Emorroidi - Cosa sono e Perché si infiammano?

Ultima modifica 05.03.2020

Oggi affrontiamo un problema assai diffuso, fastidioso e talvolta doloroso, sicuramente non facile da sopportare. Sto parlando della malattia emorroidaria, cioè di quel disturbo che nel linguaggio comune viene denominato semplicemente “emorroidi”. In realtà, si tratta di un termine improprio, dato che le emorroidi sono delle strutture vascolari normalmente presenti nel canale anale di tutte le persone, incluse quelle perfettamente sane. In determinate circostanze questi vasi sanguigni possono gonfiarsi oltre misura ed infiammarsi, scatenando così tutti quegli spiacevoli disturbi indicati col termine generico di emorroidi, ma meglio definiti come malattia emorroidaria. In questo video cercheremo di capire bene cosa sono le emorroidi e quali cause ne determinano l'infiammazione e i disturbi associati.

Le emorroidi sono dei cuscinetti di tessuto vascolare, quindi un tessuto pieno di sangue, spugnoso, formato da capillari, arterie e soprattutto vene. Le emorroidi sono situate all'interno del canale anale, saldamente ancorate alla sua parete grazie a dei legamenti fibrosi che le mantengono in sede. Dal punto di vista anatomico, le emorroidi si distinguono in interne ed esterne. Quelle interne sono situate all'interno del canale anale al di sopra di quella linea immaginaria, detta linea dentata o pettinea, che divide il canale anale in due parti a seconda della mucosa che lo riveste. Le emorroidi esterne sono invece situate più in basso, al di sotto di questa linea, ai margini dell'orifizio anale. Una differenza importante tra i due tipi di emorroidi è la sensibilità dolorifica, dovuta proprio alla diversità della mucosa di rivestimento; la sensibilità dolorifica è infatti assente per le emorroidi interne, mentre è spiccata per quelle esterne. Ma a cosa servono esattamente le emorroidi? La loro funzione è quella di contribuire, assieme allo sfintere anale, sia all’evacuazione che alla continenza, quindi alla capacità di trattenere le feci, ma anche liquidi e gas. Essendo riccamente vascolarizzate, infatti, le emorroidi sono in grado di gonfiarsi e sgonfiarsi attraverso l’afflusso e il deflusso del sangue al loro interno. Chiaramente, quando le emorroidi si gonfiano aumentano la propria continenza chiudendo l'ano. Viceversa, quando si svuotano, facilitano l'emissione delle feci all’esterno.

In condizioni normali, la presenza delle emorroidi non è avvertita. Considerato però che il tessuto che riveste il canale anale è molto lasso, le emorroidi possono dilatarsi ed infiammarsi. La dilatazione e l'infiammazione delle emorroidi può causare prolassi, ematomi, sanguinamenti o trombi, cioè la formazione di coaguli di sangue al loro interno. In tutti questi casi si parla di patologia emorroidaria o emorroidale. La malattia emorroidaria può provocare fastidiosi disturbi in sede anale, quali gonfiore, prurito, bruciore, dolore, sanguinamento e perdite di muco dall’ano. Non a caso, etimologicamente parlando, “emorroide” significa perdita di sangue; tale perdita, sempre di colore rosso vivo, può manifestarsi sottoforma di gocciolamento o spruzzi, o anche come la presenza di macchie sulla carta igienica, sul wc o sulle feci. Il sanguinamento e il prurito sono i sintomi più comuni delle emorroidi infiammate, spesso associati ad un senso di peso e d'ingombro a livello anale. Tra i sintomi riconducibili alle emorroidi, il sanguinamento ano-rettale è anche quello a cui porre maggiore attenzione; in sua presenza, infatti, è sempre bene eseguire degli approfondimenti medici per escludere altre patologie più gravi, fra cui i tumori del colon-retto. Col passare del tempo, se non tratte adeguatamente, le emorroidi possono prolassare, cioè fuoriuscire dallo sfintere anale esterno. Negli stadi più avanzati, possono insorgere complicazioni come la trombosi, cioè la formazione di un coagulo di sangue; tale trombosi può dare origine ad un’infiammazione acuta molto dolorosa. Un'altra complicanza è lo strozzamento delle emorroidi prolassate dovuto alla contrazione dello sfintere anale. Anche in questo caso il paziente lamenterà un dolore acuto in regione anale. Si tenga comunque presente che negli stadi non complicati da trombosi, le emorroidi non sono generalmente dolorose. Il binomio tra dolore anale bruciante al momento della defecazione e tracce di sangue nella carta igienica, è piuttosto un sintomo tipico di una ragade anale, cioè di un taglietto a livello dell'ano. Anche se non si tratta di una malattia grave, le emorroidi non dovrebbero essere trascurate. I casi più lievi, infatti, possono essere trattati con l’applicazione topica di farmaci ad azione decongestionante. Tuttavia, se vi è un peggioramento dei sintomi può rendersi necessario ricorre ad un vero e proprio intervento chirurgico.

La malattia emorroidale è un problema diffuso che colpisce uomini e donne di diverse età; stabilirne la reale incidenza è difficile, perché solo una minoranza dei pazienti consulta il medico. Secondo alcune stime, comunque, ne soffrirebbe circa il 5-10% degli adulti, mentre il 50% della popolazione ha sofferto, soffre o soffrirà di tale patologia. Meno frequenti al di sotto dei 30 anni, le emorroidi infiammate diventano piuttosto comuni dopo i 40/50 anni.
In generale, le emorroidi sono più frequenti nei Paesi industrializzati, anche a causa dello stile di vita occidentale e delle abitudini alimentari. Prima di tutto, se la dieta non è equilibrata ed è povera di fibre, l’intestino non può funzionare correttamente. La stitichezza cronica che ne deriva determina sforzi prolungati durante la defecazione, i quali favoriscono l'infiammazione delle emorroidi. Esistono poi alimenti che hanno un’azione irritante, come ad esempio insaccati, alcol, cioccolato, spezie e salse piccanti, tutti cibi che possono innescare la dilatazione venosa e agire da fattori scatenanti. Anche il sovrappeso e l'obesità rappresentano dei fattori predisponenti, così come defecazioni troppo frettolose o rimandate per questioni sociali.

Pur essendo una problematica comune ad entrambi i sessi, in alcune circostanze le donne diventano più vulnerabili alle emorroidi. Infatti, possono soffrirne durante la gravidanza o subito dopo il parto; questo accade sia per l’aumento di pressione pelvica associato alla presenza del feto, sia per i cambiamenti ormonali legati alla gravidanza stessa.
Giocano un ruolo importante anche l’abuso di alcuni farmaci – in particolare anticoncezionali e lassativi - la sedentarietà e la pratica di alcuni sport, come l’equitazione o il ciclismo. Costituiscono ulteriori fattori causali o favorenti il mantenimento della stazione eretta per lungo tempo o l’abitudine di stare a lungo seduti sul vaso sanitario, ad esempio per leggere. Tra i fattori determinanti vi è anche una predisposizione familiare e personale, caratterizzata dalla debolezza delle pareti venose e dalla tendenza alle varici anche in altri distretti corporei. Infine, più rare ma di notevole importanza clinica sono le emorroidi originate da altre circostanze patologiche, come l'ipertensione portale conseguente alla cirrosi epatica, o alcune neoplasie pelviche.

Tra le tante proposte, esiste una classificazione del disturbo che distingue le emorroidi interne patologiche in quattro stadi di gravità crescente. Le emorroidi di 1° grado sono rigonfiamenti vascolari completamente interni, quindi senza prolasso al di fuori del margine anale; danno solo sanguinamento e sensazione di pienezza. Le emorroidi di 2° grado, invece, prolassano, quindi escono all'esterno ma solo in seguito a sforzi eccessivi, ad esempio durante l’evacuazione o il parto; cosa molto importante, dopo essere fuoriuscite le emorroidi di secondo grado rientrano spontaneamente. In questo caso, oltre al sanguinamento, può essere presente anche prurito e perdita di secrezioni. Nelle emorroidi di 3° grado il prolasso risulta indipendente dallo sforzo, tuttavia i cuscinetti emorroidari possono ancora rientrare all’interno del canale anale, ma solo se sospinti manualmente; oltre ai precedenti disturbi, le emorroidi di 3° grado danno perdita di feci all'esterno con insudiciamento della biancheria. Infine, le emorroidi di 4 grado risultano completamente prolassate e non riposizionabili all’interno dell’ano, quindi rimangono sempre all’esterno. Oltre ai precedenti sintomi, provocano anche dolore, spesso. La progressione della malattia emorroidaria nei quattro stadi appena descritti si verifica a causa di una congestione di sangue; quest'ultimo, cioè, si accumula nelle emorroidi dilatandole e facendole scivolare verso il basso. Infatti, l'eccessiva presenza di sangue tende a sfiancare la resistenza dei tessuti che sostengono e contengono i vasi sanguigni ancorandoli alla parete anale. Per questo motivo, alla lunga, i vasi sanguigni indeboliti prolassano trascinando con sé la mucosa ano-rettale. Le emorroidi finiscono così con il protrudere verso il basso.