Colonscopia - Video: Come e Quando eseguirla

Ultima modifica 12.02.2020

La colonscopia è un esame endoscopico, cioè un esame che permette di vedere l'interno del corpo. Nello specifico, la colonscopia permette di visualizzare l’interno del colon e del retto, per individuare eventuali anomalie, come tratti infiammati, polipi o tumori. Per visualizzare l'interno del corpo occorre chiaramente uno strumento adatto. Nel caso della colonscopia questo strumento si chiama colonscopio; si tratta di una sonda, un sottile tubicino lungo e flessibile, dotato di una luce all'estremità e di un sistema ottico per trasmettere le immagini su un apposito monitor. Il colonscopio viene inserito delicatamente per via anale e fatto avanzare progressivamente lungo il retto e l’intestino crasso. Vi ricordo brevemente che l’intestino crasso è l’ultimo tratto dell’apparato digerente. Il suo aspetto è quello di un tubo che inizia dall’intestino cieco, si continua nel colon, termina nel retto e si apre all'esterno attraverso l’ano. La principale funzione dell'intestino crasso è quella di riassorbire sali minerali e acqua dalle feci, oltre alle vitamine prodotte dalla flora batterica locale. Intestino crasso e colon non sono quindi esattamente sinonimi, anche se quest'ultimo occupa la maggior parte dell'intestino crasso. La colonscopia è prima di tutto un esame diagnostico, perché permette di chiarire la natura di sintomi riconducibili a patologie del colon e del retto. Nel contempo, però, la colonscopia permette anche di eseguire biopsie, cioè di prelevare piccoli frammenti di tessuto da inviare al laboratorio per l’analisi al microscopio. Inoltre, la colonscopia permette di eseguire piccoli interventi chirurgici, come l'asportazione di un polipo intestinale. I polipi intestinali sono delle escrescenze, simili a piccoli cavolfiori, che si sviluppano sulla parete dell’intestino, specie nel colon retto. Anche se queste lesioni sono per lo più di natura benigna, alcune di esse possono lentamente evolvere in un tumore maligno. La colonscopia, essendo in grado di individuare molte di queste lesioni precancerose, si rivela particolarmente utile in ottica preventiva; in particolare, insieme alla retto-sigmoidoscopia e alla ricerca di sangue occulto nelle feci, rientra tra i possibili esami di screening per il tumore del colon-retto.

La colonscopia consiste dunque nell’introduzione di un sottile strumento flessibile, chiamato “colonscopio”, attraverso l'ano. Alla sua estremità, questo strumento è munito di una fonte luminosa e di una microcamera, che mostra in tempo reale l’interno del colon. Il colonscopio viene fatto risalire lentamente lungo il colon, ad iniziare dal retto; l'avanzamento può essere manuale o robotizzato nei modelli più recenti. Durante l'esame viene insufflata dell’aria attraverso lo strumento, in modo da distendere le pareti del colon ed esplorare meglio l’intestino. La colonscopia, in genere, dura 15-45 minuti e si svolge con un minimo di sedazione, che permette al paziente di sopportare meglio l’esame pur rimanendo cosciente. L’eventuale fastidio può essere determinato soprattutto dall’introduzione di aria attraverso il colonscopio, il che può provocare crampi addominali e bisogno di "evacuare”.

Ma a cosa serve esattamente la colonscopia? Guardando le immagini fornite dalla microcamera, il medico può accertare la reale natura di disturbi intestinali sospetti, come, ad esempio, dolori addominali non altrimenti spiegati, stitichezza improvvisa, diarrea di lunga durata, calo di peso significativo e perdita di sangue visibile nelle feci. La colonscopia permette infatti di apprezzare infiammazioni, ulcerazioni, diverticoli, anomalie vascolari, restringimenti, polipi e neoplasie. Se necessario, permette anche di eseguire dei prelievi bioptici della mucosa, grazie a delle piccole pinze introdotte attraverso l’endoscopio. I campioni così prelevati saranno poi inviati al laboratorio per essere studiati al microscopio; in questo modo aiuteranno il medico nella diagnosi di malattie infiammatorie dell’intestino e nell'accertare la natura, benigna o maligna, di una lesione sospetta. Oltre a questo importante ruolo diagnostico, la colonscopia può anche diventare terapeutica. Consente, infatti, l’asportazione di eventuali polipi intestinali mediante una tecnica chiamata polipectomia. In genere, un particolare bisturi elettrico, a forma di cappio, viene fatto passare attraverso il polipo, in modo da bruciarlo alla base. Il polipo sarà poi esaminato in laboratorio per stabilire se è benigno o maligno. In alcuni casi, la colonscopia riesce quindi ad evitare un successivo intervento chirurgico; altre volte permette invece di stabilire, con maggior precisione, il percorso terapeutico da seguire. La colonscopia è quindi un esame estremamente utile nella prevenzione del tumore del colon-retto. Di norma, infatti, si consiglia di eseguire la colonscopia come forma di prevenzione dopo i 50 anni. Se non emergono problemi, è possibile ripetere l’esame ogni 5-10 anni. In alternativa, sempre a partire dai 50 anni, si può eseguire la ricerca di sangue occulto nelle feci una volta l'anno, eseguendo la colonscopia solo in caso di positività.

Per molte persone la parte più fastidiosa della colonscopia non è tanto l'esame in sé, quanto la preparazione. Affinché il risultato dell’esame sia attendibile, occorre infatti che l'intestino sia completamente vuoto e pulito. Dato che eventuali residui fecali coprirebbero la mucosa nascondendone le alterazioni, la pulizia del colon è a dir poco fondamentale. A tal proposito esiste una preparazione specifica, che viene indicata al momento della prenotazione dell’esame. Innanzitutto, viene suggerita una dieta da seguire generalmente nei 2/3 giorni che precedono la colonscopia; tale dieta prevede soprattutto l'allontanamento dei cibi ricchi di fibre, come frutta, verdura e alimenti integrali. Il giorno precedente si devono assumere soltanto liquidi, da associare al purgante. Quest'ultimo consiste generalmente in un preparato liquido che stimola il movimento intestinale e permette la pulizia del colon da residui di feci. In alcuni casi, può essere richiesta l’assunzione di altri preparati lassativi o di un clistere.

Dopo il termine dell’esame, il paziente viene dimesso nel giro di un’ora. Qualora siano stati asportati polipi, invece, può essere necessario un periodo di osservazione della durata di alcune ore.
Dopo le dimissioni, se la colonscopia è stata eseguita sotto sedazione, è chiaramente sconsigliato guidare l’auto per tornare al proprio domicilio; meglio farsi accompagnare od usare i mezzi pubblici. Inoltre, il paziente dovrà evitare di eseguire altre attività potenzialmente pericolose nelle ore successive, come la guida di macchinari o altre attività che richiedono particolare attenzione. Dopo la colonscopia possono anche protrarsi disagi minori, come la presenza di gas o lievi spasmi intestinali.

Anche se la colonscopia è una procedura piuttosto sicura, non è immune da complicazioni ed è giusto essere informati sui rischi cui si può andare incontro. La complicanza più seria, fortunatamente molto rara, riguarda la perforazione intestinale. In pratica, il medico può accidentalmente rompere la parete intestinale con il colonscopio; in questi casi è necessario un immediato intervento chirurgico di riparazione. Un'altra complicanza, meno seria, è legata all’effettuazione di biopsie o polipectomie. Queste procedure possono infatti provocare un sanguinamento, il quale può essere arrestato già durante la colonscopia. Vi è poi il rischio di reazioni indesiderate ai farmaci somministrati per la sedazione. Per questo motivo, prima dell’inizio dell’esame è opportuno segnalare al medico eventuali allergie o trattamenti farmacologici in atto. Infine, alcuni pazienti predisposti potrebbero avere complicanze cardio-respiratorie o infettive.

In questo video abbiamo parlato della colonscopia tradizionale, ma non mancano alternative più moderne. Quella più conosciuta è la cosiddetta colonscopia virtuale. Questo esame sfrutta basse dosi di raggi X per riprodurre immagini tridimensionali del colon, rappresentando il suo interno. Rispetto alla metodica tradizionale, l’accuratezza della colonscopia virtuale è leggermente inferiore. Ha tuttavia il vantaggio che non viene introdotta alcuna sonda endoscopica nel retto, ma solo una piccola cannula per insufflare l’aria; l'esame è quindi meglio accettato dal paziente. Il principale svantaggio di questa tecnica è che può essere utilizzata solo come strumento diagnostico; non permette quindi di eseguire biopsie o asportare polipi intestinali, per i quali è necessario il ricorso alla tecnica tradizionale.