Il legame tra zucchero e cancro tra mito e realtà

Ultima modifica 28.09.2022
Affrontiamo un tema molto dibattuto: il legame tra zucchero e cancro, tra miti e realtà
 
Vi è già capitato di sentire dire che "lo zucchero nutre il cancro"?
 
È una delle convinzioni più diffuse nell'ambito dell'alimentazione oncologica, ma in realtà è il risultato di una semplificazione estrema -e quindi fuorviante- di un concetto di biochimica abbinato ai risultati di alcuni studi scientifici che sono stati travisati nel passaggio d'informazioni dalla comunità scientifica al mondo dei mass media, dove spesso si ha più a cuore lo scalpore della notizia e la ricerca del "click" sul titolo, rispetto allo spiegare bene le cose ma con il rischio di risultare meno accattivanti.
 
In realtà lo zucchero non nutre solo le cellule tumorali, ma nutre tutte le cellule del nostro corpo, perché rappresenta fisiologicamente la loro principale fonte energetica.
 
Quello che ad oggi emerge dagli studi scientifici dedicati alla relazione tra il consumo di zucchero e il possibile sviluppo di cancro è che un eccesso di zucchero, ed in particolare un eccesso di alimenti che provocano un rapido innalzamento dello zucchero nel sangue, possa creare un ambiente proinfiammatorio favorevole per lo sviluppo tumorale
 
Al contrario però, è garantito che un consumo di zuccheri adeguato e bilanciato con gli altri nutrienti, così da mantenere un basso carico glicemico della dieta, non solo è innocuo, ma è benefico sia per chi è in salute sia per chi sta affrontando una malattia oncologica, in cui rappresenta un sostegno fondamentale per contrastare la malnutrizione e rimanere in forze anche durante le terapie oncologiche.
 
Quando si parla di alimentazione per la prevenzione oncologica e soprattutto di alimentazione in corso di malattia oncologica, non ci si può permettere di generalizzare e creare ulteriori ansie e preoccupazioni dichiarando che "lo zucchero fa male" senza specificare quanto zucchero, quale tipologia di zucchero e in che contesto di consumo.
 
Esistono infatti tanti tipi di zuccheri: zuccheri complessi raffinati o integrali, zuccheri semplici intrinseci in frutta e verdura o naturalmente presenti nel latte, zuccheri liberati durante le operazioni di trasformazione degli alimenti o ancora zuccheri aggiunti.
 
È importante conoscerne le differenze perché i diversi tipi di zuccheri hanno diversi effetti sul nostro organismo
Ad esempio gli zuccheri complessi non raffinati presenti nei cereali integrali, nei legumi e nelle verdure rappresentano la nostra principale fonte energetica e sono fondamentali per la salute del nostro intestino, e allo stesso modo gli zuccheri intrinseci in frutta e verdura sono parte costituente di alimenti che, come abbiamo visto nei video precedenti, hanno un importante ruolo preventivo nei confronti del cancro e quindi non dovrebbero mai mancare nella nostra alimentazione.
 
Gli zuccheri invece non necessari per la nostra salute, e di cui dovremmo moderare il consumo in tutti i casi di eccesso, sono:
  1. gli amidi raffinati (presenti ad esempio in pasta bianca, pane bianco e patate)
  2. gli zuccheri liberi (protagonisti dei succhi 100% frutta e verdura e delle composte di frutta)
  3. gli zuccheri aggiunti (non rappresentati solo dallo zucchero che mettiamo nei dolci in casa e nel caffè, ma anche -e soprattutto- dallo zucchero aggiunto nella grande maggioranza degli alimenti industriali, compresi i più insospettabili alimenti salati come i sughi pronti per la pasta, i dadi da cucina e il pesce affumicato)
Queste sono le tre tipologie di zuccheri che, se consumate in modo eccessivo, hanno il potere di aumentare il carico glicemico della dieta e i conseguenti picchi di insulina.
 
I picchi di insulina dovuti all'alto carico glicemico del pasto rappresentano un altro di quei fattori alimentari che ci allontanano dalla comprensione delle nostre reali necessità a tavola, portandoci a mangiare più del necessario. Questo avviene perché ad ogni picco di insulina corrisponde un brusco calo di zuccheri nel sangue che attiva di nuovo la sensazione di fame, nonostante in questa circostanza le cellule siano già ricche dello zucchero appena assorbito.
 
Uno dei motivi per cui è importante limitare il consumo di questi tipi di zuccheri affinché la nostra alimentazione possa essere preventiva nei confronti del cancro è dunque che l'eccesso di questi zuccheri porta ad un consumo alimentare maggiore e al conseguente rischio di incremento del tessuto adiposo fino agli stadi di sovrappeso e obesità che, come abbiamo visto in precedenza, rappresentano il principale fattore di rischio neoplastico di natura alimentare.
 
Oltre a questa influenza sul peso, i frequenti picchi ematici di insulina e degli ormoni ad essa correlati sembrano aumentare il rischio di alcuni tipi di cancro anche in un modo più diretto, attraverso la creazione di un ambiente proinfiammatorio favorevole per lo sviluppo di queste patologie. 
 
Quale può essere allora un consumo di questi zuccheri "extra" che ci permetta di toglierci qualche sfizio senza rinunciare al benessere e alla prevenzione oncologica?
 
Non c'è bisogno di avere un approccio di radicale esclusione nei loro confronti, approccio che anzi rischia di sfociare in eccessiva selettività alimentare e nella creazione di angosce nei confronti dei cibi dolci che vengono giudicati come pericolosi.
 
Potremmo invece consumare tranquillamente anche ogni giorno fino a 20-25g di zuccheri liberi o aggiunti, una quantità che si trova ad esempio in 4-5 cucchiaini di zucchero o miele, oppure in un bicchiere di succo di frutta o ancora in 4-8 biscotti a seconda del tipo.  Quando questi alimenti vengono inseriti in un contesto di sano stile di vita, possiamo davvero stare sicuri che non costituiscano il men che minimo pericolo per la nostra salute.
 
Tra gli zuccheri liberi e aggiunti non esistono scelte migliori di altre in termini di influenza sul peso e sull'insulina: il fruttosio e il miele sono paragonabili al classico zucchero da tavola, e anche lo zucchero di canna grezzo non è migliore rispetto a quello bianco. Consiglio dunque di non imporci inutilmente più vincoli di quelli necessari: già che le quantità di zuccheri adeguate sono piccole, tanto vale assumerle nella forma che più ci piace.

Autore

Giorgia Arosio

Giorgia Arosio

Biologa nutrizionista
Biologa Nutrizionista di Milano, la dr.ssa Arosio lavora come libera professionista sia nel suo studio a Milano sia attraverso i consulti a distanza. Specializzata in nutrizione clinica, nutrizione sportiva e counseling alimentare, segue un approccio improntato sull’ascolto attivo e sulla massima personalizzazione dei percorsi nutrizionali, per aiutare persone dall’adolescenza fino all’età senile, in salute o in condizioni patologiche, a ritrovare il proprio equilibrio alimentare e la migliore condizione fisica