Intolleranze Alimentari - Video

Ultima modifica 12.02.2020

Il filmato di oggi si incentrerà sulle famose INTOLLERANZE ALIMENTARI, ma tratterà nello specifico SOLO quelle realmente diagnosticabili.

Le intolleranze alimentari NON sono delle MALATTIE, piuttosto, vengono definite come delle CONDIZIONI FISIOLOGICHE PARTICOLARI. Ciò è giustificabile dal fatto che, se NON esposto all’agente SCATENANTE, l’organismo intollerante rimane perfettamente in EQUILIBRIO.

Questa distinzione è molto importante per comprendere che, di per sé, un’intolleranza NON “dovrebbe” predisporre l’organismo a PATOLOGIE di tipo MORTALE (come i tumori)… tuttavia, nel lungo termine, ignorarNE i sintomi potrebbe indurre l’insorgenza di alcuni effetti negativi NON del tutto trascurabili.

L’intolleranza alimentare si manifesta come una REAZIONE AVVERSA dell’organismo ad un alimento, o meglio, ad una sua COMPONENTE NUTRIZIONALE.

Questa RISPOSTA dell’ORGANISMO… per così dire “ambigua”… NON è causata da una MOLECOLA OGGETTIVAMENTE TOSSICA, come potrebbero essere i CICLOPEPTIDI e la MUSCARINA di un fungo, il CIANURO delle mandorle amare, la SOLANINA delle patate o gli OSSALATI degli spinaci; è invece provocata da una COMPONENTE NUTRIZIONALE verso la quale il fisico (in condizioni NORMALI) NON dovrebbe manifestare alcuna forma di ipersensibilità.

Tuttavia, COME le reazioni TOSSICHE, anche le intolleranze alimentari sono di tipo DOSE-DIPENDENTE! Al contrario, le ALLERGIE alimentari NON sono dose-dipendenti e il loro innesco prevede la liberazione di IMMUNOGLOBULINE E.

Nella tabella raffigurata qui in diapositiva è possibile notare gli aspetti COMUNI e le DIFFERENZE tra le intolleranze alimentari, le intossicazioni e le allergie.

Le intolleranze alimentari NON sono tutte uguali e per distinguerle è stata adottata una vera e propria CLASSIFICAZIONE. Questa prevede la distinzione tra: intolleranze ENZIMATICHE, intolleranze FARMACOLOGICHE e le intolleranze NON DEFINITE. Quelle enzimatiche sono provocate dalla scarsità di un ENZIMA DIGESTIVO specifico, come ad esempio la LATTASI intestinale per la digestione del lattosio.

Le farmacologiche invece, sono provocate dall’esposizione a due TIPI di molecole: il primo è quello delle AMINE VASOATTIVE; tra queste ricordiamo: l’ISTAMINA, la TIRAMINA, la DOPAMINA, l’EPINEFRINA e la 5 IDROSSI-TRIPTAMINA. Il secondo è quello degli ADDITIVI ALIMENTARI, come ad esempio: BENZOATI, NITRITI e SALICILATI.

Nell’immagine in diapositiva, ricavata dal testo MANUALE DI NUTRIZIONE CLINICA della MEDI-CARE, troviamo schematizzato il PARAGONE tra le varie REAZIONI AVVERSE AGLI ALIMENTI.

Infine, credo si importante sottolineare la DIFFERENZA concettuale tra: REAZIONE TOSSICA, e sintomatologia di tipo TOSSICO, che SEMBRANO sinonimi ma non lo sono affatto!
Una reazione tossica, come abbiamo già detto, è la risposta dell’organismo ad un agente OGGETTIVAMENTE nocivo; al contrario, può essere definita una sintomatologia di tipo tossico anche quella di un’intolleranza al lattosio, poiché (anche essendo provocata da un deficit di lattasi, e non dall’ingestione di una molecola nociva) si manifesta con segni GASTRO-INTESTINALI di tipo DOSE-DIPENDENTE.

Le intolleranze alimentari ad oggi REALMENTE diagnosticabili sono principalmente due: quella al lattosio e la celiachia (o intolleranza alla GLIADINA del glutine).

L’intolleranza al lattosio è di tipo enzimatico, poiché si basa sulla carenza di un fattore SPECIFICO responsabile della digestione intestinale di questo disaccaride. Ne esistono vari tipi, causati da fattori anche molto diversi tra loro. Ad ogni modo, per tutti coloro che ne soffrono, assumendo il lattosio con la dieta questo si accumula nel colon e viene fermentato dalla flora batterica fisiologica, attivando la sintomatologia che descriveremo nella prossima diapositiva. La diagnosi di intolleranza alimentare al lattosio può essere fatta in diversi modi, ma il test GOLD-STANDARD è sicuramente il BREATH-TEST grazie alla sua facilità applicativa, all’assenza di invasività e all’economicità del procedimento. Questo si svolge somministrando una porzione di lattosio ed esaminando, ad intervalli prestabiliti, i gas espirati mediante la ventilazione polmonare; un eccesso di ioni idrogeno indica una eccessiva fermentazione batterica intestinale e quindi la positività di intolleranza alimentare. …ad ogni modo, per approfondire ulteriormente l’argomento, suggerisco di consultare il nostro video intitolato INTOLLERANZA AL LATTOSIO!

La celiachia invece, è un’intolleranza alimentare piuttosto ambigua. Ha cause multifattoriali e paiono coinvolti soprattutto i meccanismi: AUTO-IMMUNE e GENETICO-EREDITARIO. Si manifesta in modi anche PARECCHIO DIFFERENTI e, a differenza di quella al lattosio, coinvolge anche l’innesco del sistema immunitario. Attenzione però! Non sono implicate le IMMUNOGLOBULINE E tipiche delle allergie alimentari, ma piuttosto le IMMUNOGLOBULINE G e A. Nella celiachia, l’equilibrio di questi anticorpi viene COMPROMESSO per l’esposizione della mucosa intestinale al glutine. Poi, oltre all’alterazione del suddetto parametro, insorgono sia l’INFIAMMAZIONE che l’EDEMA della mucosa, le quali provocano un vero e proprio APPIATTIMENTO dei villi intestinali. Oggi, la diagnosi di celiachia viene eseguita prevalentemente con il DOSAGGIO degli anticorpi G e A, senza più ricorrere alla biopsia intestinale (invece prediletta in passato).

I sintomi delle intolleranze alimentari sono prevalentemente di tipo INTESTINALE, ovvero: DIARREA, FLATULENZA, DOLORE e DISTENSIONE ADDOMINALE. Seguono reazioni GASTRICHE meno frequenti come NAUSEA e VOMITO, mentre le manifestazioni EXTRA-DIGERENTI (in realtà piuttosto rare) si palesano essenzialmente nelle forme ATIPICHE della MALATTIA CELIACA.

Facciamo un’ultima osservazione sulle possibili complicazioni dovute alle intolleranze alimentari. Queste interessano prevalentemente l’assorbimento dei nutrienti a livello intestinale; infatti, sia nell’intolleranza al lattosio che in quella al glutine, avviene una riduzione della capacità di CAPTARE le molecole degli alimenti digeriti, anche se in MANIERA ed in MISURA differenti.

Nell’intolleranza al lattosio il malassorbimento è transitorio, ovvero legato all’evento specifico di diarrea e/o vomito… ANCHE se, cibandosi prevalentemente di latte materno, nei neonati i sintomi sono a frequenza CONTINUA e ciò può dare origine ad un vero e proprio RITARDO della CRESCITA. Il malassorbimento è quindi legato ai SINTOMI dell’intolleranza al lattosio, e non alla vera e propria causa scatenante.

Al contrario, nella celiachia, la continua esposizione al glutine, oltre a poter provocare la sintomatologia di cui sopra, determina l’ALTERAZIONE della mucosa intestinale. Ciò significa che, anche in assenza di diarrea e/o vomito, il celiaco è comunque POTENZIALMENTE a rischio di malassorbimento cronico (tra l’altro PERSISTENTE fino al ripristino dei villi intestinali)! Per questo motivo, le forme ATIPICHE e SILENTI (ovvero quelle senza diarrea e/o vomito) sono da considerare quelle MAGGIORMENTE responsabili del malassorbimento cronico provocato dalla celiachia.

Infine, ricordiamo che le intolleranze alimentari NON sono curabili, anche se è possibile EVITARE i sintomi e le complicanze di cui abbiamo già parlato ATTRAVERSO l’applicazione della così detta DIETA ad ESCLUSIONE. Com’è deducibile dal nome, questo regime alimentare si basa sull’EVITAZIONE delle molecole NON TOLLERATE, oppure (con le dovute differenze legate al tipo di intolleranza) sulla loro assunzione in DOSI praticamente INNOCUE. Nel caso della celiachia, il glutine deve essere eliminato COMPLETAMENTE, mentre nell’intolleranza alimentare al lattosio è possibile assumere lo zucchero in quantità sufficienti ad evitare la diarrea e/o il vomito.