Ultima modifica 13.03.2019

Anzitutto, vi ricordo che la prostata appartiene alle ghiandole accessorie dell’apparato riproduttivo maschile. La sua funzione principale è di produrre il liquido prostatico e di secernerlo durante l'eiaculazione. In questo modo, la prostata assicura una maggiore sopravvivenza e motilità degli spermatozoi. Dal punto di vista anatomico, la cosa più importante da ricordare è che attraverso la prostata decorre l'uretra, che è il canale che porta all'esterno le urine ed il liquido seminale. Inoltre, la prostata è situata appena sotto la vescica e davanti al retto. Per questa sua particolare posizione anatomica e per le funzioni in cui è coinvolta, la prostata influenza la minzione, l’erezione e l’eiaculazione. Di conseguenza, se si registrano problemi a livello di questi processi fisiologici è possibile che vi sia una malattia a carico della prostata. Le malattie prostatiche sono estremamente comuni, soprattutto con l’avanzare dell’età. Per esempio, la prostata può aumentare di dimensioni provocando disturbi della minzione, infiammarsi, causando fastidio e dolore, o ancora essere colpita da tumori benigni o maligni. Queste tre condizioni - cioè l’aumento di volume, l’infiammazione e la trasformazione neoplastica - permettono di distinguere altrettante categorie di malattie prostatiche, che nell'ordine vengono chiamate ipertrofia prostatica benigna quando c'è un ingrossamento, prostatite quando c'è un infiammazione e cancro della prostata quando c'è un tumore maligno.

Vediamo ora nel dettaglio tutte queste condizioni. Cominciamo con la prostatite, cioè con l’infiammazione della ghiandola prostatica. Le cause che determinano l’insorgenza di questo processo infiammatorio sono molteplici, e non sempre facili da identificare. La causa è in molti casi un’infezione batterica, spesso a carico delle vie urinarie. I batteri responsabili sono per lo più germi intestinali, quindi fecali, come l'Escherichia coli. Rapporti sessuali non protetti e l'utilizzo del catetere urinario aumentano il rischio di prostatite batterica. Va comunque precisato che la prostatite può insorgere anche in assenza di un processo infettivo. In alcune circostanze, apparentemente inspiegabili, si ipotizza la partecipazione di più fattori predisponenti, tra cui stress, disordini immunitari, lesioni di natura traumatica ecc. Talvolta, l'infiammazione della prostata può essere causata anche da regimi alimentari non corretti, da un’eccessiva assunzione di alcool, così come dall’uso intensivo di cicli e motocicli. Qualunque sia la causa, l’infiammazione della prostata può avere un andamento acuto o cronico. Nel primo caso i sintomi insorgono bruscamente e in maniera molto evidente, mentre in caso di prostatite cronica la sintomatologia è più lieve e i disturbi perdurano nel tempo. Per quanto riguarda i sintomi, la prostatite può manifestarsi con bruciori e stimoli frequenti ad urinare, con la presenza di sangue nelle urine o nello sperma e con la comparsa di dolore durante il rapporto sessuale o l’eiaculazione. In alcuni casi, il paziente colpito da prostatite può manifestare anche sintomi aspecifici, come febbre e dolore a livello perineale, cioè nella zona compresa tra l’ano e la base del pene. La prostatite può essere curata prevalentemente con farmaci antinfiammatori e, nei casi di infezione batterica, è possibile ricorrere ad una terapia antibiotica.

Un’altra patologia che può colpire la prostata, è la cosiddetta ipertrofia prostatica o prostata ingrossata. Si tratta di una malattia benigna caratterizzata da una proliferazione del tessuto prostatico. Ne consegue un aumento di volume della ghiandola, più correttamente descritto dal termine iperplasia prostatica benigna. Questa malattia è molto frequente, soprattutto negli uomini a partire dai 40/50 anni. Con l’avanzare dell’età, infatti, la prostata tende ad aumentare il proprio volume; per spiegare tale fenomeno, vengono chiamate in causa le variazioni ormonali e l’azione di numerosi fattori di crescita durante l'invecchiamento. Il risultato di un ingrossamento significativo della prostata è la comparsa di disturbi a livello urinario. Sintomi piuttosto indicativi di una iperplasia prostatica benigna sono, quindi, l’urgenza e la frequenza dello stimolo minzionale, sia diurno e notturno, la debolezza del getto urinario, il bruciore durante e dopo la minzione e il senso di svuotamento vescicale incompleto. A dire il vero, esistono anche iperplasie prostatiche benigne lievi ed asintomatiche, cioè che non causano problemi al paziente. Il medico, dopo aver confermato la diagnosi con una visita ed alcuni esami clinici mirati, può indicare, a seconda della gravità, la semplice sorveglianza medica, un trattamento farmacologico oppure un intervento chirurgico.

Il tumore della prostata è la più comune neoplasia tra la popolazione maschile, seguita dai tumori della cute non melanomatosi e dal tumore polmonare. Raramente, il tumore della prostata viene riscontrato prima dei 40 anni. Secondo i dati statistici italiani, prima dei 44 anni non compare nella lista delle 5 neoplasie più frequenti. Le cause del tumore alla prostata non sono ancora del tutto chiare. Conosciamo però diversi fattori di rischio ed alcune condizioni che ne aumentano le probabilità di insorgenza. I fattori di rischio più importanti sono senz'altro la familiarità per la patologia e l’età superiore ai 40 anni; anche i soggetti di etnia afro-americana sono più esposti al rischio di carcinoma prostatico rispetto ad altre etnie. La probabilità di ammalarsi sembra aumentare anche in presenza di alcune condizioni, come le infiammazioni della prostata croniche o ricorrenti, gli elevati valori di ormoni maschili, soprattutto di diidrotestosterone, il fumo, l’obesità e l’alimentazione ricca di grassi animali. Il licopene contenuto nei pomodori, gli antiossidanti in genere, insieme alla soia e ai suoi derivati potrebbero invece avere un ruolo protettivo.

Il tumore della prostata comprende una varietà di forme, da quelle a crescita molto lenta, che possono non provocare disturbi nell’arco della vita, ad altre forme più aggressive, che invece crescono rapidamente. Proprio queste ultime, le cosiddette forme maligne, sono le neoplasie più pericolose. Prima di tutto sono pericolose perché possono diffondersi al di fuori della ghiandola, sfruttando il sangue ed il sistema linfatico. I tumori maligni hanno quindi il potenziale di diffondersi in altre parti dell’organismo, cioè possono determinare l’insorgenza di metastasi. Il tumore della prostata è una patologia talvolta complicata da individuare, perché nelle fasi iniziali tende ad essere asintomatica Inoltre, quando i sintomi sono presenti, possono essere confusi con quelli derivanti dall’iperplasia prostatica benigna o dalla prostatite. Infatti, il paziente colpito da un cancro alla prostata può manifestare un aumento della frequenza delle minzioni, sia diurne che notturne, difficoltà ad iniziare la minzione, sensazione di incompleto svuotamento della vescica, bruciori e difficoltà nell’avere un’erezione. Purtroppo, nella maggior parte dei casi questi disturbi emergono solo quando il tumore è già in fase localmente avanzata. Per questo motivo, la presenza e la persistenza, anche solo di alcuni di questi sintomi, deve indurre il paziente ad effettuare una visita urologica. Ciò consentirà di stabilire una diagnosi corretta e di intraprendere le cure più adeguate al caso.