Vomito - Cause e Sintomi
Ultima modifica 19.07.2019

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Definizione

Il vomito è un fenomeno che consiste nell'espulsione del contenuto dello stomaco ed, alcune volte, di quello presente nella porzione inferiore del tratto gastrointestinale attraverso la bocca.
Dal punto di vista fisiologico, il vomito è caratterizzato da una complessa sequenza di eventi (riflesso del vomito) coordinata da un centro nel midollo allungato. La maggior parte degli stimoli emetici hanno origine dal tratto gastrointestinale e dal sistema nervoso centrale.
Prima di vomitare, una persona prova, di solito, una sensazione di nausea, la pelle diventa pallida ed aumentano il ritmo cardiaco e la sudorazione. Alla fine, una serie di profonde inspirazioni sono seguite dalla chiusura della glottide ed i muscoli addominali iniziano energicamente a contrarsi.
La combinazione di questi movimenti aumenta la pressione addominale e comprime efficacemente lo stomaco. Lo sfintere esofageo inferiore si rilassa, permettendo al contenuto gastrico di entrare nell'esofago e, quando le contrazioni diventano abbastanza forti, avviene l'espulsione di questo materiale dalla bocca.
Le sostanze che stimolano il vomito vengono definite emetiche. Rispetto a queste, il vomito agisce come un meccanismo protettivo, che rimuove queste sostanze dal tratto gastrointestinale, prima che notevoli quantità di queste possano passare in circolo.
Il vomito può essere causato da una varietà di stimoli, tra cui una malattia sistemica (come l'influenza), stati emozionali, dolore intenso, forte distensione dello stomaco o dell'intestino tenue, movimento rotatorio della testa (come avviene nella cinetosi) o ingestione di certe sostanze (come solfato di rame, ferro o etanolo).
Molti episodi hanno una causa evidente, un esame obiettivo benigno e richiedono un trattamento esclusivamente sintomatico.
In generale, si distinguono:          

  • Vomito “centrale”: è un'emissione del contenuto gastrointestinale “facile” ed improvvisa, non preceduta da nausea; può avere cause diverse: traumi cranici, emicrania, affezioni dell'orecchio (sindrome di Ménière e labirintite), disfunzioni metaboliche, ipertensione endocranica (secondaria a tumore o emorragie), meningite ed encefalite.
  • Vomito gravidico: si associa a nausea e si manifesta nel primo trimestre di gravidanza, soprattutto al mattino o dopo l'assunzione di cibo.
  • Vomito ostruttivo: è alimentare o biliare o fecaloide; è conseguenza di un ostacolo parziale o completo che impedisce la progressione del contenuto gastroenterico (es. neoplasie, ulcera peptica, stenosi pilorica ed occlusione intestinale).             
  • Vomito psicogeno: solitamente è mattutino ed acquoso; può derivare da affaticamento, condizioni di stress, forti emozioni, eccitazione, paura, depressione ed altri disturbi psicologici.
  • Vomito riflesso: è espressione di diverse condizioni, quali stimoli olfattivi, sgradevoli ed intensi, forti dolori (es. colica intestinale o renale) e cefalea vasomotoria. Inoltre, è associato a chinetosi (malessere provocato da auto, aereo, barca, montagne russe e simili), affezioni respiratorie dominate dalla tosse, infarto miocardico, gastroenterite, epatiti, appendicite, colecistite e pancreatite.
  • Vomito tossico: può derivare da una causa esogena (effetto collaterale o tossico di farmaci, ingestione di alcol o tossine) o endogena (tossicosi gravidica, chetosi ed uremia).

Altre possibili cause del vomito comprendono insufficienza epatica o renale, chetoacidosi diabetica, esposizione a radiazioni e neoplasie in fasi avanzate (indipendentemente da chemioterapia o radioterapia).

Caratteristiche e possibili sintomi associati

Il vomito può essere:

  • In base al contenuto: alimentare (caratteri differenti secondo fase digestiva), biliare (emissione di bile dal colore da giallo a verde scuro, in base al tempo di ristagno), acquoso (acido, con succhi gastrici e poca mucina), mucoso (non acido e ricco di mucina), ematico (rosso vivo in caso di ematemesi o caffeano, se è presente sangue digerito) e fecaloide (colore marrone scuro ed un tipico odore di feci, dovuto a stasi prolungata nell'intestino).
  • In base al sapore: acido (da ipersecrezione gastrica), amaro (biliare) e ripugnante (fecaloide, ematico).
  • In base alla quantità: modesto (vomito centrale o psicogeno) o abbondante (da ipersecrezione, da occlusione).

Solitamente, il vomito è preceduto da nausea, conati (tentativo infruttuoso di vomitare, a glottide chiusa, che precede l'atto vero e proprio) ed ipersalivazione. Importanti sintomi associati comprendono dolore addominale, diarrea o stipsi, emissione di gas e presenza di cefalea e/o vertigini. I reperti che destano particolare preoccupazione comprendono segni di ipovolemia (es. tachicardia e/o ipotensione) e peritoneali; cefalea, rigidità nucale o alterazione dello stato mentale (possibile espressione di patologie endocraniche); addome disteso e timpanico. A volte, il vomito forzato (di qualsiasi causa) provoca petecchie sulla parte superiore del tronco e del viso, simili a quelle che si riscontrano nella meningite.
Il vomito va distinto dal rigurgito, cioè l'emissione del contenuto gastrico non digerito, in assenza di nausea o contrazioni della muscolatura addominale. Questo si verifica in pazienti con acalasia o diverticoli di Zenker.

Sindrome da vomito ciclico

La sindrome da vomito ciclico è una condizione correlata all'emicrania, caratterizzata da attacchi ricorrenti, gravi e distinti di vomito o nausea. Questi episodi sono intervallati da periodi di benessere, in cui i pazienti non presentano sintomi evidenti. La sindrome da vomito ciclico colpisce più frequentemente i bambini tra i 3 mesi ed i 7 anni e tende a regredire nell'età adulta.
Il vomito ciclico rientra tra le “sindromi periodiche dell'infanzia possibili precursori comuni dell'emicrania” e non è attribuito a patologie gastrointestinali. 
Gli attacchi di vomito si ripetono almeno 4 volte all'ora, per un periodo variabile da 1 ora a 5 giorni. Il paziente manifesta una abbondante salivazione, molta sete e resistenza a parlare o a deglutire. Altri sintomi associati comprendono pallore, prostrazione intensa e letargia.  La sindrome da vomito ciclico generalmente si autolimita dopo alcuni mesi o qualche anno.

Possibili complicanze associate al vomito

Il vomito può entrare nelle vie aeree e dare fenomeni “ab ingestis”. Se di grave entità, può portare a disidratazione sintomatica ed alterazioni elettrolitiche (tipicamente un'alcalosi metabolica con ipokaliemia) o, raramente, di una lacerazione dell'esofago, sia parziale (Mallory-Weiss) che completa (sindrome di Boerhaave). Il vomito cronico può causare iponutrizione, dimagrimento ed alterazioni metaboliche.

vomito

L'impulso del vomito compromette l'equilibrio e richiede spesso una posizione molto stabile

Possibili cause di vomito

Vomito è un sintomo comune o probabile di queste malattie

Cause comuni

Cause rare

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La presente guida non intende in alcun modo sostituirsi al parere di medici o di altre figure sanitarie preposte alla corretta interpretazione dei sintomi, a cui rimandiamo per ottenere una più precisa indicazione sulle origini di qualsiasi sintomo.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici