l'assunzione di alcol etilico non dovrebbe essere contemplata nell'alimentazione del soggetto in fase di sviluppo.

Concludendo, si conferma il potenziale ipoglicemizzante dell'alcol etilico nel soggetto sano verosimilmente legato a: incremento della secrezione insulinica ed inibizione degli ormoni iperglicemizzanti e della neoglucogenesi; d'altro canto, considerando l'eterogeneità delle diverse forme cliniche di diabete, le varie sfaccettature legate alla gravità e/o allo stadio della malattia, nonché la diffusissima correlazione tra diabete e obesità, è sicuramente opportuno moderare l'assunzione di alcol etilico e di certo non superare le razioni raccomandate (25-40g/die pari a circa 2 unità alcoliche complessive).


Bibliografia:

  • Trattato di diagnostica funzionale endocrinologica – D. Andreani, G. Menzinger – Piccin - pag 437
  • Terapia intensiva – M. P. Fink, E. Abraham,  J.-L. Vincent, P. M. Kochanek – Elsevier Masson – pag 75
  • Le tossicodipendenze – P. M. Mannaioni – Piccin – pag 136
  • I dosaaggi ormonali e la loro applicazione clinica – J. A. Loraine, E. T. Bell - Piccin - pag 345
  • Il diabete mellito. Fisiopatologia, clinica e terapia – G. Restori – Piccin – 375:377
  • Trattato completo degli abusi e delle dipendenze. Volume II–U. Nizzoli, M. Pissacroia - Piccin - pag 975

Autore

Riccardo Borgacci
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer