Alcolici e rischio cancro: quale legame?

Ultima modifica 16.11.2022
Quali effetti ha l'alcol nel nostro corpo e quanto incide il suo consumo sul rischio di sviluppare un tumore? C'è una dose tollerabile che ci tutela dal rischio? Vediamolo insieme!
 
Ogni anno a livello mondiale il consumo dannoso di alcol causa circa 3 milioni di decessi ed è considerato il quinto fattore di rischio per il carico di malattia globale
Tutti sanno che l'alcol fa male perché è causa di cirrosi epatica, di malattie cardiovascolari e della maggior parte dei decessi dovuti ad incidenti stradali, ma in pochi sanno che la maggior parte dei decessi alcol-correlati è attribuibile proprio alle patologie oncologiche innescate dal suo consumo.
 
In Italia, l'abitudine al consumo di alcol rappresenta il secondo maggiore fattore di rischio oncologico "modificabile" e cioè attribuibile a stili di vita individuali e che quindi potrebbero essere cambiati. È preceduto soltanto dall'abitudine al fumo ed è seguito dalle scorrette abitudini alimentari e dall'eccesso di peso corporeo, o meglio di tessuto adiposo.
 

L'alcol svolge la sua azione cancerogena in diversi modi

Può provocare stress ossidativo con danni e alterazioni del DNA e delle proteine di tessuti o organi, può inibire la corretta riparazione del DNA, provocare uno scorretto aumento della proliferazione cellulare, problemi di malassorbimento nutrizionale, e può indurre un aumento dei livelli di estrogeni, anch'essi responsabili di un aumentato rischio di alcune forme di cancro.

Il consumo di alcol interagisce inoltre con il consumo di tabacco potenziandone l'effetto cancerogeno, tanto che la loro assunzione simultanea rende il rischio associato considerevolmente maggiore rispetto al rischio dovuto al consumo di alcolici o di tabacco presi singolarmente. 

 

Con questi meccanismi l'alcol è risultato un fattore di rischio per molte sedi tumorali, in primis quelle del tratto aero-digestivo superiore (bocca, faringe, laringe, esofago) e del seno, e poi anche dell'ultimo tratto dell'intestino, dello stomaco e del fegato.

Esiste un livello di consumo sicuro? Alcuni tipi di alcol presentano meno rischi?

L'evidenza indica che più alcol una persona beve, maggiore è il rischio di sviluppare un cancro associato all'alcol, ma il rischio di alcuni tumori aumenta anche con meno di un drink al giorno. Se prima si considerava generalmente non problematica l'assunzione moderata di alcolici entro la dose a basso rischio, l'evidenza attuale mostra che il consumo di qualsiasi quantità di alcol aumenta il rischio di alcuni tipi di cancro, in particolare di quelli del tratto aero-digestivo superiore e di quello al seno, per i quali non esiste una dose minima sicura, ma il rischio è aumentato anche con le minime assunzioni di alcol.
 
Delle bevande alcoliche, ciò che risulta cancerogeno è in primis l'etanolo in esse contenuto, e poi anche l'acetaldeide, che è la principale molecola che si origina in seguito all'ingestione e digestione dell'etanolo. Inoltre, durante la produzione di bevande alcoliche possono essere introdotti contaminanti cancerogeni.
L'etanolo è la forma primaria di alcol che si trova in tutte le bevande alcoliche, e dunque tutte le bevande alcoliche, indipendentemente dal tipo -birra, vino, liquori- aumentano il rischio e nessuna bevanda alcolica è meno rischiosa in termini di impatto sul rischio di cancro.
 

Per una effettiva prevenzione oncologica, la raccomandazione più forte secondo tutti gli istituti di ricerca per la salute è quella di non bere alcolici. Le persone che scelgono di bere alcolici dovrebbero limitare il loro consumo a non più di una bevanda alcolica standard al giorno per le donne e due al giorno per gli uomini.

Una bevanda alcolica standard corrisponde a una lattina di birra di media gradazione da 33 centilitri, un calice di vino di media gradazione da 125ml oppure un bicchierino da 40ml di superalcolico a 40°. Ciascuna di queste soluzioni contiene mediamente una unità alcolica, che corrisponde a 12 grammi di etanolo
 
La raccomandazione, per chi sceglie di bere alcolici, di non superare i due drink al giorno per gli uomini e il singolo drink al giorno per le donne, non è intesa come un consiglio per una media su più giorni, ma proprio come una quantità massima giornaliera: non assumere alcolici durante la settimana per concentrare le bevute nel weekend non manterrebbe equamente basso il rischio.
 

Autore

Giorgia Arosio

Giorgia Arosio

Biologa nutrizionista
Biologa Nutrizionista di Milano, la dr.ssa Arosio lavora come libera professionista sia nel suo studio a Milano sia attraverso i consulti a distanza. Specializzata in nutrizione clinica, nutrizione sportiva e counseling alimentare, segue un approccio improntato sull’ascolto attivo e sulla massima personalizzazione dei percorsi nutrizionali, per aiutare persone dall’adolescenza fino all’età senile, in salute o in condizioni patologiche, a ritrovare il proprio equilibrio alimentare e la migliore condizione fisica