Ultima modifica 20.02.2017

Gli alcopops sono bevande appartenenti alla categoria dei liquidi accessori o complementari non classificabili all'interno dei 7 gruppi fondamentali di alimenti; gli alcopops sono quindi bevande alcoliche, pertanto contengono alcol etilico (seppur in quantità abbastanza ridotte).Alcolpops - Bevande alcoliche zuccherate

Generalità

I termine alcopops (al singolare ALCOPOP) deriva dall'unione dei sostantivi: ALCOL + POP (ad indicare una visione moderna e giovanile delle bevande alcoliche). Gli alcopops nascono come bevande SOSTITUTIVE agli alcolici tradizionali, giudicati "troppo pesanti" per i consumatori più giovani che, prediligendoli a vino, birra e superalcolici, diminuirebbero i rischi di maturare una forma d'abuso: l'etilismo o binge drinking.
Esistono altre terminologie e acronimi che descrivono più accuratamente gli alcopops e la loro natura; queste nomenclature (riconducibili anche alla classificazione vera e propria degli alcopops) sono utilizzate principalmente dall'industria delle bevande alcoliche poiché il termine ALCOPOP non è ancora previsto e inquadrato dalla legislazione alimentare e/o merceologica.
Sono alcopops:

  • Flavored alcoholic beverage - FAB
  • Flavored malt beverage - FMB
  • Pre-packaged spirit or premium packaged spirits - PPS
  • Ready To Drink o Aus & NZ - RTD

Classificazione

Gli alcopops si possono classificare in tre categorie:

  • Alcopops ottenuti dalla fermentazione del malto e successiva aggiunta di succhi di frutta e/o aromi naturali
  • Alcopops contenenti vino e successivamente addizionati con succhi di frutta e/o aromi naturali (vini freddi)
  • Alcopops a base di alcol distillato e succhi di frutta e/o aromi naturali.

Come riconoscerli?

Gli alcopops si confondono efficacemente con le bevande analcoliche grazie ad un "packaging" estremamente simile; i colori delle confezioni e/o del liquido stesso sono tipicamente moderni e sgargianti, pertanto fortemente attraenti per un pubblico giovane e soprattutto femminile (normalmente più restio al gusto dell'alcol nelle bevande).
Anche il formato degli alcopops è abbastanza simile a quello delle bevande dolci, mentre la percentuale di alcol si avvicina molto a quella della birra; in Europa, gli alcopops sono distribuiti in bottiglie o lattine da 330ml e contengono circa il 4-7% di alcol rispetto al volume totale della bevanda. Gli alcopops più diffusi in Italia sono a base di vodka e rum, mentre negli Stati Uniti vanno per la maggiore le birre alleggerite - aromatizzate/dolcificate (praticamente sconosciute nel nostro paese); ad oggi, sembrano altrettanto diffusi i prodotti SOLO miscelati (distillato + bevanda) che raggiungono il12,5% del volume di alcol sul totale.

Alcopops sì o alcopops no?

Da quanto letto fin ora, si potrebbe dedurre (o potremmo essere indotti a pensare) che gli alcopops risultino una soluzione abbastanza efficace contro l'abuso alcolico minorile, in quanto si distinguono per l'apporto alcolico estremamente contenuto.
SBAGLIATO!
Essendo l'alcol etilico una molecola tossica per l'organismo e tollerabile solo entro certi limiti (25-40g/die nella popolazione ADULTA), la sua introduzione (seppur minima) tra le abitudini di consumo dei giovani rappresenta l'anticamera adolescenziale di un potenziale abuso (binge drinking - etilismo - alcolismo) nell'età adulta. Non a caso, in molti paesi la produzione degli alcopops è tutt'ora fortemente tassata dallo stato, al fine di limitarne la produzione e la diffusione eccessiva; questa manovra (non priva di interessi economici da parte dei governi, quindi da considerare abbastanza ipocrita!) è stata giustificata come "atteggiamento preventivo nei confronti della distribuzione spregiudicata e immorale degli alcolici verso la popolazione giovanile". Tuttavia, ragionandoci sopra...
Non sarebbe stato sufficiente VIETARE la distribuzione degli alcopops (e con essi anche quella della birra) nei locali che NON possiedono la licenza di commercio specifica?
...ovviamente sì...
e da questo comportamento ne deduco che: sia le istituzioni governative, sia i colossi della produzione alcolica, pur utilizzando mezzi e target o bacini d'utenza differenti, perseguono interessi economici del tutto simili tra loro.


Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer