Con questo video iniziamo a
conoscere più da vicino un problema che, purtroppo, a una certa età, non risparmia quasi nessuno.
Mi riferisco all'artrosi, una tra le malattie reumatiche più diffuse al mondo.
L’artrosi è una malattia
degenerativa che interessa le articolazioni. L'aggettivo degenerativo ci
ricorda come l'artrosi tenda a peggiorare progressivamente nel tempo. In
effetti, l'artrosi non si manifesta improvvisamente, ma crea disturbi solo con
il passare degli anni.
Il processo degenerativo
inizia sempre dalle cartilagini articolari, e si estende poi gradualmente a
tutta l’articolazione.
Oltre ad essere
degenerativa, l'artrosi è anche considerata una malattia da usura. Il danno
alle articolazioni è infatti in qualche modo legato all’eccessivo uso delle
stesse. Non a caso, è spesso conseguenza dell’invecchiamento, anche se può
essere favorita da traumi o da anomalie posturali.
Per capire l'artrosi bisogna
anzitutto avere ben chiaro alcuni semplici concetti sull'anatomia e sulla
fisiologia delle articolazioni. Brevemente, vi ricordo che le articolazioni
sono strutture che collegano fra di loro le ossa. Proprio per evitare che le
ossa si usurino sfregandosi tra loro nei movimenti, le loro estremità coinvolte
nelle articolazioni sono rivestite da cartilagine. Si tratta di un tessuto levigato, soffice ed elastico
che permette appunto lo scorrimento senza attriti
dei capi
articolari durante i movimenti. In tal senso è molto importante anche la
presenza di un liquido, detto liquido sinoviale, che bagna l'articolazione
riducendo gli attriti e nutrendo la cartilagine.
In presenza di artrosi la
cartilagine si consuma ed aumentano gli attriti all'interno dell'articolazione.
Di conseguenza, oltre a comportare un dolore cronico, l'artrosi può limitare i movimenti
delle articolazioni colpite.
I capi ossei, infatti, non
sono più protetti dalla cartilagine e possono fare frizione l’uno sull’altro
provocando, a questo punto, i primi dolori e aumentando le difficoltà nei
movimenti. Se la condizione peggiora, insorgono gonfiore, rigidità e,
addirittura, deformità ossee.
Qualsiasi articolazione può
essere colpita dall’artrosi, ma alcune sono più frequentemente “prese di mira”
rispetto ad altre. Ad essere colpite sono soprattutto le articolazioni più
sollecitate dal peso corporeo e dalle attività quotidiane, quindi ginocchia,
anche, spalle, mani e colonna vertebrale.
L’artrosi è purtroppo
irreversibile, poiché la cartilagine danneggiata non è in grado di rigenerarsi
spontaneamente. Tuttavia, una serie di trattamenti farmacologici e chirurgici
possono alleviare il dolore e migliorare le funzioni dell’articolazione colpita.
L’artrosi può essere
favorita da diversi fattori. Innanzitutto, occorre precisare che a differenza
dell’artrite, con la quale è spesso confusa, l’artrosi non è una malattia
infiammatoria, bensì una malattia degenerativa cronica da usura. Infatti,
abbiamo già osservato come sia quasi inevitabile con l'invecchiamento. Tuttavia, occorre precisare
che anche
persone giovani, al di sotto dei 40 anni, possono soffrire di artrosi. La degenerazione della
cartilagine può infatti essere causata da traumi, come quelli dovuti a lavori o attività sportive che richiedono
carichi eccessivi e ripetuti, a posizioni forzate o all’uso continuo di alcune articolazioni.
Ad esempio, l’artrosi della
spalla è frequente in chi utilizza mazze o martelli pneumatici, mentre l’artrosi
della colonna vertebrale colpisce spesso chi lavora come autista, quindi sta in
posizione seduta per molte ore al giorno subendo le vibrazioni trasmesse dalla
guida. Anche il sovrappeso e l’obesità sottopongono le articolazioni a sollecitazioni
eccessive.
L’artrosi può anche rappresentare
la conseguenza di fratture, di malformazioni nelle sedi colpite o di altre
malattie, per esempio il diabete, la gotta o l’artrite reumatoide. Implicazioni
ormonali, invece, possono spiegare perché nelle donne l’artrosi si manifesti,
di solito, dopo la menopausa. Comunque, come avviene per tutte le malattie, la
suscettibilità all’artrosi è individuale, nel senso che esistono diversi
fattori locali e sistemici che possono predisporre alla malattia.
I sintomi caratteristici
dell'artrosi sono il dolore, la rigidità e la limitazione dei movimenti dell’articolazione.
A volte, si verificano intorpidimento e perdita della forza muscolare,
soprattutto al mattino o dopo un periodo di inattività. Possono, inoltre,
essere presenti rumori, detti “scrosci” articolari, e tumefazione, quindi
gonfiore dell'articolazione.
Nelle fasi iniziali, momenti
di crisi si alternano a periodi in cui il dolore è praticamente assente. Ciò
non significa che i danni provocati dall’artrosi scompaiano. Anzi, nel corso degli
anni, tendono a peggiorare, per cui se inizialmente il dolore è intensificato
dagli sforzi e alleviato dal riposo, nelle fasi più avanzate può essere
presente anche a riposo ed ostacolare addirittura il riposo notturno.
La diagnosi dell’artrosi viene
stabilita attraverso una visita medica supportata da indagini radiologiche. Il
medico, per prima cosa, indaga l’età del paziente, il suo peso corporeo,
eventuali patologie associate e traumi pregressi. Inoltre, valuta la sede e le
caratteristiche del dolore, oltre a testare la mobilità dell'articolazione
colpita.
Le alterazioni strutturali delle
articolazioni vengono messe in evidenza con i raggi X. Nelle fasi iniziali
dell'artrosi, osservando le radiografie, si apprezza una riduzione dello spazio
articolare, a causa della scomparsa del tessuto cartilagineo; inoltre si
evidenziano alterazioni dell’osso al di sotto della cartilagine consumata o
sofferente. Nelle fasi tardive, lungo i margini dell’articolazione possono anche
comparire delle escrescenze ossee chiamate osteofiti.
Anche se negli ultimi anni
sono stati compiuti numerosi progressi nel trattamento dell'artrosi, non esiste
ancora una terapia veramente risolutiva. In genere, il trattamento consiste nell’alleviare
il dolore, prevenire gli episodi acuti ed evitare ulteriori peggioramenti, o
perlomeno rallentarli.
La terapia degli attacchi
acuti è di tipo farmacologico e prevede la somministrazione di analgesici e
antinfiammatori per limitare il dolore e consentire il movimento articolare. In
casi particolari, è possibile ricorrere ad infiltrazioni con acido ialuronico,
mentre l’utilizzo di corticosteroidi va limitato ai casi di infiammazione acuta.
Nei casi più gravi e
invalidanti, si può ricorrere a interventi chirurgici che sostituiscono l’articolazione
colpita con una protesi artificiale. Il posizionamento di una protesi
articolare consente di correggere o ripristinare l’articolazione compromessa,
con buoni risultati.
Nei pazienti giovani,
infine, possono essere presi in considerazione trattamenti innovativi, come il
trapianto di condrociti o di cellule staminali, allo scopo di ricostruire la
cartilagine danneggiata.
Una delle principali cause
dell’artrosi è l’eccessiva usura delle articolazioni dovuta ad un sovraccarico.
Risulta quindi fondamentale la riduzione del peso corporeo, laddove questo sia
in eccesso. Andrebbero inoltre evitati traumi ripetuti e tutte quelle posture scorrette
che predispongono alla malattia. Anche
l'immobilità è comunque dannosa, tanto che l'esercizio fisico dev'essere
incoraggiato. Avendo cura di evitare sport ad alto impatto e soggetti a traumi,
una sana attività sportiva può infatti contribuire a rinforzare la muscolatura,
controllare il peso corporeo e mantenere la funzione articolare.