Herpes genitale - Video: Cause Sintomi Diagnosi Cure

Ultima modifica 25.02.2020

L’herpes genitale è una malattia virale, causata quindi da un virus. Nello specifico, il virus responsabile dell'infezione è chiamato Herpes simplex. Entro una settimana dal contagio, l’infezione da Herpes simplex può dare manifestazioni nel punto di ingresso del virus. Tali manifestazioni possono risultare piuttosto fastidiose, ma è anche possibile che l'Herpes simplex non provochi alcun disturbo evidente. A tal proposito, un fattore rilevante nella diffusione dell'herpes genitale è proprio la trasmissione inconsapevole della malattia. Può accadere, infatti, che una persona sia una portatrice sana dell’herpes genitale, e che possa quindi trasmetterlo ad altre persone pur non manifestando alcun sintomo o disturbo legato alla malattia. Un'altra brutta notizia è che i trattamenti attualmente disponibili non sono in grado di curare l’infezione in modo definitivo. Tuttavia, la terapia a base di farmaci antivirali è comunque efficace nel ridurre i sintomi e le manifestazioni dell'herpes genitale.

L’infezione responsabile dell'herpes genitale può essere provocata da 2 diversi virus, che sono l’Herpes simplex di tipo 1 e l’Herpes simplex di tipo 2. È proprio quest'ultimo, cioè l’Herpes simplex di tipo 2, a provocare l’80-90% dei casi di herpes genitale. Viceversa, la minoranza dei casi è legata all'infezione da Herpes simplex di tipo 1, che Vi ricordo essere lo stesso virus responsabile dell’herpes labiale. Mi spiego meglio. Generalmente, l’Herpes simplex di tipo 1 limita la propria azione nella zona della bocca, delle labbra e del naso; tuttavia, durante rapporti sessuali di natura orale questo virus può diffondersi per contatto diretto dei genitali con la mucosa labiale infetta. Una caratteristica importante di tutti gli Herpes virus è che dopo il contagio e le prime manifestazioni, permangono nell’organismo nascondendosi nei gangli nervosi, dove il sistema immunitario e i farmaci non possono attaccarli. Così rintanati, gli Herpes virus non possono però provocare problemi o fastidi; rimangono quindi in uno stato latente per lunghi periodi, che possono essere diverse settimane, mesi, anni o perfino per tutta la vita. Questa caratteristica si riflette anche sull’andamento dell'herpes genitale, che è tipicamente recidivante; in pratica, la malattia si ripresenta di tanto in tanto, con episodi brevi e generalmente meno gravi rispetto alla prima infezione.

Da quanto detto finora, credo sia ormai chiaro che la trasmissione dell’herpes genitale avviene soprattutto attraverso rapporti sessuali non protetti di varia natura. L’infezione, quindi, viene trasmessa per via vaginale, anale o tramite rapporti orali. Il rischio di contagio, inoltre, si nasconde anche dietro il cosiddetto petting. Sono infatti a rischio anche baci, carezze erotiche, sfregamento dei genitali e masturbazione reciproca, in particolare quando le mucose orali o genitali entrano a contatto con secrezioni vaginali, secrezioni precoitali e sperma. Anche i giocattoli sessuali usati per il piacere sessuale e scambiati durante il rapporto possono rappresentare un veicolo di infezione.
Infine, esiste la possibilità di una trasmissione verticale, cioè dalla madre al bambino durante il parto. Proprio allo scopo di prevenire l’infezione neonatale, alle donne in gravidanza con infezione in atto e lesioni genitali da Herpes simplex è raccomandato il parto cesareo.

Per quanto riguarda i sintomi dell'herpes genitale, abbiamo già visto come la prima infezione da Herpes virus, chiamata infezione primaria, possa essere asintomatica oppure dare manifestazioni nel punto di ingresso dell’agente infettivo. Quando presenti, i sintomi dell’herpes genitale compaiono, di norma, 4-7 giorni dopo il contagio. Generalmente, il primo sintomo a comparire è rappresentato da una fastidiosa sensazione di bruciore e formicolio, localizzati nell'area dove poi compariranno le lesioni. Nella fase acuta, infatti, il segno più caratteristico è proprio la comparsa di lesioni genitali, che si presentano come vescicole tondeggianti riunite “a grappolo”. Queste lesioni bollose sono localizzate sulla mucosa o sulla cute dei genitali e delle aree circostanti, e provocano prurito, dolore e disagio. Nell'arco di pochi giorni, queste vescicole si rompono, riversando il loro contenuto e lasciando delle piccole ulcere dolorose; proprio questo momento coincide con la fase di massima contagiosità. Oltre ai segni ed ai sintomi genitali, l’infezione primaria può essere complicata da sintomi sistemici, con comparsa di febbre, mal di testa, dolori articolari, malessere generale e difficoltà ad urinare.
Con l’evolversi della malattia, le ulcere lasciate dalla rottura delle lesioni bollose si seccano. Si formano così delle croste che a poco a poco guariscono fino a scomparire, proprio come accade alle lesioni dell’herpes quando compare sulle labbra. Come abbiamo visto, una volta risolta l’infezione, il virus diventa latente, cioè si rifugia nei gangli nervosi per poi riattivarsi periodicamente nel tempo. Questi episodi di riattivazione sono favoriti dallo stress, dalla febbre, da un eccesso di alcol, dall’esposizione al sole, dalle mestruazioni o più in generale da un calo delle difese immunitarie. Le recidive possono associarsi alla comparsa di lesioni evidenti o alla semplice liberazione asintomatica del virus.

Per diagnosticare l’herpes genitale si parte dall’osservazione delle vescicole che compaiono durante la fase acuta, riconoscibili anche ad occhio nudo. Tuttavia, come abbiamo visto, queste manifestazioni non sono sempre presenti, soprattutto nella fase di recidiva. Nei casi sospetti, quindi, è necessaria la conferma della diagnosi mediante alcune analisi di laboratorio. Per accertare la positività all’herpes genitale, un esame del sangue può verificare la presenza di anticorpi specifici. In particolare, questi test sono in grado di differenziare gli anticorpi diretti verso l’Herpes simplex di tipo 2 da quelli diretti verso l’Herpes simplex di tipo 1. L’accertamento può includere anche l’isolamento diretto del virus dalle lesioni genitali.

Attualmente, non esiste una cura definitiva per l’herpes genitale, ma usando medicinali antivirali si possono alleviare i sintomi ed accorciare i tempi di guarigione delle lesioni. In particolare, i farmaci raccomandati per il trattamento dell’infezione da Herpes virus sono quelli contenenti aciclovir, valaciclovir e famciclovir. Questi principi attivi ostacolano la moltiplicazione del virus, quindi riducono la durata delle manifestazioni e rendono meno gravi gli episodi della malattia. Tuttavia, i farmaci antivirali non riescono a sconfiggere totalmente l'infezione e non modificano nemmeno l’intensità e la frequenza delle recidive dopo la conclusione del ciclo terapeutico.

Per quanto riguarda la prevenzione, non esiste ancora un vaccino che consenta di prevenire l’herpes genitale. Per questo, è molto importante adottare uno stile di vita idoneo ad evitare la diffusione di questa malattia. L’unica prevenzione efficace è quella di adottare delle precauzioni durante i rapporti sessuali. Considerate le modalità di contagio, i preservativi garantiscono una protezione limitata, in quanto la trasmissione è possibile anche attraverso il contatto con pelle e mucose non genitali. Tuttavia, l'utilizzo corretto del preservativo riduce comunque il rischio, ed è molto importante anche in caso di semplice contatto tra genitali senza penetrazione. Come abbiamo visto, anche la terapia è solo parzialmente efficace e non elimina il rischio di trasmettere l’infezione ai partner sessuali. Per questo motivo, è molto importante astenersi dai rapporti sessuali per tutta la durata dell’episodio di herpes genitale, perché in questa fase è particolarmente contagioso.