Ultima modifica 23.01.2020

Oggi parleremo delle DIETA DISSOCIATA; in particolare, citeremo COM’E’ NATA, quali sono i PUNTI CARDINE, i DIFETTI ed i PREGI del regime alimentare in questione.

In realtà, non è del tutto corretto parlare “singolarmente” di DIETA DISSOCIATA, poiché le VARIANTI di questo stile nutrizionale sono veramente numerosissime. Tuttavia, la primissima tipologia di dieta dissociata è senza dubbio la DIETA HAY, anche conosciuta come DIETA DELLE ASSOCIAZIONI ALIMENTARI.

Il termine dieta Hay deriva dal cognome del suo scopritore: WILLIAM HOWARD HAY, medico statunitense nato nel 1886 e morto nel 1940. HAY, chirurgo specialista per ben 16 anni, si convertì alla NATUROPATIA dopo aver contratto una NEFRITE, patologia renale che allora NON poteva essere curata (o rallentata) in alcun modo dalla medicina tradizionale. Nel tentativo di risolvere il suo disturbo, HAY giovò di un discreto miglioramento salutistico VARIANDO la combinazione degli alimenti nella dieta. In particolare, lo studioso tentò di DISINTOSSICARE il proprio organismo RISPETTANDO il pH dei cibi e dei succhi digestivi, ASSOCIANDO o DISSOCIANDO gli alimenti sulla base di questo specifico criterio. Ovviamente, il medico-naturopata non poteva sapere che, con tutta probabilità, il miglioramento della sua condizione era legato ad una dieta più scarsa e restrittiva, piuttosto che al rispetto del pH alimentare o digestivo. Pertanto, nel 1920, egli diffuse il proprio “VERBO” creando la DIETA HAY che lo condusse alla PARTECIPAZIONE di numerose conferenze e alla PUBBLICAZIONE di diversi libri.

La dieta HAY, così come le varie dissociate che l’hanno seguita, si fonda sulla COMPATIBILITA’ digestiva dei vari tipi di alimenti. In base a questo criterio, i cibi possono essere classificati per le relative caratteristiche nutrizionali ed in base al pH.

I gruppi alimentari della dieta dissociata si dividono PRINCIPALMENTE in:

  1. CIBI MOLTO PROTEICI: come carne, pesce, uova, formaggi ecc.
  2. CIBI CON MOLTI CARBOIDRATI: come i cereali, le patate, lo zucchero bianco, banane, dolciumi ecc.
  3. ACIDI e FRUTTI ACIDI: aceto, limone, arance, pompelmi ecc.
Seguono poi altri alimenti delle stesse categorie ma meno concentrati, quindi:
  1. CIBI POCO PROTEICI: ad esempio i legumi
  2. CIBI CON MENO CARBOIDRATI: come miele, frutta disidratata, sciroppo d’acero ecc.
  3. FRUTTI MENO ACIDI: come mele, pere, ananas ecc
  4. CIBI CON PROPRIETA’ chimiche NEUTRE o QUASI NEUTRE: grassi da condimento, verdure, latte e yogurt o burro o latticini.
L’obbiettivo della dieta HAY è quello di evitare l’intossicazione dell’organismo provocata dalle COMPLICAZIONI DIGESTIVE; per fare ciò è necessario SAPER ASSOCIARE correttamente gli alimenti evitando che interferiscano l’un l’altro all’interno del tubo digerente.

In pratica, è concesso consumare pasti a base di:
  • CIBI PROTEICI ma derivanti da UNA SOLA FONTE, eventualmente con GRASSI da CONDIMENTO e VERDURE
  • CIBI con CARBOIDRATI, eventualmente con GRASSI da CONDIMENTO e VERDURE, ma SENZA FRUTTA ACIDULA
Avendo cura di:
  • NON MISCHIARE LATTE o, YOGURT-BURRO-LATTICINI, CON MIELE E SCIROPPI
  • NON MISCHIARE GLI ALIMENTI POCO PROTEICI CON GRASSI DA CONDIMENTO, ma nemmeno con LATTE o YOGURT-BURRO-LATTICINI.
Come si può evincere dall’immagine in diapositiva, le varie ASSOCIAZIONI (un po’ troppo complesse per essere descritte accuratamente) mutano in base alla concentrazione proteica e alla natura degli alimenti zuccherini.

Dal punto di vista gestionale, HAY divide la dieta in 3 pasti giornalieri, collocati a distanza di 4-4,5 ore l’uno dall’altro. Nella sua “DIETA TIPO”, il medico suggerisce di consumare nel primo pasto SOLO CIBI ALCALINI, nel secondo CIBI ACIDI e CIBI NEUTRI, e nel terzo CIBI ALCALINI e CIBI NEUTRI.

Come abbiamo già detto, la dieta dissociata non è “UNA e UNA SOLTANTO”. In seguito alla scoperta di HAY, oltre alla differenziazione della primissima dieta ACIDO-BASE avvenuta 50 anni più tardi, sono state apportate alcune rivisitazioni parecchio importanti le quali differenze possono essere sintetizzate in 4 raccomandazioni:
  • Consumare frutta e alimenti dolci SOLO nei pasti secondari
  • Aumentare il consumo di frutta e ortaggi a discapito dei cibi spazzatura
  • Collocare il pasto più abbondante non oltre la prima metà pomeridiana
  • Concentrare i pasti contenenti carboidrati all’inizio della giornata, mentre la cena ne deve essere totalmente priva.
Giungiamo infine alla descrizione dei così detti “punti oscuri” del metodo DISSOCIATO. Ovviamente, trattandosi di un sistema vecchio di quasi 100 anni, sarebbe scorretto criticarlo con troppa severità, poiché all’epoca NON si possedevano né i mezzi, né le conoscenze ad oggi disponibili. Tuttavia, per scrupolo, è bene quantomeno descriverli in maniera approssimativa.
  • Anzitutto, la PRIMA classificazione dei cibi in base al pH non rispetta il criterio chimico reale. Inoltre, la valutazione del pH alimentare NON è sempre sovrapponibile a quella del pH digestivo, il che rende ulteriormente inesatto il metodo DISSOCIATO.
  • In secondo luogo, nelle vaire dissociate, i cibi vengono trattati come se contenessero ESCLUSIVAMENTE carboidrati, proteine o grassi. Al contrario, quasi tutti i cibi apportano due o tre nutrienti energetici e richiedono la secrezione di tutti i succhi digestivi. Per di più, è dimostrato che il pancreas NON ha una funzione esocrina SELETTIVA; in pratica, una volta stimolato, rilascia contemporaneamente enzimi lipolitici, glicolitici e proteolitici.
  • Parlando d’efficacia dimagrante, la dissociata non smette di deludere. Uno studio pubblicato su una nota rivista scientifica dell’anno 2000 ha posto in evidenza il FALLIMENTO della dieta dissociata nel promuovere il dimagrimento rispetto ad una dieta tradizionale.
  • Ed ancora, nonostante gli aggiornamenti menzionati nella diapositiva precedente si basino su due concetti senz’altro più innovativi della “primordiale” dieta HAY (i ritmi circadiani, e il rispetto della calma insulinica prima del sonno), se contestualizzati in una dieta equilibrata, assumono un ruolo poco incisivo sul dimagrimento.
  • Un ultima critica è rivolta alla tendenza monotematica delle diete dissociate. Questa caratteristica poco gradevole favorisce la noia nell’alimentazione e, se da un lato può favorire il dimagrimento, dall’altro potrebbe indurNE l’abbandono.
Gli aspetti positivi di questi regimi alimentari NON sono molti.
  • Di certo, le MODERNE dissociate favoriscono l’incremento di frutta e ortaggi nella dieta a discapito degli alimenti nocivi per la salute; tuttavia, non si tratta di una caratteristica esclusiva ed è COMUNE alla maggior parte delle diete contemporanee.
  • Al contrario, è decisamente più interessante la tendenza a migliorare la DIGESTIONE nei soggetti con ipersensibilità o difetti nel processo. Dissociando gli alimenti ad alto contenuto di carboidrati da quelli proteici (avendo cura di moderare i grassi) è possibile abbreviare i tempi e l’intensità dei processi digestivi, soprattutto in pasti più abbondanti del normale.
La dissociazione alimentare è stata applicata anche nella FORZATURA delle scorte di glicogeno nei muscoli. Questo metodo, applicato negli atleti di endurance prima della gara, prevede l’esclusione dei glucidi nella dieta per alcuni giorni e una successiva introduzione TOTALE e MASSICCIA; in questo modo è possibile stoccare più di glicogeno nelle riserve, ma NON senza STRESSARE psicologicamente e fisicamente l’atleta. Si tratta di una pratica in quasi totale DISUSO.