In questo video parleremo di uno dei nemici più
subdoli della salute femminile, che molte donne hanno imparato a conoscere e
combattere per difendersi dall'infezione e prevenirne le complicanze. Sto
parlando del
papilloma virus umano (detto anche HPV), che nel corso della lezione
conosceremo più da vicino insieme alle conseguenze dell’infezione genitale di cui è responsabile.
Anzitutto,
è importante chiarire che non esiste un unico tipo di papilloma virus. L’HPV è infatti
caratterizzato da un’ampia variabilità genetica, per cui se ne conoscono oltre
100 sierotipi che possono infettare l’uomo. Alcuni virus HPV sono responsabili
di lesioni benigne della pelle e delle mucose, come le verruche, i condilomi o
i papillomi. Altri ceppi virali hanno, invece, un potenziale oncogeno, cioè sono
in grado di produrre lesioni che possono evolvere in un tumore.
Il
papilloma virus, in particolare, rappresenta il principale fattore di rischio
per il tumore della cervice uterina, che viene diagnosticato ogni anno in circa
3.500 donne italiane. Fortunatamente, soltanto una piccola parte delle donne
venute a contatto con il papilloma virus avrà problemi di questo tipo. Ciò per
due ragioni. Anzitutto, nella maggior parte dei casi (intorno al 70-90%),
l’infezione da HPV viene eliminata dal sistema immunitario senza causare danni.
Inoltre, come seconda cosa, nei rari casi in cui il virus sopravvive
all'attacco immunitario, il tumore della cervice uterina si sviluppa assai
lentamente ed è preceduto da alterazioni precancerose, chiamate displasie. Se
individuate precocemente, grazie ad esami semplici come pap-test e colposcopia,
queste lesioni possono essere curate in modo efficace, prima che evolvano in
tumore, rimuovendo la sola parte di mucosa colpita, quindi senza compromettere
la fertilità della donna.
Si
stima che oltre il 75% delle donne sessualmente attive contragga un'infezione
genitale da HPV nel corso della propria vita, specie all'inizio dei rapporti
sessuali. Tuttavia, come abbiamo visto, solo in una minoranza dei casi questa
infezione risulta persistente e può condurre allo sviluppo di un tumore.
L'infezione
genitale da papilloma virus si trasmette soprattutto attraverso i rapporti sessuali vaginali, anali ed orali. Tra le
modalità di contagio si devono includere anche i contatti intimi manuali e lo
scambio di giocattoli sessuali contaminati da persone infette. L'utilizzo del
preservativo, in questo caso, ha quindi un efficacia solo parziale nel
prevenire l'infezione, poiché il contatto con il virus può avvenire tra le
parti non coperte dal profilattico.
In
generale, il contagio può avvenire soprattutto se ci sono cellule virali attive
e se sono presenti lacerazioni, tagli o abrasioni nella pelle o nelle mucose.
La
trasmissione del virus HPV può avvenire anche in modo indiretto. A rischio sono,
in particolare, i luoghi che ospitano molte persone, come bagni pubblici,
spogliatoi o piscine, dove è possibile il contatto con superfici in precedenza
utilizzate da portatori dell'infezione.
Abbiamo dunque visto che nella maggior parte dei casi l'infezione da HPV è
transitoria e si risolve spontaneamente, senza lasciare conseguenze. Le difese dell’organismo,
infatti, sono generalmente in grado di reagire contro il virus, eliminandolo prima
che possa provocare danni importanti. Quando ciò non accade, il sistema
immunitario non riesce a debellare il virus, che così, seppur assai lentamente,
è in grado di provocare a poco a poco problemi anche piuttosto gravi. In
particolare, se l'infezione persiste e diventa cronica, dopo circa 5 anni
possono insorgere delle lesioni precancerose a carico della mucosa che riveste
il collo dell’utero, detto anche cervice uterina. A loro volta, con il
trascorrere del tempo (indicativamente nell’arco di 7-15 anni) queste lesioni possono trasformarsi in un
tumore. È necessario precisare, però, che questa evoluzione maligna si osserva soprattutto
nelle donne contagiate da ceppi di HPV ad alto rischio oncogeno. In
particolare, tra gli oltre 100 conosciuti, i più pericolosi in tal senso sono i
genotipi 16 e 18. Quelli associati alle verruche
cutanee e genitali, per esempio, hanno invece un potenziale oncogeno molto
basso.
Oltre al tumore del collo dell'utero, i papilloma virus umani possono dar
luogo anche ad altre manifestazioni cliniche a livello genitale. Abbiamo già
accennato, infatti, come alcuni ceppi virali siano implicati nell'insorgenza
delle verruche genitali, dette anche condilomi acuminati o creste di gallo. Per entrare più nello
specifico, sono i genotipi 6 e 11 ad essere responsabili del 90% delle
condilomatosi genitali.
Stiamo, quindi, parlando di genotipi diversi da quelli che causano lesioni tumorali. Generalmente, questi
virus si riproducono sfruttando le cellule della cute e delle mucose,
promuovendone una crescita eccessiva, chiamata iperplasia, che provoca le
tipiche e antiestetiche escrescenze. Le verruche genitali possono essere
localizzate sui genitali esterni, nella
vagina, intorno all'ano
e sul perineo. Anche le verruche genitali si trasmettono mediante rapporti
sessuali con un partner infetto. Hanno l’aspetto di piccole escrescenze o
protuberanze, in rilievo o piatte, talvolta disposte a grappolo. Nella maggior
parte dei casi, non causano dolore, ma possono provocare fastidio, prurito o
disagio. Queste
lesioni hanno un potenziale oncogeno molto scarso. Tuttavia, sono molto
infettive, per cui vanno trattate. Ricordiamo che le verruche possono comunque presentarsi anche in sedi
extra-genitali, come nella cavità orale
e su mani, piedi o viso. Ricordo anche come, a differenza del tumore del collo dell'utero, le
verruche genitali colpiscano anche l'uomo.
Dopo questa doverosa digressione sui condilomi acuminati, torniamo a
parlare dei ceppi di HPV più pericolosi, perché potenzialmente oncogeni. Questi virus producono un’infezione subdola,
perché a differenza dei condilomi non si manifesta in modo evidente. È, infatti,
caratterizzata da modificazioni
asintomatiche a carico delle mucose genitali, tipicamente del collo uterino. L'assenza
di sintomi, tra l’altro, ne favorisce la diffusione, poiché la maggior parte
degli individui affetti non è consapevole del processo infettivo in corso. Ad
ogni modo, ci sono alcuni segnali che possono far pensare ad un'infezione
uterina e possono mettere in allerta. Tra i sintomi più comuni ricordiamo il sanguinamento
inconsueto, soprattutto dopo il rapporto sessuale, e il dolore nella parte bassa
della schiena, alla minzione o durante i rapporti sessuali. In presenza di
queste manifestazioni, è consigliabile consultare il proprio medico o il
ginecologo.
Nel
corso di una visita ginecologica, il medico ricerca eventuali alterazioni
associate all’infezione da papilloma virus.
Particolare
importanza assume il Pap-test, di cui parleremo in modo più approfondito nel
prossimo video. Questo esame, infatti, se viene eseguito con regolarità,
consente di escludere la presenza di cellule maligne, quindi può individuare
precocemente una lesione genitale “pericolosa”, ancor prima che evolva in
carcinoma. Per questo motivo, il Pap-test rientra nel programma di screening
per il tumore della cervice uterina.
Nel
caso, dai risultati del pap test, emergano indizi di lesioni meritevoli di
approfondimento, il
ginecologo
può controllare la cervice uterina con una colposcopia. L’esame colposcopico
permette la visualizzazione ingrandita dei tessuti e approfondisce l’analisi delle
lesioni sospette. Durante la colposcopia si possono effettuare delle biopsie
mirate, cioè dei prelievi di una piccola quantità di tessuto dalla superficie
del collo e dal canale cervicale dell’utero. Questi campioni saranno poi oggetto di
analisi citologiche e test per
la ricerca del DNA virale.
Non esiste attualmente una cura per l’infezione da HPV. È possibile, però,
trattare con successo le lesioni pretumorali provocate dal virus. Ricordiamo
che le lesioni da HPV vanno spesso incontro a regressione spontanea, per cui
molti casi di displasia lieve non si trattano, ma vengono solo monitorati nel
tempo.
Quando necessario, le
lesioni precancerose della cervice
uterina vengono invece rimosse con piccole
procedure
chirurgiche conservative o mediante laserterapia. Nei casi in cui il tumore è già sviluppato le opzioni terapeutiche
comprendono l’asportazione parziale o totale dell'utero, la chemioterapia e la
radioterapia.
Per quanto riguarda le verruche genitali, si effettua, in genere, un'applicazione
di soluzioni chimiche o un trattamento laser.
Come
vedremo nel prossimo video, da alcuni anni, è disponibile un vaccino che protegge la cervice
uterina dai ceppi più pericolosi di HPV, utile soprattutto se effettuato prima
dell'inizio della vita sessuale.


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