Ernia iatale - Video: Cause, Sintomi, Cure

Ultima modifica 15.11.2019

Bruciori di stomaco, rigurgiti acidi, digestione difficoltosa; potrebbero essere questi i segnali di un'ernia iatale. Vediamo insieme di cosa si tratta.

Nel linguaggio medico si parla di ernia ogni qualvolta un organo, o tessuto, fuoriesce dalla cavità corporea che lo ospita. Nello specifico, in caso di ernia iatale una parte dello stomaco fuoriesce dall'addome e risale all’interno del torace. Torace che è separato dall'addome dal muscolo diaframma; pertanto, la porzione di stomaco erniata deve attraversare il diaframma e lo fa in un punto ben preciso, chiamato iato esofageo.
Prima di andare avanti, vediamo di chiarire meglio questi concetti attraverso un breve richiamo anatomico. Come abbiamo detto, in condizioni normali lo stomaco si trova nell'addome. Addome che superiormente è separato dal torace da un muscolo, il diaframma. Si tratta di un grande muscolo, piatto e largo, simile ad una cupola, che permette la respirazione. Nel diaframma sono presenti varie aperture che permettono il passaggio a vasi, nervi e ad altre strutture, che dalla cavità toracica si portano a quella addominale e viceversa. Una di queste aperture, chiamata iato esofageo consente il passaggio dell'esofago. Le pareti dello iato esofageo sono particolarmente strette e aderenti all’esofago, proprio per impedire lo scivolamento dello stomaco all'interno del torace. A volte, però, può accadere che lo iato finisca per rilassarsi o dilatarsi, lasciando risalire una porzione più o meno ampia di stomaco. Compare così l'ernia iatale, che può accompagnarsi a diversi disturbi, primo fra tutti un forte senso di bruciore alla bocca dello stomaco.

Le varie forme di ernia iatale possono essere distinte in tre principali tipi: ernia da scivolamento, ernia da rotazione ed ernia mista. La prima, cioè l’ernia da scivolamento, è sicuramente la più frequente. Diffusa soprattutto tra le persone obese o in sovrappeso, è infatti presente in circa il 90% dei casi. Nell'ernia da scivolamento la parte di stomaco che risale nel torace è quella di passaggio fra l'esofago e lo stomaco; questa regione di confine è chiamata giunzione gastro-esofagea o cardias. Una volta che il cardias risale verso l'alto, non essendo più compresso dallo iato e subendo un disallineamento rispetto alla posizione naturale, perde la propria funzione. Di conseguenza, il cardias non è più in grado di impedire efficacemente la risalita del contenuto acido dello stomaco in esofago. Compare così il famoso reflusso gastroesofageo. Il secondo tipo di ernia iatale, quella da rotazione o ernia paraesofagea è invece più raro, ma anche più pericoloso. In questo caso, lo stomaco e l’esofago rimangono fermi nelle loro posizioni naturali, mentre il fondo dello stomaco, cioè la parte superiore dell’organo, rotola verso l'alto passando nel torace. In questi casi il cardias rimane al di sotto del diaframma e continua a funzionare regolarmente. Il reflusso gastroesofageo è quindi assente, ma esistono altre complicanze assai più temibili. Ad esempio, l’apporto di sangue allo stomaco può essere compromesso, mentre se la porzione erniata è molto grande può addirittura comprimere il cuore e i polmoni. Terzo e ultimo caso è quello dell’ernia mista, un tipo di ernia iatale che, come si può prevedere dal nome, presenta le caratteristiche di entrambe le forme precedentemente descritte.

Per quanto riguarda le cause, possiamo osservare che l'ernia iatale spesso fa rima con età ed obesità. Infatti, i naturali processi di invecchiamento fanno perdere tono ed elasticità ai tessuti, inclusi quelli del diaframma. Non a caso, l'ernia iatale è più comune tra gli anziani. Ad ogni modo, la debolezza dello iato esofageo può dipendere anche da un problema congenito, cioè presente sin dalla nascita. Non dobbiamo poi dimenticare che anche l'aumento della pressione addominale favorisce l'insorgenza dell'ernia iatale. Per questo motivo, sono a rischio le donne durante la gravidanza, le persone in forte sovrappeso, i soggetti affetti da tosse cronica o chi subisce un forte trauma addominale. Infine, possono predisporre alla comparsa di un'ernia iatale anche il fumo, gli sforzi fisici prolungati e l’uso di indumenti troppo stretti.

Alcune persone possono soffrire di ernia iatale senza avvertire alcun sintomo o disagio. In altri casi, l’ernia può invece essere causa di disturbi più o meno gravi, legati soprattutto al reflusso gastroesofageo. La risalita dei succhi acidi dello stomaco determina irritazione della mucosa dell'esofago, causando dolori e bruciori dietro allo sterno e alla “bocca dello stomaco”. Il reflusso si accompagna anche a rigurgito acido, salivazione intensa, raucedine, nausea ed episodi improvvisi di tachicardia. Tutti questi sintomi tendono a peggiorare durante gli sforzi fisici, specie se a stomaco pieno, oppure quando ci si sdraia o ci si china, ad esempio per allacciarsi una scarpa. Un reflusso di vecchia data non trattato può provocare restringimenti e sanguinamenti dell'esofago, aumentando anche il rischio di tumore esofageo.

Per diagnosticare l'ernia iatale i medici ricorrono soprattutto a due esami, che sono la radiografia del tratto gastrointestinale superiore e la gastroscopia. La radiografia viene eseguita dopo aver ingerito un mezzo di contrasto a base di bario; in questo modo può evidenziare chiaramente l'esofago, lo stomaco e la parte superiore dell'intestino tenue. La gastroscopia, invece, è un esame endoscopico che prevede l'utilizzo di un sottile tubo flessibile, alla cui sommità è posta una telecamera. Questo speciale strumento viene inserito nella bocca e fatto scendere fino all’esofago e allo stomaco. In questo modo, la gastroscopia permette di apprezzare visivamente l’ernia iatale e gli eventuali danni provocati dal reflusso gastroesofageo.

L'ernia iatale è un’alterazione anatomica; essendo tale si può quindi correggere soltanto attraverso un intervento chirurgico. I farmaci, infatti, possono essere utili per alleviare i sintomi e i disturbi, ma ovviamente non possono riposizionare lo stomaco nella sua sede naturale. Sono utili in particolare tutti quei farmaci che riducono la secrezione acida dello stomaco, permettendo alle mucose dell'esofago di rigenerarsi. È il caso, ad esempio, dell'omeprazolo, del lansoprazolo o di altri inibitori della pompa protonica. In associazione a questi farmaci, possono essere prescritti anche dei procinetici per accelerare lo svuotamento gastrico.
Per quanto riguarda l'intervento chirurgico, questo viene oggi eseguito perlopiù in laparoscopia; si tratta di una tecnica mini-invasiva che prevede l'inserimento di microtelecamere e sottili strumenti chirurgici attraverso cinque o sei piccolissime incisioni effettuate sull'addome. In questo modo il chirurgo può riposizionare la parte di stomaco fuoriuscita e ricostruire o restringere lo iato esofageo per prevenire nuove erniazioni.

In associazione ai farmaci o in attesa dell'intervento chirurgico, la dieta e alcune regole comportamentali giocano come sempre un ruolo di primo piano. Per prima cosa, è importante evitare i cibi che aumentano l’acidità e il reflusso degli acidi nell’esofago, come il caffè, il cioccolato, i cibi ricchi di grassi e l’alcol. Abbiamo visto che anche l’obesità e il sovrappeso sono condizioni che aumentano la pressione sull’addome. Perciò, è consigliabile sottoporsi ad una dieta equilibrata ed evitare le grandi abbuffate. Per il resto, andrebbero evitati gli indumenti aderenti o le cinture particolarmente strette in vita, mentre dopo un pasto bisognerebbe lasciar passare almeno 2 o 3 ore prima di coricarsi o compiere lavori pesanti. Semaforo rosso anche per il fumo.