Vaginite - Video: Cause Sintomi Diagnosi Cure

Ultima modifica 01.04.2020

La vaginite è un’infiammazione della vagina. Brevemente, vi ricordo che la vagina è l'organo genitale femminile che collega la cervice uterina alla vulva. In altre parole, la vagina è un condotto di forma cilindrica che collega la porzione più bassa dell’utero, detto appunto cervice, ai genitali esterni. Tornando alla vaginite, in molti casi questo processo infiammatorio è causato da un indebolimento della mucosa vaginale. Tale debolezza rende la vagina più vulnerabile agli attacchi infettivi. Compaiono così sintomi come dolore, prurito ed irritazione locali, spesso associati a perdite vaginali.

Come anticipato, le cause della vaginite possono essere diverse. L'evento responsabile del processo infiammatorio, infatti, può essere sì rappresentato da infezioni, ma anche da irritazioni, da alterazioni ormonali o da traumi. Vediamo ora nel dettaglio tutte queste possibili cause partendo proprio da quelle di natura infettiva. Spesso, all’origine della vaginite c’è un’alterazione dell’equilibrio e dell’acidità dell’ambiente vaginale; l'aumento del pH locale e l'alterazione della flora microbica facilitano le infezioni. In pratica, prendono il sopravvento dei microrganismi normalmente tenuti sotto controllo dai lattobacilli (che sono i batteri buoni che popolano la vagina). I responsabili dell'infezione possono essere in particolare funghi, come la Candida albicans, oppure batteri, come ad esempio la Gardnerella vaginalis, o ancora protozoi, come il Trichomonas vaginalis. Molti agenti infettivi responsabili di vaginite sono anche responsabili di malattie sessualmente trasmissibili, dunque si trasmettono attraverso i rapporti sessuali. Ad esempio, la vaginite può essere un sintomo della gonorrea o della clamidia. Più raramente, sono coinvolti agenti virali come l’Herpes simplex. La vaginite, comunque, non è provocata solo da agenti infettivi. Le alterazioni dell’ambiente vaginale possono infatti essere legate anche a malattie sistemiche, come il diabete, oppure all’uso prolungato di alcuni farmaci, come gli antibiotici e i corticosteroidi. Passando alle cause irritative, anche certi stimoli chimici o fisici possono causare un’irritazione della mucosa vaginale. Tra le sostanze chimiche che possono aumentare il rischio di vaginite (o addirittura provocare una vaginite allergica) vi sono i detergenti, i profumi, i profilattici e gli spermicidi. Tra le cause fisiche, invece, la vaginite può essere causata da abrasioni, stimoli meccanici prolungati, parto o sfregamenti causati da indumenti troppo attillati o non traspiranti. Sempre tra le cause fisiche, la vaginite può essere causata dalla presenza di un corpo estraneo in vagina. Precisiamo che per corpo estraneo si intende un profilattico o un assorbente interno trattenuto troppo a lungo nella vagina. Oltre alle cause infettive, irritative e traumatiche che abbiamo appena visto, anche le alterazioni ormonali sono un fattore predisponente la vaginite. Dopo la menopausa, infatti, può insorgere una vaginite atrofica, determinata dal calo degli estrogeni. Per questo motivo la vaginite atrofica è conosciuta anche come vaginite climaterica o senile. Indipendentemente dalla menopausa, alterazioni dell’assetto ormonale possono verificarsi anche in altre occasioni, come dopo il parto o durante l’allattamento, oppure dopo l’asportazione chirurgica delle ovaie. In tutte queste situazioni aumenta quindi il rischio di vaginite atrofica.

Per quanto riguarda i sintomi, la vaginite si manifesta generalmente con prurito, bruciore e irritazione vaginale o vulvare. Questi sintomi sono spesso accompagnati a dolore alla minzione o a dolore durante i rapporti sessuali. Inoltre, in presenza di vaginite possono comparire piccoli sanguinamenti al di fuori del periodo mestruale e secrezioni vaginali. L'aspetto e la quantità di eventuali perdite vaginali dipendono dalla causa dell’infezione. Ad esempio, nel caso di infezioni batteriche, di solito si ha a che fare con secrezioni di colore grigiastro e maleodoranti. Le vaginiti da Candida, invece, provocano tipicamente una caratteristica secrezione vaginale biancastra, di aspetto caseoso. Infine, il colore delle perdite vaginali si fa tipicamente verdastro nell’infezione da Trichomonas. Non solo per quanto riguarda le perdite, ma a livello generale, bisogna sempre tener presente che i sintomi della vaginite, e le possibili complicanze, si differenziano in base all’agente responsabile dell’infiammazione. La vaginite atrofica, ad esempio, comporta anche il verificarsi di secchezza vaginale e un assottigliamento della mucosa della vagina. Altre forme di vaginite decorrono, invece, in maniera quasi asintomatica.

La diagnosi di vaginite viene formulata sulla base dei sintomi e dei segni emersi durante la visita ginecologica, durante la quale vengono esaminate le mucose vaginali e del collo dell’utero. Per individuare la causa responsabile della vaginite, possono essere prelevati dei campioni di secrezioni vaginali, allo scopo di individuare il patogeno responsabile attraverso un esame microscopico o colturale. Per ottenere questi campioni si eseguono dei tamponi vaginali; in pratica, si effettua un prelievo del secreto vaginale attraverso un bastoncino cotonato, lungo e sottile, inserito in vagina.

Nel caso di una vaginite di origine batterica, la terapia prevede la somministrazione locale o generale di antibiotici. Sono utilizzati soprattutto il metronidazolo e il tinidazolo, da assumere per via orale o da applicare a livello topico, per qualche giorno. In caso di infezioni da funghi, come nel caso della candida, si fa invece ricorso a creme antimicotiche, a candelette vaginali oppure a farmaci antimicotici da assumere per via orale. Poiché alcune infezioni responsabili di vaginite sono a trasmissione sessuale, in questi casi anche il partner dev'essere sottoposto a trattamento, anche quando non manifesta sintomi. Per quanto riguarda le vaginiti atrofiche, in questi casi può essere indicato l’uso di un lubrificante vaginale idrosolubile, che aiuta ad alleviare l'irritazione e il dolore durante il rapporto sessuale. Inoltre, può essere consigliata l’applicazione topica di ormoni, per aumentare i livelli degli estrogeni. Infine, nelle vaginiti da reazione allergica, oltre alla sospensione della sostanza che ha causato l’irritazione, può essere indicato l’uso di cortisone ed antistaminici.

Alla terapia della vaginite, è consigliabile associare alcuni comportamenti utili a prevenire e ad evitare successive infezioni o irritazioni a livello vaginale. Per prima cosa occorre ricordare che l’uso del preservativo può aiutare a prevenire alcuni processi infettivi che possono essere trasmessi per via sessuale. Alla base di qualunque trattamento c’è poi una corretta igiene intima. Tuttavia, il ricorso a detergenti intimi non dev'essere effettuato in maniera eccessiva; inoltre, soprattutto in presenza di fenomeni allergici o irritativi, la preferenza andrebbe data a detergenti privi di profumi, conservanti e coloranti. Un’altra buona norma consiste nel scegliere indumenti intimi che garantiscano la giusta traspirazione e che non irritino la zona genitale. Vanno quindi evitati i materiali sintetici e preferito il cotone. Prima di concludere, è necessario ricordare che una vaginite infettiva non trattata adeguatamente può diventare cronica. Inoltre, se l'infezione si propaga all’utero, alle tube e alle ovaie, può compromettere la fertilità futura della donna.