Com’è Nata la Dieta Mediterranea?
Oggi parleremo di Dieta Mediterranea ed in
particolar modo di “COM’E’ NATA”.
La Dieta Mediterranea
è un regime alimentare tipico delle zone che delimitano il Bacino del
Mediterraneo. I paesi che, “in TEORIA” (ed in seguito capiremo il PERCHE’ di
questa precisazione), si avvalgono della Dieta Mediterranea sono
prevalentemente: l’Italia centro meridionale, la Grecia e la Spagna centro meridionale;
ma non sono esclusi anche: la
Francia meridionale, una parte della Croazia, la Bosnia costiera, l’Albania,
la Turchia, la Siria, la Giordania, l’Egitto, la Libia, la Tunisia, l’Algeria, il Marocco,
Malta e Cipro.
In realtà, la Dieta Mediterranea
non è stata propriamente INVENTATA… bensì SVELATA. Le menti illuminate da
questa eccellente rivelazione sono appartenute: al medico nutrizionista
italiano Lorenzo Piroddi, autore dei
libri “Cucina Mediterranea. Ingredienti,
principi dietetici e ricette al sapore di sole” e “Sapore di sole. Dieta
Mediterranea: principi base, ingredienti e ricette per una corretta
alimentazione”, nonché fondatore di una clinica DIETETICA; e poi al
nutrizionista ricercatore statunitense Ancel
Keys, scrittore del testo “Eat well
and stay well, the Mediterranean way”
In seguito, numerosissimi scienziati hanno cavalcato sia l’intuizione,
sia le prime evidenze scientifiche di Piroddi
e Keys, DEFINENDO con maggior
PRECISIONE (… o a volte equivocando) la VERA Dieta Mediterranea.
A metà degli anni ’40, durante
una breve esperienza da militare vissuta in un paese del Cilentino
caratterizzato da un’estrema longevità della popolazione (ovvero Pioppi di
Salerno), Ancel Keys intuì che il
segreto di quella “salute di ferro” potevano essere la loro DIETA associata ad
uno stile di vita ATTIVO.
A partire dai primi anni ’50, Keys dette inizio ad un esperimento
chiamato “Seven Countries Study”, nel
quale prese in esame un campione di 12000 persone, di età compresa tra i 40 e i
60 anni residenti in: Giappone, Stati Uniti d’America, Olanda, Jugoslavia,
Finlandia e Italia. Grazie ad un’osservazione clinica lunga un ventennio, lo
scienziato si rese conto che i gruppi etnici colonizzanti il bacino del
Mediterraneo, grazie ad un’alimentazione PIU’ SALUTARE rispetto a quella
americana, avevano una MINOR incidenza di quelle patologie definibili “le malattie
del benessere (quindi: sovrappeso, diabete, colesterolo alto ecc).
Negli anni ’70, l’esito dell’esperimento fu poi divulgato negli Stati
Uniti con la pubblicazione di un libro (Eat
well and stay well, the Mediterranean way) tentando di promuovere le
abitudini alimentari responsabili della maggior longevità delle popolazioni
mediterranee. In linea di massima, Ancel
Keys consigliava soprattutto di: AUMENTARE il consumo di cerali, verdura,
frutta, pesce e olio di oliva, e DIMINUIRE quello di carne (soprattutto rossa e
grassa) e di zuccheri raffinati.
Negli anni 90’ fu proposta la prima
“Piramide Alimentare” che sintetizzava i principi cardine della Dieta
Mediterranea ufficializzandone il valore salutistico.
Grazie alla deduzione di Piroddi, agli studi del nutrizionista americano
ed ai successivi approfondimenti di molti altri ricercatori, oggi sappiamo che la Dieta Mediterranea
deve la sua efficacia ad alcuni principi alimentari che sono: meno calorie
introdotte e più attività fisica, più alimenti vegetali e meno animali, più
carboidrati complessi e meno saccarosio, più pesce, meglio la carne bianca RISPETTO
a quella rossa, più erbe aromatiche, poco vino rosso piuttosto che altri
alcolici, e un consumo SOLO occasionale di dolciumi, insaccati, liquori, burro,
formaggio grasso, salse caffè ecc. In termini nutrizionali, tutto ciò si
traduce in: una dieta che permette di mantenere il peso NORMALE, un rapporto
di proteine e grassi a favore di quelli vegetali sugli animali, più fibre e
meno colesterolo, e più antiossidanti.
Non a caso, grazie alle sue proprietà terapeutiche,
dal 2010, la Dieta Mediterranea
è stata integrata dall’UNESCO fra i “Patrimoni
Culturali Immateriali dell’Umanità”.
Detto questo, vi invito a non
confondere la Dieta Mediterranea
con quella promiscua delle aree dell’entroterra. Un esempio piuttosto banale è rappresentato
dalla PADANIA ITALIANA, nella quale la
maggior parte della popolazione segue ancora una dieta CONTINENTALE o semmai
PROMISCUA. SOLO da qualche decennio è stato integrato l’olio extravergine
d’oliva, invece COMUNE a ovest, a sud-est (già in Romagna) e a nord MA
limitatamente al lago di Garda. In pianura padana, da tempi antichi (in seguito
all’intreccio culturale delle popolazioni barbare settentrionali), si predilige
la carne di maiale, lo strutto, il lardo ed il burro, piuttosto che il pesce e gli
oli vegetali. Addirittura, sul litorale orientale e più precisamente dal
Veneziano fino al Ravennate, a causa del clima poco influenzato dal mare,
l’impiego di olio extravergine di oliva è QUASI da considerare una novità!
Come non citare poi il PARADOSSO FRANCESE. Anche in Francia
l’alimentazione è parecchio diversificata in base alle zone geografiche e, sul
versante meridionale, la Dieta
è pressoché Mediterranea; tuttavia, il resto della popolazione si caratterizza
per un elevatissimo consumo grassi animali. Ebbene, contrariamente a quanto
“DOVREBBE ESSERE”, i francesi sono POCO COLPITI dalle malattie METABOLICHE, FORSE
grazie al notevole apporto di antiossidanti contenuti nel vino rosso. In tal
caso, pur non trattandosi di una vera e propria Dieta Mediterranea, anche SOLO
la presenza di una bevanda tipica del bacino è (PROBABILMENTE) capace di
promuovere lo stato di salute collettivo.
Concludiamo questa breve introduzione sulla Dieta
Mediterranea ricordando che, ripetendo lo studio di Keys, oggi NON porterebbe gli stessi risultati. E’ vero che i paesi
del Mediterraneo sono TUTT’ORA meno affetti da sovrappeso e malattie del
metabolismo, quantomeno rispetto agli americani, ma è anche necessario
ricordare che, con la GLOBALIZZAZIONE,
il divario tra le due culture va lentamente sfumandosi. Alcune delle popolazioni
che, a metà del secolo scorso, seguivano la vera Dieta Mediterranea, ora fanno
uso abbondante e smodato di cibi spazzatura come hamburger, patate fritte,
pizze giganti, panini super-farciti, gelati, bevande zuccherate, superalcolici
ecc, rinunciando ai ben più salutari: cereali grezzi, legumi, ortaggi di
stagione, frutta di stagione, pesce povero, carni bianche e “un goccio” di vino
rosso.
Vi invito ad ascoltare la prossima lezione sulla Dieta Mediterranea che
tratterà NEL DETTAGLIO i benefici salutistici che se ne possono ricavare.