Malattie della prostata
Anzitutto,
vi ricordo che la prostata appartiene alle ghiandole accessorie dell’apparato
riproduttivo maschile. La sua funzione principale è di produrre il liquido prostatico
e di secernerlo durante l'eiaculazione. In questo modo, la prostata assicura una maggiore sopravvivenza e motilità degli spermatozoi.
Dal punto di vista anatomico, la cosa più importante da ricordare è che attraverso
la prostata decorre l'uretra, che è il canale che porta all'esterno le urine ed
il liquido seminale. Inoltre, la prostata è situata appena sotto la vescica e
davanti al retto. Per questa sua particolare posizione anatomica e per le
funzioni in cui è coinvolta, la prostata influenza la minzione, l’erezione e l’eiaculazione.
Di conseguenza, se si registrano problemi a livello di questi processi
fisiologici è possibile che vi sia una malattia a carico della prostata. Le
malattie prostatiche sono estremamente comuni, soprattutto con l’avanzare dell’età.
Per esempio, la prostata può aumentare
di dimensioni provocando disturbi della minzione, infiammarsi, causando fastidio
e dolore, o ancora essere colpita da tumori benigni o maligni. Queste tre
condizioni - cioè l’aumento di volume, l’infiammazione e la trasformazione
neoplastica - permettono di distinguere altrettante categorie di malattie
prostatiche, che nell'ordine vengono chiamate ipertrofia prostatica benigna
quando c'è un ingrossamento, prostatite quando c'è un infiammazione e cancro
della prostata quando c'è un tumore maligno.
Vediamo
ora nel dettaglio tutte queste condizioni. Cominciamo con la prostatite,
cioè con l’infiammazione della ghiandola prostatica. Le cause che determinano l’insorgenza
di questo processo infiammatorio sono molteplici, e non sempre facili da
identificare. La causa è in molti casi un’infezione batterica, spesso a carico
delle vie urinarie. I batteri responsabili sono per lo più germi intestinali,
quindi fecali, come l'Escherichia coli.
Rapporti sessuali non protetti e l'utilizzo del catetere urinario aumentano il
rischio di prostatite batterica. Va
comunque precisato che la prostatite può insorgere anche in assenza di un
processo infettivo. In alcune circostanze, apparentemente inspiegabili, si
ipotizza la partecipazione di più fattori predisponenti, tra cui stress, disordini
immunitari, lesioni di natura traumatica ecc. Talvolta, l'infiammazione della
prostata può essere causata anche da regimi alimentari non corretti, da un’eccessiva
assunzione di alcool, così come dall’uso intensivo di cicli e motocicli. Qualunque
sia la causa, l’infiammazione della prostata può avere un andamento acuto o cronico. Nel primo caso i sintomi insorgono
bruscamente e in maniera molto evidente, mentre in caso di prostatite cronica
la sintomatologia è più lieve e i disturbi perdurano nel tempo. Per quanto riguarda i sintomi, la
prostatite può manifestarsi con bruciori e stimoli frequenti ad urinare, con la
presenza di sangue nelle urine o nello sperma e con la comparsa di dolore
durante il rapporto sessuale o l’eiaculazione. In alcuni casi, il paziente colpito
da prostatite può manifestare anche sintomi
aspecifici, come febbre e dolore a livello perineale, cioè nella zona compresa
tra l’ano e la base del pene. La prostatite può essere curata prevalentemente
con farmaci antinfiammatori e, nei casi di infezione batterica, è possibile
ricorrere ad una terapia antibiotica.
Un’altra
patologia che può colpire la prostata, è la cosiddetta ipertrofia prostatica o
prostata ingrossata. Si tratta di
una malattia benigna caratterizzata da
una proliferazione del tessuto prostatico. Ne consegue un aumento di volume
della ghiandola, più correttamente descritto dal termine iperplasia prostatica
benigna. Questa malattia è molto frequente, soprattutto negli uomini a partire
dai 40/50 anni. Con l’avanzare dell’età, infatti, la prostata tende ad aumentare
il proprio volume; per spiegare tale fenomeno, vengono chiamate in causa le variazioni
ormonali e l’azione di numerosi fattori di crescita durante l'invecchiamento. Il
risultato di un ingrossamento significativo della prostata è la comparsa di disturbi
a livello urinario. Sintomi piuttosto indicativi di una iperplasia prostatica
benigna sono, quindi, l’urgenza e la frequenza dello stimolo minzionale, sia diurno
e notturno, la debolezza del getto urinario, il bruciore durante e dopo la
minzione e il senso di svuotamento vescicale incompleto. A dire il vero, esistono
anche iperplasie prostatiche benigne lievi ed asintomatiche, cioè che non
causano problemi al paziente. Il medico, dopo aver confermato la diagnosi con una
visita ed alcuni esami clinici mirati, può indicare, a seconda della gravità,
la semplice sorveglianza medica, un trattamento farmacologico oppure un
intervento chirurgico.
Il
tumore della prostata è la più comune neoplasia tra la popolazione maschile, seguita
dai tumori della cute non melanomatosi e dal tumore polmonare. Raramente, il tumore
della prostata viene riscontrato prima dei 40 anni. Secondo i dati statistici
italiani, prima dei 44 anni non compare nella lista delle 5 neoplasie più
frequenti. Le cause del tumore alla prostata non sono ancora del tutto chiare. Conosciamo
però diversi fattori di rischio ed alcune condizioni che ne aumentano le
probabilità di insorgenza. I fattori di rischio più importanti sono senz'altro
la familiarità per la patologia e l’età superiore ai 40 anni; anche i soggetti
di etnia afro-americana sono più esposti al rischio di carcinoma prostatico
rispetto ad altre etnie. La probabilità di ammalarsi sembra aumentare anche in
presenza di alcune condizioni, come le infiammazioni della prostata croniche o
ricorrenti, gli elevati valori di ormoni maschili, soprattutto di
diidrotestosterone, il fumo, l’obesità e l’alimentazione ricca di grassi
animali. Il licopene contenuto nei pomodori, gli antiossidanti in genere,
insieme alla soia e ai suoi derivati potrebbero invece avere un ruolo
protettivo.
Il
tumore della prostata comprende una varietà di forme, da quelle a crescita
molto lenta, che possono non provocare disturbi nell’arco della vita, ad altre
forme più aggressive, che invece crescono rapidamente. Proprio queste ultime,
le cosiddette forme maligne, sono le neoplasie più pericolose. Prima di tutto sono
pericolose perché possono diffondersi al di fuori della ghiandola, sfruttando
il sangue ed il sistema linfatico. I tumori maligni hanno quindi il potenziale
di diffondersi in altre parti dell’organismo, cioè possono determinare l’insorgenza
di metastasi.
Il
tumore della prostata è una patologia talvolta complicata da individuare,
perché nelle fasi iniziali tende ad essere asintomatica Inoltre, quando i
sintomi sono presenti, possono essere confusi con quelli derivanti dall’iperplasia
prostatica benigna o dalla prostatite. Infatti, il paziente colpito da un
cancro alla prostata può manifestare un aumento della frequenza delle minzioni,
sia diurne che notturne, difficoltà ad iniziare la minzione, sensazione di
incompleto svuotamento della vescica, bruciori e difficoltà nell’avere un’erezione.
Purtroppo, nella maggior parte dei casi questi disturbi emergono solo quando il
tumore è già in fase localmente avanzata. Per questo motivo, la presenza e la
persistenza, anche solo di alcuni di questi sintomi, deve indurre il paziente
ad effettuare una visita urologica. Ciò
consentirà di stabilire una diagnosi corretta e di intraprendere le cure più
adeguate al caso.