Omega 3 - Video: Cosa sono e che funzioni hanno
Oggi parleremo degli OMEGA 3, ovvero dei nutrienti MOLTO
importanti per l’organismo che sembrano possedere VERE e PROPRIE funzioni SALUTISTICHE
nei confronti di certi disturbi del METABOLISMO
Quindi, anzitutto, COSA SONO gli OMEGA 3?
Gli omega 3 sono molecole che appartengono al gruppo
nutrizionale dei LIPIDI. In particolare, si tratta di ACIDI GRASSI, ovvero
CATENE CARBONIOSE che, attraverso un legame di ESTERIFICAZIONE, si legano ad un
alcol per strutturare molecole più ARTICOLATE.
Queste, se composte SOLO da 1, 2 o 3 acidi grassi, vengono
chiamate rispettivamente MONO-, DI- o TRIGLICERIDI, e rientrano nel gruppo dei
LIPIDI SEMPLICI; d’altro canto, se oltre ad un ALCOL sono presenti ALTRE
sostanze (come acido fosforico, basi azotate o glucidi), acquisiscono il titolo
di LIPIDI COMPLESSI.
E’ quindi logico dedurre che, facendo parte sia dei lipidi
semplici che di quelli complessi, gli acidi grassi rappresentino una “FETTA”
molto importante dei lipidi presenti in NATURA e quindi anche negli ALIMENTI.
L’abbondanza degli acidi grassi nei tessuti viventi è
imputabile SOPRATTUTTO ad UNA delle varie funzioni BIOLOGICHE che rivestono,
ovvero quella CALORICA. Ad esempio, da 1g di lipidi, il metabolismo umano è in
grado di ricavare circa 9kcal e, non a caso, i trigliceridi compongono la
nostra più grossa riserva energetica, ovvero il TESSUTO ADIPOSO.
Tuttavia, gli acidi grassi NON sono tutti uguali!
Differiscono soprattutto per la lunghezza della catena carboniosa e per la
natura dei legami che li caratterizzano. Ovviamente, le varie discrepanze NON
sono CASUALI ed ogni tipo di acido grasso presenta caratteristiche CHIMICHE,
FISICHE e un IMPATTO METABOLICO sull’organismo abbastanza diversi l’uno dall’altro.
Detto questo, cerchiamo di capire meglio CHE TIPO DI ACIDI
GRASSI SONO GLI OMEGA 3!
Anzitutto, gli omega 3 (come ANCHE gli omega 6) sono detti
ACIDI GRASSI ESSENZIALI, in quanto l’organismo NON è in grado di produrli
autonomamente. In realtà, di tutti gli omega 3 e degli omega 6, quelli
PROPRIAMENTE ESSENZIALI sono l’acido ALFA-LINOLENICO (un omega 3) e l’ACIDO
LINOLEICO (un omega 6), dai quali l’organismo è in grado di ricavare anche gli
altri! Tuttavia, per SEMPLIFICARE l’argomento, ora li racchiuderemo tutti nel
gruppo degli essenziali.
Gli omega 3 sono lipidi POLINSATURI a CATENA LUNGA; hanno ALMENO
2 DOPPI LEGAMI tra gli atomi di carbonio della catena che NON è mai più breve delle
13 unità. Tale caratteristica, che li rende LIQUIDI anche a basse temperature
MA assolutamente INSTABILI alla LUCE, al CALORE e all’OSSIGENO, nasconde anche
una IMPORTANTISSIMA funzione METABOLICA che vedremo in seguito.
Prima di descrivere più accuratamente gli acidi grassi omega
3, credo sia abbastanza importante fare chiarezza sulle loro affinità e
differenze con gli OMEGA 6.
E’ vero che sono TUTTI acidi grassi polinsaturi, entrambi di
tipo ESSENZIALE, e rappresentano i precursori di diversi tipi di EICOSANOIDI
(cioè molecole deputate all’equilibrio dell’INFIAMMAZIONE); d’altro canto, si
distinguono NOTEVOLMENTE per tre ragioni ben precise.
La prima è di natura chimica: come suggerisce il nome
stesso, negli omega 3, l’ultimo doppio legame è posto sul terzo carbonio
(conteggiandolo a partire dalla fine della catena), mentre gli omega 6 ce
l’hanno sul sesto.
La seconda ragione è di tipo metabolico: mentre gli omega 3
svolgono un ruolo ANTIinfiammatorio, gli omega 6 supportano ANCHE la sintesi
degli EICOSANOIDI pro-infiammatori.
Infine, la terza ragione è di tipo nutrizionale: mentre gli
omega 3 sono POCO presenti negli alimenti della dieta occidentale, gli omega 6
sembrano PROPORZIONALMENTE in esubero rispetto ai precedenti.
Vediamo ora più nel dettaglio QUALI sono gli acidi grassi
omega 3.
Le molecole facenti parte di questo gruppo sono 3, ovvero:
l’ACIDO ALFA-LINOLENICO, l’ACIDO EICOSAPENTAENOICO (o EPA) e l’ACIDO
DOCOSAESAENOICO (o DHA).
L’ACIDO ALFA-LIOLENICO ha formula 18:3, il che significa che
ha una catena lunga 18 atomi, nella quale si distribuiscono 3 doppi legami in
conformazione CIS; questi sono posti rispettivamente in posizione 9, 12 e 15.
L’EPA ha formula 20: 5 ed i doppi legami si localizzano in
posizione 5, 8, 11, 14 e 17.
Infine, il DHA ha formula 20:6, con doppi legami insidiati in
posizione 4, 7, 10, 13, 16 e 19.
Ovviamente, seppur di grande rilevanze scientifica, si
tratta di dettagli tecnici che poco interessano alla maggior parte degli
ascoltatori; ciò che deve essere BEN CHIARO invece, è l’insieme delle loro
FUNZIONI, la loro RAZIONE RACCOMANDATA e le FONTI ALIMENTARI che li contengono.
Dunque, procediamo con ordine ed iniziamo con le loro
MANSIONI nell’organismo.
Come tutti gli acidi grassi, anche gli omega 3 possono
entrare nelle cellule e venire ossidati per la produzione di energia. Forniscono
9kcal/g e, se sintetizzati nuovamente in trigliceridi all’interno degli adipociti,
compongono il tessuto adiposo e costituiscono una fonte di riserva dell’organismo.
Gli omega 3 hanno anche un’importante funzione strutturale.
Costituendo i fosfolipidi contenuti nel famoso “mosaico liquido” tipico delle
membrane cellulari, questi sono responsabili della loro fluidità.
E’ già stato anticipato che gli acidi grassi essenziali sono
i precursori degli EICOSANOIDI, e che, mentre gli omega 3 favoriscono la
sintesi di quelli ANTIinfiammatori, gli omega 6 sembrano supportare anche la
produzione dei PROinfiammatori.
Ovviamente, ciò non significa che gli omega 6 siano nocivi!
Tutti gli eicosanoidi sono molto importanti, MA è anche necessario che
rimangano in equilibrio tra di loro. In pratica, il rischio di un eccesso di
omega 6… o della carenza di omega 3… sarebbe quello di spostare “l’ago della
bilancia” a favore dell’infiammazione sistemica con il rischio di promuovere le
relative complicanze.
Inoltre, gli eicosanoidi “BUONI” prodotti dagli omega 3 sono
anche responsabili di una MINOR AGGREGAZIONE PIASTRINICA ed assumono un ruolo
ANTItrombotico molto importante.
Come se non bastasse, gli omega 3 hanno anche un impatto
metabolico decisamente rilevante. Agiscono sulla LIPEMIA diminuendo significativamente
i TRIGLICERIDI e (pur meno efficacemente) riducendo il COLESTEROLO totale,
nonché aumentando quello buono HDL. Gli omega 3 hanno quindi una spiccata
funzione ANTIaterogena.
Per ultimo, ma non meno importante, gli omega 3 intervengono
positivamente sulla pressione sanguigna RIDUCENDO quella arteriosa, detta
funzione IPOtensiva.
Ebbene, per chi non lo sapesse, il connubio tra le funzioni:
ANTINFIAMMATORIA, ANTITROMBOTICA, ANTIATEROGENA e IPOTENSIVA, costituisce un
sistema preventivo e terapeutico molto efficace nella lotta alle PATOLOGIE
CEREBRO e CARDIO-VASCOLARI.
Altre IPOTETICHE funzioni (tutt’altro che trascurabili, ma
meno evidenti rispetto a quelle già descritte) sono: la protezione
dall’insorgenza del diabete mellito tipo 2, e la tutela o il ritardo
dell’insorgenza dalla malattia neurodegenerativa di Alzheimer.
Detto questo, passiamo ora alla RAZIONE RACCOMANDATA di
omega 3!
Come anticipato, gli omega 3 sono essenziali e pertanto
vanno necessariamente introdotti con l’alimentazione.
La loro carenza è difficile da valutare, poiché NON si
manifesta con sintomi o segni clinici TIPICI o ESCLUSIVI, anche se potrebbe
contribuire all’insorgenza di certe malattie metaboliche.
D’altro canto, l’eccesso INDISCRIMINATO di GRASSI
POLINSATURI (tra i quali anche gli omega 3) può determinare: la formazione di LIPO-PEROSSIDI
potenzialmente tossici, un’aumentata velocità di SANGUINAMENTO e l’alterazione
della funzione IMMUNITARIA.
Il sistema più efficace per monitorare l’idoneità nella
dieta dei GRASSI ESSENZIALI (omega 3 e
omega 6) è l’Indice di MEAD, ovvero il RAPPORTO tra l’acido EICOSATRIENOICO e
l’acido ARACHIDONICO, all’interno dei FOSFOLIPIDI contenuti nel siero del
sangue. Quando il valore supera la soglia dello 0.4, la condizione è da
considerare patologica!
Rispetto a quello dell’adulto, il fabbisogno di omega 3 è
maggiore in condizioni speciali come nel bambino piccolo, nella gravida, nella
nutrice e nell’anziano. Tuttavia, rispettando quanto citato dai Livelli di
Assunzione Raccomandata dei Nutrienti per la popolazione italiana, gli omega 3
devono essere apportati in PERCENTUALE alle calorie giornaliere e, più
precisamente, tra lo 0,2 e lo 0,5% del totale. In questo modo, l’apporto degli
acidi grassi incrementa proporzionalmente al fabbisogno nutrizionale
complessivo dell’organismo (avendo cura di prediligere lo 0,5 invece dello 0,2
nelle condizioni fisiologiche speciali che abbiamo citato).
Ma, in definitiva, DOVE si trovano questi omega 3?
Le fonti alimentari di omega 3 sono di tipo animale e
vegetale.
L’acido alfa-linolenico è l’omega 3 più presente nei
prodotti vegetali, in particolare nei semi oleosi, nei loro oli, ma anche negli
ortaggi a foglia verde. Alcuni esempi di alimenti GREZZI ricchi di questo omega
3 sono: la soia, i semi di lino, i semi di canapa e le noci; per quel che
concerne gli oli invece, i più concentrati sono: olio di semi kiwi, olio di
lino, olio di canapa, olio di colza, olio di noce e olio di soia.
D’altro canto, l’EPA e il DHA, che sono BIOLOGICAMENTE MOLTO
PIU’ ATTIVI, risultano maggiormente presenti negli alimenti di origine animale
e, in particolare, nei prodotti della pesca come: pesce azzurro (quindi
ventresca di tonno, palamita, sgombro, sarde, ricciola ecc.), fegato di questi
animali e krill. Ovviamente, gli alimenti più ricchi di EPA e DHA sono
costituiti dagli oli animali ricavati dal fegato dei pesci e dal krill;
tuttavia, recentemente è stato scoperto un altro alimento VEGETALE, ma comunque
MARINO, ancora più concentrato in EPA e DHA di quelli appena descritti, ovvero
le ALGHE, dalle quali peraltro è anche possibile estrarre l’olio.
Concludiamo il filmato ricordando ancora una volta che gli
acidi grassi omega 3 NON sono resistenti alla luce, al calore e all’esposizione
all’ossigeno. Ciò significa che gli oli ricchi di omega 3 NON sono adatti alla
conservazione sott’olio e alla cottura. Inoltre, si raccomanda sempre di
tenerli in frigorifero, al buio e ben sigillati.